Vi manco ancora?

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-Che stai dicendo? Ha voluto lui che ti occupassi del caso!-
Mi lascio le sue proteste alle spalle e faccio un lungo respiro prima di lasciar correre le mie deduzioni.

-Chiunque dopo un furto del genere si sarebbe affrettato a far cambiare la serratura...-
Prima che il proprietario potesse ribattere, vado verso il suo ufficio e, con due fili di ferro che avevo dentro il cappotto, inizio a forzare la serratura.
-Aspett- Nemmeno riesce a completare la frase che io ho già aperto la porta.
-Ha chiamato me perché, non facendo parte della polizia, non avrei potuto arrestare il colpevole, ma sarebbe stato un avvertimento. Secondo lei, io avrei dedotto il coinvolgimento di tutti i dipendenti così da prendere dei soldi quando volevano e dividerseli. In effetti, nessuno l'aveva aiutata quando lei era a terra e questo li ha resi tutti dei sospettati.
Oppure, lei si sarebbe portato del denaro a casa accusando i suoi lavoratori, senza dubbio li avrebbe messi uno contro l'altro. Qualcosa mi dice che tutti avrebbero sospettato della persona che si occupa delle pulizie, quella sala è inutilizzata ma pulita regolarmente.
È forse successo qualcosa fra lei e questa ragazza?-
Osservo i dipendenti che annuiscono silenziosamente.

Il minuto successivo è stato dominato da una serie di sguardi, poi la donna lascia a metà la pulizia di quel rubinetto e dice sottovoce. -Dimmi che non è vero.-
-Ho sbagliato a fidarmi di una ragazzina.
Fuori dal mio locale!-
La voce dell'uomo trema e non riesce ad affrontare a lungo il mio sguardo.
-Vi consiglio di guardare i video di sicurezza, ora che la porta è aperta.-
Ghigno ed esco con Noah, che ha ancora la bocca spalancata dallo stupore.

Ormai abbiamo superato pure la seconda ora e sarebbe inutile entrare a scuola, quindi ci concediamo un giorno libero.
Visitiamo diversi distretti di Londra e racconto aneddoti che riguardano me e i miei padri, Noah insisteva sempre e per vari motivi finivo per rinviare la storia della mia vita, che a parer suo è un'avventura.
È la prima volta dopo mesi che riesco a godermi nuovamente la fresca aria primaverile di Londra, a passeggiare tra la gente senza sentir il bisogno di dedurre qualcosa. Ancora mi chiedo se papà sia riusciuto a provare queste sensazioni, che a volte tendo a sottovalutare pure io.

-Vi manco ancora?-

Bastano tre semplici parole per ricordarmi chi sono, la figlia del grande Sherlock Holmes e il futuro secondo consulente investigativo al mondo.
Io e il mio assistente alziamo lo sguardo come il resto della folla, che adesso sta ignorando i suoi programmi per guardare gli schermi che coprono buona parte dei grattacieli.

-Sono lieto di annunciare il secondo consulente criminale! Sta arrivando Sherlock...ti brucerà il cuore.-

Dal passato torna Jim Moriarty. Come un incubo, solo che adesso non possiamo svegliarci e consolarci, non è una finzione.
La partenza è prevista per domani e il messaggio viene trasmesso oggi, finalmente riesco a capire prima che lui me lo spieghi con il suo atteggiamento pungente.
Vuole che Sherlock indaghi su Kyle mentre lui è lontano da Londra, non potrebbe mai pensare che si trova nello stesso albergo della figlia. Brancolerà nel buio e non avrà modo di proteggermi.
"Ti brucerà il cuore", le sue intenzioni sono più che chiare.

-Tuo padre sa di Kyle, vero?- Noah non smette di muovere ogni parte del corpo dall'agitazione, al contrario della sottoscritta che sta fissando il vuoto, facendo scorgere l'ombra di un sorriso.
Evito la sua domanda e mi limito a salutarlo, prima di sparire dietro l'angolo.
Al mio ritorno non vedo i miei in casa, quindi ho l'occasione di gioire ad alta voce riguardo quello che è appena successo.
Prendo il grasso Basset Hound in braccio e saltello per l'appartamento.
-Domani sarà un'ottima giornata per rischiare di morire!-
Nella mia stanza avevo appeso un bersaglio con una foto di Kyle, lancio una freccetta e arriva perfettamente al centro della fronte.

-Dev'essere Natale!-
Continuo a sbraitare e mi occupo delle ultime cose, così da essere pronta per la partenza di domani.
Poco dopo i miei genitori tornano a casa.
John ha un'espressione afflitta, invece Sherlock è scombussolato. Da una parte lo aveva messo in conto dopo la cartolina, ma dall'altra si augurava che fosse solo una futile preoccupazione e che la sua famiglia non fosse in pericolo.

-Credi sia un suo...allievo o qualcosa del genere?- Chiede John, dopo minuti interminabili di silenzio.
-Dev'essere qualcosa di più elaborato.- Risponde freneticamente, il marito capisce che è il caso farlo riflettere senza interromperlo.
Ogni secondo il senso di colpa aumenta. So che dovrei dirglielo, affrontare le cose insieme e avere molte più possibilità di uscirne illesi da questa storia.
Ma so anche che non posso lasciarmi sfuggire un'occasione del genere e il vecchio Moriarty è stato così perspicace da sapere che avrei reagito in questo modo.
Posso solo stupirmi delle sue immense capacità, ma questo non mi sarà d'aiuto per battere il suo erede.

Domani mi aspetta un viaggio di quattro ore, sarà meglio riposare perché dovrò stare vigile in ogni momento.
Rivolgo lo sguardo verso il lampione di fronte la finestra della mia camera, che illumina la Baker Street notturna.
Potrò dimostrare di essere in grado di ricoprire la carica a cui tanto ambisco, anche se dovesse costarmi la vita.
Quei pensieri causano un effetto soporifero e dopo pochi minuti mi abbandono a un sonno piacevole e profondo.


Angolo autrice _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Ciao a tutti💜
Sto avendo molta ispirazione in questi giorni, aspettatevi dei colpi di scena nei prossimi capitoli. :)
E se vi va, scrivete la data in cui avete letto questo capitolo, solo per curiosità mia.

Daughter of a genius | ✒Where stories live. Discover now