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-Sta attenta.-

Mi raccomanda John. Di fronte a noi due pullman sono pronti ad ospitare gli studenti della Paddington Academy, emozionati per la partenza.
Alcuni spendono il tempo prima del viaggio a salutare la propria famiglia, altri invece sono già sul veicolo, facendo capire molto sul rapporto che hanno con i loro genitori.
Io faccio parte del primo gruppo. Dopo la minaccia del defunto Moriarty non sarebbero stati di certo tranquilli un momento, tocca quindi a me continuare ad interpretare la parte della brava alunna felice di scoprire cose nuove, senza alcun temibile nemico pronto ad ucciderla a qualunque costo.
Dopo diciassette anni ho già imparato ad ingannare gli occhi vigili di Sherlock e lo studio della psicologia mi ha dato un grande aiuto. Infatti, il nostro interlocutore può capire se stiamo mentendo da piccoli segnali non verbali.

Abbraccio i due, prima di afferrare il mio trolley e salire sul pullman assegnato alla mia classe. Senza che me ne fossi accorta, ero l'unica a non essere ancora salita e per "puro caso" l'unico posto disponibile è vicino a Kyle.
Noah, dal sedile posteriore, mi alza le spalle per comunicarmi che non ha potuto far nulla per evitarlo.
Prendo posto vicino al ragazzo, come al suo solito elegante e composto.

-A Sherlock è piaciuto il suo annuncio?- Spezza il silenzio, dopo un quarto d'ora di viaggio.
-Sta ancora cercando di capire chi sei.-
Lo guardo con la coda dell'occhio e lui fissa il paesaggio fuori dal finestrino. Vista da fuori, sembra una comune conversazione tra compagni di scuola.
E anche lui, in quel momento, sembra un comune adolescente.
-Speravo che non glielo avresti detto. Sei perfino più interessante di quanto mi aspettassi, Sheryl Watson.-
-Lo sai che sei nato solo per completare il suo stupido piano, vero?-
Questa volta si gira e permette ai nostri occhi di incontrarsi. Il suo viso non fa trasparire nessuna emozione e spero che anche per il mio sia lo stesso.
Mi aspettavo qualunque tipo di risposta, anche che mi strangolasse qui davanti a tutti, invece ritorna a concentrarsi sullo scenario esterno.

Come da programma il viaggio dura circa quattro ore. Al nostro arrivo veniamo accolti dall'albergatore, che finge di non essere per nulla preoccupato all'arrivo di tutti questi adolescenti.
Quando assegnano le camere mi rendo conto di non aver instaurato nessun legame con le ragazze della classe, di cui io sono la nuova arrivata, quindi non ho idea di chi avrebbe accettato di avermi nella stessa stanza.
In quel momento qualcuno mi tocca la spalla e girandomi scopro che è la fan dei miei genitori, Carol, ha una chiave in mano quindi posso immaginare la sua domanda.
-Ti andrebbe di condividere la stanza?-
Come mi immaginavo, mi chiede con un grande sorriso attendendo la mia risposta con impazienza.
-Certo.-
Avrei dovuto subirmi tutte le sue domande sulla carriera del consulente investigativo e del dottore, ma sempre meglio che stare con qualcuno che non gradiva affatto la mia presenza.

La nostra permanenza in hotel dura solo il tempo necessario per sistemare le nostre cose e riposarci.
Già nel pomeriggio siamo diretti verso il reale inizio della nostra noiosa visita d'istruzione a Leeds.
La nostra guida ha cominciato a raccontarci tutto ciò che conosce dei monumenti che incontriamo lungo la strada. Io mi fingo di ascoltare sapendo che tra cinque minuti avrò eliminato il 50% delle informazioni ricevute. Moriarty fa lo stesso.

-Il grande Sherlock Holmes dovrebbe decifrare questa iscrizione.-

Fa la guida turistica ed indica una serie di numeri segnati nella parete del Jubilee Clock, una piccola torre con un orologio eretto per commemorare il giubileo della Regina Vittoria nel 1901.
Quando tutti si sono allontanati, mi avvicino alla torre. I numeri sono stati incisi di recente, non sono originali.
Guardandomi intorno vedo due telecamere che riprendono questo punto, ma è inutile chiedersi come abbia fatto a non farsi scoprire.

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Non è necessario cambiare la disposizione dei numeri per capire il messaggio.
Camera 167 alle ore 03:45. Alla famiglia Moriarty piaceva fare le cose in grande stile, troppo noioso lasciare un biglietto.
Ha bisogno di dimostrare che è in grado di fare ciò che vuole in qualsiasi luogo si trova.
Deglutisco e occhi mi si illuminano di entusiasmo. Tuttavia Noah, trascinandomi verso la folla di ragazzi, mi ricorda di continuare a recitare il mio ruolo senza distrazioni.

La nostra lunga visita per le maggiori attrazioni di Leeds termina qua per oggi. Esausti, torniamo nelle nostre camere.
Carol inizialmente si stava dimenticando delle domande che voleva pormi, ma poi sembra essersene ricordata quando termino la mia chiamata con Sherlock.
Ha detto di avere una pista per il "caso Moriarty", Kyle avrà pensato a qualcosa per distrarlo durante la mia assenza, che lo avrebbe portato verso un vicolo cieco.
Dopo i miei lunghi racconti, Carol scioglie la coda in cui sono raccolti i suoi lunghi capelli rossi e va a dormire, al contrario di tutti gli altri che girano per le camere.

Prendo l'orologio poggiato sul comodino per controllare l'orario.
03:43.
È ora di togliere questa fastidiosa maschera e arrivare alla parte più interessante di questo viaggio.
Raggiungo la camera 167 a silenziosi passi. È buia e sembra non essere occupata da nessuno.
Le luci esterne dell'hotel illuminano parte del letto e del tavolo, mentre altre parti rimangono oscurate dalla notte.

-Pronta a giocare, Sheryl?-

Moriarty sbuca lentamente come un'ombra e rivolge la schiena alla finestra, in questo modo posso vedere la sua figura ma il volto è ancora nascosto dall'ombra.
-Ti hanno raccontato della granata di Eurus che ha fatto saltare in aria il tuo appartamento?
Ne arriverà un'altra, nella notte. Arriverà mentre dormono e la mattina successiva non avranno nemmeno il tempo di riconoscerla che...BOOM!-
Accompagna quell'esclamazione con un gesto delle mani, che poi ripone nuovamente nelle tasche dei pantaloni.
-A meno che?-
Domando, quando stava rimanendo fin troppo in silenzio.
-A meno che non li chiami e dici loro che Buckingham Palace sta per esplodere.-
Nonostante la sua affermazione, continuo a mantenere uno sguardo duro.
-A che scopo?-
Si decide a muoversi e la porta della camera 167 si chiude dietro le mie spalle.
-Perché Sherlock mi sta rovinando il divertimento e ha comprato un biglietto per Leeds.-
Il suo piano non ha funzionato e non poteva permettere che la famiglia Holmes segnasse un punto.

Prendo il mio cellulare e inizio a digitare il numero di mio padre.


Angolo autrice _ _ _ _ _ _ _ _ _
Vi consiglio di allacciare le cinture prima di leggere il prossimo capitolo...👀

Daughter of a genius | ✒Where stories live. Discover now