Chapter 3

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Capitolo tre.

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Il piccolo collasso di Michael del giorno precedente, mi ricordò che malgrado il suo atteggiamento felice, nel cervello del ragazzo vi erano anche formati profondi pensieri negativi.

Qualcuno di così felice non dovrebbe avere questi tipi di pensieri. Dovrebbero essere per sempre felici.

Con questi pensieri di Michael, volli conoscere di più su di lui e sul suo passato. Per quale motivo si sentiva così? C'era stato qualche incidente che gli ha provocato un trauma, motivo per cui in quel momento si comportava così?

Non volevo risultare sgarbato e chiederlo a sua madre, così ho pensato alla scelta migliore: gli altri vicini.

Sicuramente qualcuno di loro viveva lì da abbastanza per sentire o vedere cose riguardanti Michael, giusto?

“Mamma, esco per una passeggiata” Le dissi mentre mi avvicinavo alla porta. Riuscii a sentire un borbottare simile ad un 'okay'.

Uscii di casa e cominciai a camminare lungo la strada, senza essere sicuro di dove stessi esattamente andando. Ricordai che Michael mi parlò di questo Calum il quale viveva in fondo alla strada, ma esattamente dove?

Sapevo che parlare con lui sarebbe stata la cosa migliore, in quanto entrambi avevamo la stessa età, e dunque speravo che le cose non sarebbero andate terribilmente.

Bussai a un po' di porte, alla maggior parte delle quali non rispose nessuno. Stavo per arrendermi, fino a quando all'ultima porta, non venne ad aprirmi un ragazzo all'incirca della mia età.

Pareva abbastanza confuso alla mia vista, ma del resto capivo il perchè - Ero solo un ragazzo a caso venuto a bussare alla sua porta nel bel mezzo della giornata.

“Si?” Salutò; beh, più una sorta di saluto confuso.

“Uhm..ciao. Sono Luke Hemmings e mi sono appena trasferito qui. Speravo mi potessi aiutare per alcune informazioni.” Dissi, sperando solo che non mi sbattesse la porta in faccia.

“Informazioni su che cosa?” Domandò, con un sopracciglio alzato.

“Conosci Michael Clifford?” Decisi di andare dritto al punto. Di certo non aveva alcun senso restarsene lì tutto il giorno se poi il ragazzo non sapeva nulla su Michael.

“Si, credo. In passato. Perchè vuoi saperlo?” 

“In quanto io viva di fronte casa sua l'ho frequentato spesso e mi chiedevo se...se tu sapevi come mai...come mai è così.” Non sapevo come dirlo senza risultare offensivo, soprattutto perchè non volevo assolutamente parlare male di Michael.

Sospirò. “Vieni dentro così parliamo.”

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Ero seduto nella cucina di Calum, quest'ultimo si stava preparando un caffè, il che risultava un po' strano visto che eravamo nel mezzo del pomeriggio.

“Dunque hai frequentato Michael?” Mi chiese mentre mescolava qualcosa nel suo caffè.

Annuii. “Molto spesso.” Gli risposi.

Ne prese un sorso per poi prendere posto al tavolo della cucina di fronte a me.

“Conosco Michael da una vita. I miei genitori erano i migliori amici di quelli di Michael dato che siamo vicini. Questo creò un legame tra me e Michael, nonostante la diversa mentalità. Non ho mai pensato a nulla riguardante Michael. Cioè, pensavo solo che fosse un po' infantile, ma completamente normale. Non ho mai pensato a queste cose fino a quando non entrò alle superiori. Io ero ancora in terza media.
Quelli erano i tempi in cui tutti si cimentavano nel corteggiare o nell'essere fighi. Avevo un altro gruppo di amici oltre a Michael, però mi si son sentito un po' cattivo a lasciarlo da solo,allora ho lasciato che venisse con noi.
Quando usciva con noi era strano. Si distraeva facilmente, poi voleva fare cose totalmente differenti dalle nostre. Del tipo, noi volevamo andare allo skate-park per fare colpo sulle ragazze e Michael si lamentava del fatto che non fosse divertente.
Le cose son peggiorate. Michael non andava per niente bene a scuola. Nella classe di Arte vedevi i ragazzi disegnare cose pazzesche con la piuttura, oppure sfumate con le matite. E poi c'era Michael che disegnava cose disgustose con i pastelli rosa.” Si fermò per un minuto per prendere un altro sorso del suo caffè, occasione per finirlo del tutto. 

Dunque Michael una volta era amico di Calum? Non potevo crederci. Calum non sembrava proprio il tipo.

“Le persone hanno cominciato a prendersi gioco di Michael. Una volta sentii mia madre parlare al telefono con la sua. Disse che stava pensando di ritirare Michael dalla scuola alla fine dell'anno.Disse anche che era tornato a casa piangendo e dicendo che i ragazzi erano 'dei gran cattivoni'.
Avevo solo 14 anni a quel tempo, però non ero stupido. Ero a conoscienza del fatto che Michael avesse qualche disturbo mentale per comportarsi in quel modo. All'inizio l'ho sopportato, dal momento che Michael era mio amico. Ma tutto ciò che voleva fare erano i tè-party e colorare con i pastelli. Cose che vuoi fare a cinque anni. Ed era strano vedere seduto un quindicenne che si comportava come se stesse parlando con un animale di peluche.
Mi ha un po' fatto male, sai? Vedere un tuo amico che..che lentamente diventa qualcun'altro.”  Si fermò, come se in sovrappensiero.

“Calum, non devi dirmi altro se non vuoi.” Gli dissi tranquillamente.

“Un altro giorno mi chiese se volevo andare ad un suo tè-party.” Disse silenziosamente, quasi come se fosse un sussurro.

Ricordavo che Michael mi aveva detto che chiese a Calum di andare al suo tè-party ma lui non si era mai fatto vedere.

“Non avevo cuore di dirgli di no. Gli dissi che sarei andato. E sai cosa? Non l'ho fatto.” Si mise la testa tra le mani, e riuscii a sentire tirar su col naso.

“Calum, non hai fatto niente di sbagliato.” Provai a confortalo, ma semplicemente mi respinse.

“Sono un pessimo amico. Mi sono comportato da stronzo con lui perchè avevo paura del giudizio delle persone nei miei confronti. Sono stato un codardo!” Urlò, lasciandomi spiazzato per il tono di voce usato. “Sua madre mi disse che si era chiuso nell'armadio e non ne è venuto fuori fino al giorno dopo. Pensava non volessi più essergli amico.” Scosse la testa e si alzò. “Dovresti andare.”

“Andare? Cosa, perchè?” Ero confuso, ma mi alzai ugualmente anche io.

“Credo di aver parlato abbastanza per oggi. Solo..solo non tornare.” Mi accompagnò frettolosamente alla porta. “E' stato un piacere parlare con te.” 

Non sapevo perchè mi stesse cacciando via, ma me ne andai come mi era stato chiesto.

Probabilmente avrei dovuto tenere le mie curiosità per me. Probabilmente non avrei mai dovuto andare da Calum per chiedergli di Michael. 

Almeno adesso avevo ottenuto buone informazioni su quest'ultimo. Anche se non volevo andasse in questo modo.

Mentre camminavo verso casa, notai Michael seduto di fronte alla finestra che mi salutò vigorosamente con la mano, un enorme sorriso sul suo volto. Prese Daniel e fece muovere la sua zampa così che salutasse anche lui, ciò mi fece ridere, e questo sembrava renderlo ancora più felice. 

Volevo comunque sapere di più su Michael. Non tutte le mie domande avevano ottenuto una risposta.

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-Translator Space.

Hello! Eccoci qui con un altro capitolo. Niente fluff, sorreh.

Scusatemi per eventuali errori grammaticali o sui tempi verbali, l'ho tradotto ieri sera alle undici, cercate di capire lol

Lasciatemi qualche stellina e commentino. Così continuo appena posso! 

Baci.

Daniel → Muke (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora