La benedizione

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Vecchie informazioni di medicina ricavate da riviste, film, libri di scuola, iniziano a presentarsi nella mia mente durante il tragitto verso l'ospedale.
Bramano di essere ascoltate, ma sono mescolate con la paura, un'emozione che ho sempre cercato di tenere sotto controllo. La paura di perdere l'unica persona di cui io mi sia mai innamorata.
I medici trasportano di fretta Kyle su una barella, eppure penso che sarebbero riusciti ad andare più veloci se si fosse trattato di una persona a loro cara.

E seguono ore trascorse nell'ignoto.

Sono le dieci di sera e il clima di Londra rimane ancorato alla sua tradizione. La pioggia bagna l'unica ampia finestra nella sala d'attesa, dall'altro lato il mio caffè caldo la sta appannando.
I rumori intorno a me sono spariti da tanto, siamo rimasti solo io e la pioggia, mentre non molto lontano John sta parlando con Sherlock, ma quest'ultimo è impietrito e non posso affermare con certezza se lo stia ascoltando o se sia invece immerso nel suo palazzo mentale, alla ricerca di indizi e collegamenti che aveva trascurato in questi ultimi mesi.
Il biondo, dopo che ha ricevuto come risposta una scena muta, decide di arrendersi e torna a sedersi su una sedia tutt'altro che confortevole.
La finestra smette di appannarsi, il caffè deve essersi raffreddato. Sto per gustarne un'altra goccia ma un medico si dirige verso di noi a passo spedito.
-È stabile. Tra non molto si sveglierà, potete stare con lui già da adesso.-
Ci annuncia con un sorriso faticato, è chiaramente stanco dopo aver operato per ore.
Sherlock schiude le labbra per poi richiuderle di nuovo appena nota i miei occhi scintillanti, sarebbero rimasti fuori il tempo necessario per tranquillizzarmi, me lo conferma John con un cenno di testa.

Accolgo il loro gesto generoso, non dev'essere stato facile dopo aver trascorso ore a chiedersi cosa diavolo stesse succedendo. Entro in camera e la vista di Kyle addormentato su quel letto mi mozza il respiro, mi affretto a raggiungerlo e a fargli sentire la mia vicinanza. La mia mano poggia sulla sua delicatamente, come se stessi maneggiando un oggetto prezioso e forse è proprio così.

In fondo, cosa c'è di più prezioso dell'amore?
Devo proteggerlo...non accadrà di nuovo.

Mi sporgo appena dalla sedia su cui sono seduta e poggio la testa sulla sua spalla, osservando il petto che si solleva a ritmo dei respiri regolari. Non posso fare a meno di ricordare quella mattina in hotel, vorrei soltanto che fosse di nuovo sano e a petto nudo, invece che indossare questo triste camice ed essere collegato a tubi che sembrano spuntare da tutte le parti.
Il mio battito si coordina con il suo per qualche istante, finché l'altro aumenta leggermente.
-Mh...cosa...?-
Mi raddrizzo al suono della sua voce.
-E pensare che pochi mesi fa avrei voluto spararti io quel colpo.-
Dopo aver sentito questa frase la sua espressione si illumina per un attimo e sembra ricordare l'accaduto, poi curva le labbra in un sorriso. Avrei voluto risparmiarlo da questo, il mio tono trapela preoccupazione che ho cercato stupidamente di sostituire con uno scherzo. La mente criminale, seppur ripiegata dalla confusione, non si sarebbe fatta sfuggire questo dettaglio.
-I proiettili sono di famiglia a quanto pare.-
Risponde ironicamente il corvino e, mentre cerca di mettersi a sedere, fa una smorfia di dolore.
-Stai giù, non sforzarti.-

Il nostro momento di intimità viene presto spezzato dallo spalancarsi della porta.
Mio padre Sherlock si era annoiato per troppe ore e stare nel suo palazzo mentale non gli bastava più, deve sapere la verità.
-Quindi, Kyle Moriarty, qual è il tuo piano? Sei fuori pericolo ma posso farti soffrire, se fosse necessario.-
Con questa affermazione allude alla morfina che sta impedendo al giovane Moriarty di sentire dolore.
-Sherlock Holmes, che piacere incontrarla. Ci sono due cecchini sul palazzo di fronte, non sarebbe cortese da parte sua fare del male al figlio di un vecchio amico.-
I due si ringhiano a vicenda come dei bambini che si sono rubati i giocattoli.
-Okay calmatevi, cominciamo dall'inizio...-
Inizio a raccontare ai due la nostra particolare storia. Dal primo giorno alla Paddington Academy, quando sono riuscita a riconoscerlo in pochi minuti e capì fin da subito che c'era in ballo qualcosa di grande, sapere di avere un acerrimo nemico è stata un'emozione indescrivibile, strano a credersi.
Arrivando all'incontro alla piscina di Londra, i due mariti sgranano gli occhi a sapere che Mycroft sapeva tutto e che li aveva tenuti all'oscuro. Proprio lui, con il suo carattere protettivo nei confronti del fratello e della sua famiglia. Ancora oggi mi sorprendo.
Giungo al momento più importante di questa vicenda e ammetto di sentire le guance rosee dall'imbarazzo, raccontata ad alta voce sembra una banale storia d'amore scritta da una ragazzina.

-Come possiamo fidarci?- La domanda dell'ex soldato è immediata, la sua preoccupazione è giustificabile. Gli stavo chiedendo di accettare in famiglia il figlio della persona che anni fa l'ha imbottito di esplosivi e l'ha tenuto lontano da Sherlock per due lunghissimi anni.
-Riconosco la verità quando la sento. Non ci farà del male e ha le capacità adatte per essere un consulente investigativo.-
John ricerca nello sguardo del detective un suggerimento su come continuare, ma lui sta scrutando il ragazzo con i modi di fare quasi uguali al padre.
-Mycroft saprà subito se farai il doppio gioco.-
Dopo momenti interminabili di silenzio, Sherlock si decide a proferire parola.
-E i miei cecchini controlleranno 24h/24 che Sheryl sia al sicuro.-
-Perfetto.- Sbatte le mani e si volta verso il marito, domandando. -Patatine, John?- In un attimo è già uscito dalla stanza, seguito dal biondo che lo rimprovera.
-Sherlock!-

-Ho la benedizione di papi.-
Afferma Kyle alzando le sopracciglia esili. Non sono sicura di cosa sia successo e di cosa passi per la testa del mio padre sociopatico iperattivo, nonostante ciò scoppio a ridere assecondata dal ragazzo...dal mio ragazzo.
Le nostre sincere risate inondano la stanza dalle pareti grigie che avrebbe dovuto conservare un brutto ricordo, ma qui vicino a lui, senza più segreti da mantenere, mi sento tremendamente raggiante.


Angolo autrice _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Sono passati solo 6 giorni dalla scorsa pubblicazione, eppure ho l'impressione di averci lavorato molto di più su questo capitolo.😅 Finalmente eccolo qui.
A fine storia ho in mente di postare una pagina dedicata ai prestavolto.💕💕

Daughter of a genius | ✒Where stories live. Discover now