5 - Ninna la Tarantata

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Il mattino del secondo giorno di vacanza, quando scesero al buffet per la colazione, Cloe fu catturata da una vista familiare.

- Quelli, voglio quelli! - indicò.

Mamma non aveva nemmeno fatto a tempo a posare la borsa sulla sedia.

- Quelli cosa Cloe? -

- Quelli! -

- Ma ieri non li volevi quelli...-

- Ma sono i Pasticciotti! -

Ne era certa, quei dolci che il giorno prima aveva rifiutato erano proprio Pasticciotti! Un poco più ovali di quelli fatti da Nicola Ascalone, ma erano senz'altro loro. Mamma rimase sbigottita, mentre veniva trascinata dalla bambina al buffet.

- Quando l'hai sentito che si chiamano Pasticciotti? Ieri neanche mi ascoltavi... -

Era ormai abituata alle stranezze della figlia ma c'era sempre qualcosa di cui stupirsi. Mise in un piatto tre Pasticciotti e li diede a Cloe da portare al tavolo mentre lei restò a procurare acqua e succo.

Il piatto emanava il delicato profumo del Pasticciotto caldo che Cloe aveva sentito dagli Ascalone. Mentre lo assaporava camminava e non si accorse di tagliare la strada ad un signore, che urtò facendo quasi cadere tutto.

- Attenta Cloe! - disse papà che, appena entrato in sala, aveva visto la scena - chiedi scusa almeno... -

Ma la bambina aveva troppa fretta di assaggiare. Arrivò al tavolo, posò il piatto, si sedette, prese un Pasticciotto e lo addentò.

Solido all'esterno, con un cuore di crema soffice e vellutata... Aveva un gusto tra la crostata della nonna senza marmellata e il krapfen alla crema senza tutto quello zucchero appiccicoso. Eppure restava dolce. Era semplice ma buonissimo, una delle cose più buone che avesse mai mangiato. Lo finì senza accorgersene ma le bastò per rimanere sazia e soddisfatta.

La mattinata passò poi allegramente tra bagni, castelli di sabbia e schizzi con la palla. Era una giornata splendida, con un venticello lieve ma fresco, proprio come il giorno prima, e questa volta la famiglia pranzò con panini e insalata di riso sotto l'ombrellone. Durante la pennichella Cloe non riusciva a tranquillizzarsi, così, curiosa di sentire altre storie, avvicinò all'orecchio la conchiglia magica.

"Buongiorno Cloe, ricordi che a Galatina, il paese degli Ascalone, c'era aria di gran festa il giorno in cui Nicola inventò il Pasticciotto?"

- Sì -

"Era la festa di San Paolo, il guaritore delle Tarantate. Ho avvertito che sei stata un po' scossa nel sentire la sventura capitata a queste donne, dunque vorrei farti conoscere tutta la questione. Oggi ti mostrerò la storia di una di loro."

Cloe rimase sorpresa e si chiese come avesse fatto la conchiglia a capire come si era sentita nell'udire delle Tarantate bisognose di un miracolo. Si distese comoda sull'asciugamano e restò ad ascoltare.

"In un tempo non molto lontano, nelle campagne del basso Salento, un gruppo di contadine lavorava sotto il sole cocente alla raccolta del grano. Mietevano dall'alba e ormai il sole era alto, abbagliava la vista e faceva sudare, insieme al calore che risaliva anche dalla terra e affaticava ulteriormente. C'era un filo di vento a dare un leggero sollievo, ma non era abbastanza. Tra loro Ninna, una giovane ragazza prossima al matrimonio ma dal cuore diviso, si faceva forza pensando intensamente alla dolcezza del suo vero amato, che teneva segreto a tutti. Ma le girava la testa, avrebbe tanto voluto bagnarsela con dell'acqua fresca, anzi avrebbe desiderato tuffarsi a capofitto in mare. Il mare, però, distava almeno un'ora di strada in groppa agli asini e alle contadine era concesso andarci solo quando tutto il grano dei campi fosse stato raccolto. Ci sarebbero volute settimane e quelli erano solo i primi giorni di lavoro."

La Voce del SalentoWhere stories live. Discover now