Capitolo 78

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Passammo il resto della giornata a sistemare la roba e, senza accorgercene, si fece sera. Stando a quanto ci aveva detto il padre di Lena, la Revive doveva trovarsi a qualche isolato dal nostro appartamento, quindi non sarebbe stato un problema raggiungerla a piedi: l'indomani avremmo dovuto presentare la domanda d'ammissione. Durante la giornata avevo raggiunto J nella sua stanza; ci parlai a lungo e, alla fine, anche lui convenne che iscriversi alla Revive era la scelta giusta. Il mattino seguente ci svegliammo di buon'ora, ci preparammo e uscimmo di casa per raggiungere l'università. Era una delle accademie più grandi di tutta la città ed era posizionata accanto al limitare del bosco. Usciti di casa superammo una concessionaria, un paio di negozi di alimentari e vestiti ed un piccolo cinema dei primi anni 2000, poi, in lontananza, riuscimmo finalmente a intravedere i primi alberi di quercia della foresta: ancora qualche passo e saremmo finalmente arrivati. La Revive era proprio lì; la scuola era fiancheggiata da un lato dal grande bosco e dall'altra da un piccolo parco giochi; la zona non era ricca di case, ma era fornita di negozi nei quali vi era un grande afflusso gente. Tentai di guardarmi intorno in modo da creare una mappa mentale del posto, guardai attentamente il parco, la scuola e infine il bosco. Fu allora che il mio sguardo si posò su qualcosa di magnifico: le montagne di Soldor facevano come da guardiano a tutta la città, le sue vette erano così alte da toccare il cielo e sparire tra le nuvole. Guardarle fu un'emozione unica.

Rimasi qualche minuto a fissarle e poi tornai ad analizzare la scuola. La Revive era l'istituto scolastico più grande che avessi mai visto, da fuori si notavano il piano terra, il primo, il secondo e il terzo piano. Ai lati dell'edificio, posizionati su due piani differenti, si potevano notare due lunghe ali che facevano da corridoi. Una sbucava nel cortile, mentre l'altra in una struttura coperta. Davanti a me avevo degli scalini che portavano alla porta principale e, in cima ad essi, vi era una scritta molto grande attaccata al resto della struttura: quando la raggiunsi notai che una delle lettere, la V, faceva anche porta. Ero emozionato, quindi raggiunsi per primo l'ingresso, mentre Lena e J, ancora parecchio spaesati, salirono qualche minuto dopo. Spalancai la porta a forma di V e mi ritrovai nell'ingresso, o il pian terreno, come indicava l'insegna sul muro alla mia destra. L'interno di quella stanza era tutto fatto di un legno molto lucido, alla mia sinistra avevo un lungo corridoio mentre a destra vi era una grande finestra in vetro opaco. Davanti a me avevo degli scalini che probabilmente portavano al secondo piano, mi guardai intorno per capire dove fosse la segreteria studenti e proprio in quel momento vidi passare un ragazzo. Il mio corpo ebbe un piccolo fremito e gli occhi brillarono per un attimo, era come ste stessi reagendo alla sua presenza. Il ragazzo non sembrava essere molto più grande di me, ma era abbastanza alto, capelli biondi e corporatura massiccia. Dato che non avevo idea di dove dovessi andare, decisi di chiamarlo.

«Ehi, scusa, sapresti dirmi come fare per raggiungere la segreteria?» chiesi in modo cortese. Il ragazzo non mi degnò della minima considerazione e tirò dritto per la sua strada. "Che razza di idiota" pensai, mi scrollai di dosso il nervoso e continuai la mia ricerca. Subito dopo, Lena e J mi raggiunsero.

«Avete qualche idea su come raggiungere la segreteria?» chiesi.

«Dovrebbe essere al primo piano, come nella nostra scuola» rispose J.

Lena si limitò ad annuire, insieme salimmo le scale e raggiungemmo il primo piano. Una volta raggiunto notammo che, sulla destra, vi era un enorme salone decorato con vari quadri e arazzi e, incastrato in una parete, vi era un camino: la porta della stanza era stata lasciata aperta. Alla nostra sinistra, invece, avevamo una piccola finestra e una porta con su scritto "Registrazione Studenti": la porta sì aprì non appena suonammo al piccolo citofono posto vicino ad essa. La stanza era tutta illuminata dalla luce del sole, alla parete vi erano appesi numerosi quadri e fogli. Vicino la scrivania c'erano un computer e una stampante. La donna che aveva aperto la porta se ne stava seduta ad osservare il panorama che la vetrata del suo ufficio offriva. Quando ci sentì entrare ci salutò e ci fece cenno di accomodarci sulle sedie poste di fronte al tavolo in legno. Pareva essere una donna molto gentile, capelli neri raccolti con una molla, occhi castani e carnagione chiara. Sul viso non c'era traccia di rughe o di qualcosa che facesse intendere la sua età.

«Siete qui per iscrivervi?» domandò la signora con un tono molto dolce.

«Si» rispose Lena.

La segretaria prese tre moduli dal cassetto della scrivania e ci invitò a compilarli.

«Raccon hai visto?» esclamò John mentre scorreva gli occhi sul foglio. «C'è una sezione che parla della possibilità di alloggiare direttamente nell'istituto, sempre che ci siano posti disponibili.»

«Jhon, ascolta, per me e Raccon non ci sono problemi. Puoi rimanere con noi se vuoi, non c'è bisogno che tu vada via» rispose Lena.

«Bro, ci conosciamo da anni. Non è un problema se rimani con noi.»

«Ragazzi, siete molto gentili. Ma voglio sfruttare questa possibilità» disse J mentre compilava il modulo.

Una volta finito, consegnammo tutto alla segretaria e ci alzammo pronti per esplorare la scuola.

Cronache Di Un Lupo - L'inizioWhere stories live. Discover now