Chapter 2

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Capitolo due.

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Era finalmente Agosto ed io avevo solo un mese di libertà prima di far ritorno a scuola. Sinceramente non volevo tornarci, ma del resto chi lo voleva?

Michael mi ha fatto promettere che sarei andato ad un altro dei suoi tè-party, allora quando sua mamma ha chiamato la mia per chiederle se fossi disponibile per incontrarmi con lui per giocare¹, mia madre mi ha lanciato l'occhiata più stranita del mondo.

“Luke, ti ho detto di uscire per farti degli amici con cui saresti poi andato a scuola, non per conoscere un ragazzino di cinque anni.” Sospirò.

Sebbene il comportamento di Michael fosse effettivamente quello, non mi piaceva il modo in cui mia madre lo squadrava. So di essere stato un ipocrita per come mi sono comportato con lui, ma in quel momento cominciai a sentirmi protettivo nei suoi confronti.

“Guarda che è più grande di me, mamma.” Le dissi, ma in risposta ricevetti uno sguardo che praticamente diceva di smetterla di scherzare.

“Se è più grande di te, allora perchè ha chiamato sua madre per chiedere se potevi andare a giocare? Luke, per me non ha senso. Ma anzi, sai cosa? Non importa. Vai semplicemente a...giocare.”  Poi se ne andò via da camera mia, ed io guardai fuori la finestra notando che Michael non era lì fuori come al solito.

Strano.

Lasciai casa mia per giungere a quella di Michael e bussare alla sua porta. Mi aspettavo che Michael o sua madre venissero ad aprirmi, invece c'era suo padre. 

Beh, colui che mi sembrava fosse suo padre dal momento che pareva la versione più vecchia di Michael.

“Tu devi essere Luke.” Mi sorrise cordialmente. “Michael è di sopra. Sta preparando il tè-party.”

Annuii e feci per salire le scale, quando il padre mi prese per un braccio facendomi fermare.

“Volevo solo...ringraziarti davvero tanto per essere così gentile nei confronti di Michael. So che non è proprio normale, ma significa davvero tanto per me e sua madre il fatto che abbia finalmente un amico.” Potevo scorgere i suoi occhi farsi lucidi, come se le lacrime stessero per scivolare.

“Trovo piuttosto divertente uscire con Michael. Non serve ringraziarmi.” Gli sorrisi, e lui mi lasciò andare su in camera di Michael.

Camminai verso la sua porta, la quale era decorata di vari stickers e disegni colorati e non potei fare a meno di sorridere alla vista di quei disegni sciocchi.

“Michael, sono qui!” Bussai alla porta.

Potei sentire diversi trambusti provenire dalla stanza, e lo sentii borbottare qualcosa che non riuscii proprio a capire.

“Michael?” Chiamai ancora. Aprii la porta e i miei occhi si spalancarono alla vista di tutto quel casino.

I pennarelli e i pastelli erano erano su tutto il pavimento, il tavolo che usava per i tè-party era rovesciato per terra, e le sedie erano per tutta la camera in diverse posizioni.

Sentii singhiozzare dal suo armadio e capii che Michael era nascosto lì. Camminai in direzione dell'armadio chiuso e mi ci sedetti di fronte, aspettando un po' prima di parlare.

“Michael sei qui dentro?”

Sapevo che era lì, ma volevo che mi parlasse.

“No.” Borbottò, tirando un po' su col naso.

Daniel → Muke (Italian translation)Where stories live. Discover now