11 - Gli Uri e il Trappitaro

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Il gruppo aveva ripreso la biciclettata in campagna, seguendo la guida fino a raggiungere uno spiazzo che costeggiava una strada dove c'era ad attenderli un piccolo bus.

- Eccoci alla prima sosta! Lasciate pure tutte le bici qui e accomodatevi sulla navetta, che sarete stanchi. Ci pensiamo io e il nostro conducente Gianmarco a caricarle - disse gentilmente la guida, indicando l'uomo di mezza età che attendeva appoggiato al veicolo aperto, con una sigaretta tra le dita.

- Buongiorno a tutti! Ci mancherebbe, salite pure. Due minuti e partiamo -

Cloe si chiese perché chiamassero "navetta" un piccolo bus che non aveva nulla a che fare con il mare e le navi, ma vi salì contenta di trovare a bordo una bottiglietta d'acqua fresca: il conducente ne aveva premurosamente preparata una per ogni sedile.

Il breve viaggio terminò tra le basse case di un paesino. Il gruppo scese ai piedi di una grande colonna, decorata con varie figure, sulla cima della quale stava in equilibrio la statua di una donna. La guida riunì tutti verso il centro della piazza, vicino a una fontana con un cavallo al galoppo.

- Siamo a Vernole, nella piazza Vittorio Veneto. Quella dietro di voi è la colonna in onore di Sant'Anna, raffigurata dalla scultura eretta all'apice. Vi chiederete perchè, dopo un tour tra ulivi e campagne, siamo qui nella piazza di un paese... Beh il motivo è molto semplice: non ci poteva essere modo migliore di concludere la giornata che visitando uno di quei luoghi dove i preziosi frutti degli alberi che oggi abbiamo osservato venivano portati per la lavorazione e il successivo consumo umano. Sto parlando chiaramente di un antico frantoio ipogeo, un trappeto come si dice da queste parti. E uno dei più importanti visitabili al giorno d'oggi, il trappeto Caffa, si trova proprio sotto questa piazza, sotto i nostri piedi! -

Tutti guardarono a terra, come se le parole della guida avessero avuto il potere di far apparire il frantoio al posto delle piastrelle della piazza.

- Il suo ingresso è lì in fondo e tra poco lo visiteremo, ma prima dovete sapere che questo trappeto è stato reso praticabile da non molto tempo. E' un frantoio ipogeo, ovvero sotterraneo, del 1500, ma dal 1930 fino agli anni '90 è stato chiuso e riempito di terra. Il motivo sembrano essere degli avvenimenti strani in tutto il paese che si pensava avessero origine dall'attività notturna di alcuni esseri non umani, gli uri, una sorta di folletti che si dice abitassero nel trappeto. Siete liberi di credere a questa storia o meno ma ha certamente il suo fascino. Ora addentriamoci del frantoio, così posso spiegarvi il suo funzionamento -

In quello stesso istante, Cloe avvertì un'energia strana: era il richiamo della conchiglia. Trattenuta dalla mano della mamma che le faceva attraversare la soglia del trappeto, la bambina doveva aspettare di essere all'interno per prendere la magica conchiglia dal suo zainetto. Scendendo le scale dell'entrata sembrava di inoltrarsi in un passaggio segreto nei sotterranei del paese: l'ambiente era cupo, quasi buio nonostante fosse pieno giorno, ma aleggiava un'atmosfera di antico mistero che lo rendeva affascinante. Il frantoio era illuminato qua e là da faretti dalla luce fioca, che mantenevano intatta l'atmosfera in penombra ma permettevano allo stesso tempo di vedere bene ogni angolo e ogni nicchia scavata nella roccia. L'unica luce naturale proveniva dalla scala d'ingresso e da un buco sul soffitto che, la guida spiegava, serviva per calare all'interno le olive da pressare. A lato c'erano come due giganti viti che scendevano dal soffitto e si inserivano su una pesante trave e, nel mezzo dell'ambiente sotterraneo, in piedi sopra una base, era posizionata un'enorme e massiccia ruota di pietra, con un grande palo di metallo arrugginito che fuoriusciva dal suo centro. La guida continuava la sua spiegazione ma il richiamo della conchiglia era troppo forte per Cloe. Aprì lo zainetto, la prese delicatamente e la avvicinò all'orecchio.

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