10 - La Collina delle Ninfe

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Sveglia alle nove, abbondante colazione con pasticciotto, latte e cereali e la famiglia era pronta per l'avventura tra le campagne salentine. Avrebbero fatto un primo tratto in bici in esplorazione libera, per poi raggiungere il punto di ritrovo di un'escursione organizzata.

Era una giornata calda ma il vento concedeva un po' di respiro e le nuvole spesso coprivano il sole, dando sollievo alla pelle esposta. Il Regno degli Ulivi si estendeva davanti alla famiglia, mostrando però in quel tratto gli alberi più giovani, con tronchi sottili e ordinari nella forma, dei quali Cloe rimase un po' delusa.

- Ma qui non è come il Regno dev'essere -

- Regno? Ma cosa dici Cloe, sei immersa in una delle tue favole? -

- Il Regno degli Ulivi, non è così. Gli alberi sono statue, non tronchi -

I genitori si guardarono increduli. Normalmente quando la figlia faceva discorsi del genere parlava di mondi inesistenti, era molto strano che collegasse le sue fantasie alla realtà che la circondava.

- Statue? -

- Sì, statue e loro hanno un'anima -

- Loro chi? -

- Gli ulivi -

- Non capisco... regni, statue, ulivi, anima? - disse papà, rivolto alla compagna.

- Deve esserci un nesso nella sua testa... Camminiamo e vediamo se trova quello che si immagina. Cloe, tesoro, andiamo più avanti e vedrai che troverai quello che cerchi -

In effetti più si inoltravano nel sentiero in mezzo al deserto alberato, più la bambina percepiva qualcosa. Una sensazione di vita. Era un posto desolato ma nulla era immobile. C'erano sussurri, fruscii e movimenti. Certamente il vento muoveva ogni cosa ma ciò che Cloe percepiva non era udibile con le orecchie o visibile con gli occhi. Lo percepiva con l'anima. Man mano che proseguivano la sensazione si faceva più intensa e la bambina si accorse che anche gli ulivi diventavano sempre più grandi, sempre più nodosi e scultorei. Ora apparivano anche le loro forme.

- Mamma guarda, quella è la faccia di un vecchio! -

- La faccia di un vecchio? - la madre osservò l'albero indicato da Cloe, mentre frenava la bici, ma non ci trovò somiglianze.

- E quelle sono due persone che si abbracciano! - disse la bambina indicando un altro ulivo.

Papà si avvicinò al secondo esemplare e vide chiaramente ciò che intendeva la figlia: il tronco nodoso sembrava diviso in due figure. Nella parte superiore, da dove partivano i rami, c'erano due grossi nodi che apparivano come delle teste umane stilizzate. Sotto, altri due nodi legnosi, molto simili a delle braccia, entravano in contatto avvolgendo l'intero albero.

- È vero, questo è un'abbraccio! Brava Cloe! -

Papà imitò l'albero andando ad abbracciare la figlia, bloccata sul seggiolino della bici, fiero del suo spirito di osservazione e ammirato della bellezza di quella che, ora aveva capito, era una scultura naturale.

- Anche questo è una faccia e sembra proprio un anziano rugoso! Ha ragione Cloe, non lo stavo guardando dalla prospettiva giusta! - si accorse la mamma nel frattempo.

La famiglia proseguì la biciclettata con uno spirito nuovo, divertendosi a scorgere le strane figure che Madre Natura rappresentava in ogni albero, e Cloe sentiva sempre più chiaramente che gli ulivi stavano comunicando.

Giunsero in un punto particolare, su una collinetta, dove tra alberi dalle forme contorte e i rami che sembravano modellati dal vento, c'era un ammasso di giganti pietre, accatastate una sopra l'altra.

La Voce del SalentoWhere stories live. Discover now