La colazione in albergo fu una delle cose più invitanti che Cloe avesse mai visto. Tè, caffè, succo, yogurt, brioche, torte, frutta... Ce n'era per tutti i gusti. La bambina prese il latte con i cereali com'era abituata a casa e una fetta di torta al cioccolato. Mamma le aveva suggerito di assaggiare una cosa tipica del posto ma a lei non faceva voglia: aveva l'aspetto di una merendina tipo "plum-cake", di quelle dolci e semplici ma asciutte da faticare a mandarle giù.
Carica per la giornata, già in costume e infradito, la famiglia si alzò da tavola e uscì dalla sala imbandita per incamminarsi verso la spiaggia. Sotto il caldo del sole già alto attraversò la strada e imboccò un piccolo sentiero sabbioso che saliva in mezzo a una vegetazione bassa e rigogliosa.
- Vieni Cloe che andiamo sulla duna! Togliti le ciabattine ma attenta a dove metti i piedi. -
Il tocco con la sabbia fu vellutato e il percorso fu breve. Si sentiva già la brezza marina muovere i lunghi fili d'erba e le foglie delle piante con un fruscio leggero, quando arrivarono in cima alla piccola collinetta verde e davanti ai loro occhi si espansero colori stupefacenti. Il blu e l'azzurro acceso con sfumature verde acqua, erano proprio quelli osservati il giorno prima dal finestrino dell'auto ma, verso la riva, l'azzurro schiariva fino a riflettere perfettamente la tonalità della sabbia quasi bianca con una limpidezza assoluta.
Era il suo primo giorno di mare dell'anno e non appena le si presentò quella vista, Cloe partì di corsa giù dalla duna, sprofondando ad ogni passo. Mamma la chiamò preoccupata, la rincorse e la bloccò.
- Devi aspettarci! Prima ci sistemiamo all'ombrellone, ci togliamo i vestiti e ci mettiamo la crema, poi puoi fare quello che vuoi ma sempre con noi vicino, ok? -
Cloe rimase impaziente e ribelle, mentre i genitori la preparavano, ma pochi minuti dopo riprese la sua corsa verso la riva.
Gli schizzi della prima onda incontrata sul bagnasciuga di cristallo liquido le rinfrescarono gambe e piedi. La sabbia lì era più ruvida. La bambina ne prese in mano una manciata e la sfregò per sentirne tutti i granellini: ce n'erano di fini e di più grossi. Guardò poi a terra e vide tante piccole conchiglie sprofondare sotto il suo peso e spostarsi qua e là con la spinta delle onde. Molte erano rotte, frammentate in piccoli pezzettini, ma Cloe cominciò a raccogliere le più belle tra quelle rimaste intere. Ce n'era una a chiocciola bianca bianca, una maculata che aveva la forma della casa delle sirene, una a spirale dalle sfumature rosee.
D'un tratto un'onda più grande delle altre travolse la bambina fino a farla cadere e lei, ormai seduta sulla sabbia, sentì qualcosa di solido sfiorarle la schiena mentre l'acqua si ritirava. Si girò e lo vide spostarsi verso avanti, lo seguì con lo sguardo e si lanciò a gattoni per afferrarlo. Riconobbe allora che era una bellissima conchiglia, grande quanto una mano. La osservò, girandola e rigirandola. Aveva una tinta rosea con macchie e striature color sabbia, era di quelle a spirale, stretta e a punta da un lato e con un'apertura larga dall'altro. Spesso dentro ci si poteva trovare un animale ma questa era vuota e leggera. Alla luce del sole aveva riflessi argentei. Era la più bella conchiglia che Cloe avesse mai visto.
- Wow che meraviglia! Ma quanto fortunata sei Cloe?! Hai trovato una conchiglia bellissima! Così grandi di solito ci sono solo nell'acqua fonda! - disse la mamma raggiungendo e abbracciando la figlia, felice di poter condividere con lei quella scoperta.
- Bella davvero! Lo sai che nelle conchiglie così, se le avvicini all'orecchio, puoi sentirci il mare dentro? La porteremo a casa, così anche quando saremo in città potrai sentire il rumore di questo mare del Salento. Prova! -
Papà avvicinò la conchiglia all'orecchio di Cloe e la bambina ascoltò.
Sentì il mare come se fosse racchiuso lì dentro, ma non fu l'unica cosa che udì. Tra un fruscio e l'altro delle onde, una voce parlò.
"Questi posti magici sono come un sogno da scoprire e una realtà in divenire."
Cloe, stupita, alzò lo sguardo verso il papà e allontanò la conchiglia.
- Hai sentito il mare vero? Ascolta ascolta! -
La bambina riavvicinò la conchiglia all'orecchio.
"Ogni elemento di questa terra ha una storia da narrare. Storie lasciate al vento ma per nulla perse nel tempo, perché ogni soffio qui è un racconto da ascoltare."
Forse era la voce del mare, forse la voce del vento, forse la voce dell'intero Salento. Cloe non lo sapeva ma il suo suono misterioso la affascinava e mentre mamma e papà chiacchieravano e ammiravano il paesaggio, scattando le prime foto, lei continuò ad ascoltare.
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La Voce del Salento
Short StoryCloe è una bambina di poche parole, vive nel suo mondo pur essendo molto curiosa e intelligente. Ha voglia di scoprire ma lo fa in un modo tutto suo, toccando, osservando, inseguendo e solo con chi le ispira particolare fiducia tira fuori qualche pa...