Capitolo 43

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Emily passò tutto il tempo della lezione a prendere appunti e a parlare con Kiran per fare in modo che non si annoiasse e scappasse via. La ragazza aveva la straordinaria capacità di farlo ragionare, nessuno, oltre lei,riusciva a farlo. Nemmeno Roy ci era riuscito, nonostante fosse come un padre per il ragazzo.

Terminate le ore di lezione, Emily decise che Kiran doveva passare un po' di tempo alla luce del sole. Così, armata di sicurezza e buone intenzioni, chiese al ragazzo di accompagnarla al parco. Lui fu sorpreso della richiesta della ragazza, ma non pensò nemmeno per un attimo di rifiutare la proposta.

«Allora Kiran, come te la passi?» Chiese la ragazza, mentre passeggiavano verso il parco.

«Non ne ho idea. Ma la tua presenza mi fa vedere il mondo sotto un punto di vista differente. Non sono del tutto sicuro di avere abbandonato tutto l'odio che mi porto dentro.» Disse Kiran, mettendo un piede davanti all'altro.

«Mi impegnerò al massimo per aiutarti...te lo prometto.» Emily si passò una mano tra i capelli e poi si piazzò davanti a Kiran «Giurin giurello?» Domandò la ragazza, alzando il mignolo.

«E va bene.» Kiran alzò il mignolo e lo incastrò con quello di Emily. Qualche secondo dopo, stavano già ridendo per la stupidaggine appena fatta.

Intanto, Emily era appena salita sull'altalena ed era sul punto di lasciarsi trasportare dal vento, si sentiva come la più piccola delle bambine.

Emily non pensava che, oltre all'amicizia, ci fosse qualcos'altro. Sin da quando era arrivata alla Revive, aveva sempre avuto questo tipo di rapporto col ragazzo. Forse, per lei, era arrivato il momento di riflettere, ma quello non era il momento per pensarci: liberò la mente e iniziò a dondolare, su e giù, con l'altalena. Kiran prese la risposta della ragazza per buona e fece cadere il discorso, poi, appoggiandosi all'asse di legno che sorreggeva l'altalena, rimase a fissarla mentre dondolava spensierata. Quella era una delle più soleggiate giornate invernali che Soldor avesse mai visto: il sole splendeva alto nel cielo e nell'aria c'era la tipica atmosfera primaverile. I bambini correvano e urlavano nel parco, immergendosi in qualche loro avventura immaginaria. Altri, invece, preferivano giocare con i loro animali domestici lanciandoli qualche bastoncino o viziandoli con dei grattini sulla pancia. L'aria era calma e non soffiava nemmeno un filo divento: una piccola farfalla color argento decise di poggiarsi sul naso di Kiran che, affascinato dal sorriso mostrato dalla ragazza, se ne stava accanto a una panchina ad osservarla dondolare. Kiran era attratto dal viso fanciullesco di Emily,nonostante avesse diciotto anni, aveva ancora il viso di una sedicenne. Il ragazzo passò diversi secondi a studiarne i particolari: gli occhi erano dello stesso colore degli smeraldi mentre i capelli corvini le ricadevano lungo la schiena e le spalle. Il viso era contornato da delle sopracciglia fine, ma da una forma elegante e sinuosa. Mentre l'altalena portava il corpo atletico della ragazza su e giù, Kiran le andò incontro. Emily scese dall'altalena e tese la mano al ragazzo, il giovane l'afferrò e notò, per la prima volta, che erano più piccole rispetto alle sue: inoltre, Emily, aveva l'abitudine di colorare le sue unghie con dello smalto di colore rosso, e a Kiran la cosa sembrava divertire. 

Non riusciva a capire il senso di colorare le unghie in quel modo, poteva capire le labbra,ma non le unghie. Non espresse questo suo dubbio con la ragazza, si limitò a sorriderle e ad osservarla per scoprire che, forse, provava qualcosa oltre il semplice affetto. Il pomeriggio passò e, senza che i due se ne accorgessero, arrivò la sera: avevano passato le restanti ore del pomeriggio a chiacchierare e non si erano accorti che era arrivata l'ora di tornare alla Revive. Kiran accompagno Emily nella propria stanza e la salutò con un piccolo bacio sulla guancia, una cosa che non aveva mai fatto prima. Emily rimase un po' sorpresa, ma si limitò a sorridere e a richiudere la porta. Una volta tornato in stanza, Kiran si sentiva stranamente felice. Non aveva chissà quali motivi per esserlo, ma il solo pensiero di avere accanto a sé una amica come Emily, lo faceva stare bene. Forse non voleva ammetterlo ma, quella sera, ebbe la sensazione di volerla rivedere. Kiran era un misto di emozioni e contraddizioni, non sapeva quello che voleva fin quando non si presentava l'occasione di non poterlo avere mai più. Fu proprio per quel motivo che decise di non dare importanza a quel sentimento, preferì farlo affondare nella dolce oscurità della sua anima indecisa.

Cronache Di Un Lupo - L'inizioWhere stories live. Discover now