Capitolo 3

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Aiutai mia sorella a trascinare la valigia dentro il cofano della macchina. Come poteva portare tanta roba solo per qualche giorno?
"Gemma, non pensi di esagerare?"
"No!" grugnì seccata dalla mia domanda.

Prendemmo posto dentro la macchina, lei si mise nel posto davanti con mia madre io mi accontentati del posto dietro. Accese la radio mentre nostra madre mise a moto la macchina.
Dovevo resistere per ben tre ore di macchina prima di arrivare a Londra. Presi il cellulare, in qualche modo dovevo pur passare il tempo.

Da Niall:
Hey, sei già partito?

Niall era uno dei miei migliori amici, purtroppo non abitavamo vicino quindi non lo vedevo mai. Lo avevo conosciuto per caso su Twitter e avevamo subito stretto amicizia. Era un ragazzo un po' strano, quando lo chiamavo non faceva altro che ridere e parlarmi delle partite di calcio che seguiva da fiero ragazzo di Mullingar.

Per Niall:
Siamo partiti ora!

Feci un sospiro, speravo di incontrarlo, era riuscito a convincere i suoi genitori a portarlo a Londra, per i suoi diciassette anni si era fatto regalare, in anticipo, un biglietto così potevamo finalmente incontrarci.

Il viaggio fu particolarmente tranquillo, mia sorella cantava le canzoni che passavano alla radio e io cercavo in tutti i modi di non ascoltarla e guardare il paesaggio fuori. Guardavo il cellulare e calcolavo le ore rimanenti che presto divennero solo minuti.

Arrivammo finalmente davanti la struttura che ci avrebbe ospitato. Scesi dalla macchina guardandomi attorno.
"Mamma devo andare" annunciai eccitato all'idea di vedere Niall.
"Harold, sai bene che devi prima portare la valigia dentro" cercò di tenere un tono calmo.
"Gemma potrà portare tranquillamente la mia valigia" spiegai gentilmente guardando la faccia di mia sorella per niente felice delle mie parole. "Me lo devi" continuai guardando verso la direzione di Gemma che stava facendo finta di non ascoltare.

"Dai Harry, devo presentarti una persona" mia madre mi sorrise aprendo il cofano della macchina.
Una persona? Non conoscevamo nessuno di Londra, almeno credo, forse qualche parente lontano.

Aiutai mia sorella a tirare giù le valigie, presi la mia e la trascinai fino all'entrata della casa. Mia madre ci aprì gentilmente la porta ed entrammo dentro.
Vidi un signore avvicinarsi a noi, aveva circa una cinquantina di anni o forse qualcosa in meno. Non ero molto bravo a capire l'età delle persone.

"Gemma ed Harry vi presento Simon" esordì con un enorme sorriso in volto. "Vi ho fatto venire qua principalmente per farvelo conoscere" continuò tenendo sempre quel sorriso da persona entusiasta.
"Ho sentito parlare molto di voi due" quell'uomo sorrise e tese una mano verso di me che io strinsi.
"Piacere nostro" cercai di non sembrare troppo scorbutico ma non avevo ancora afferrato cosa ci facesse questo uomo qua e perché mia madre teneva quel sorriso.

Gemma si presentò, anche lei sembrava molto turbata e mi mandava qualche sguardo per cercare di capire cosa pensassi della situazione.
"Gemma tu hai diciannove anni giusto?" chiese con un tono gentile Simon.
"Sì, devo compierne venti a Dicembre"
"Ho un nipote che ha più o meno la tua età" si voltò verso mia madre.

Un fidanzato per Gemma? Iniziai a ridere, era ridicolo. Gemma mi diede un colpo sulla testa.
"Me lo hanno lasciato in affidamento i suoi genitori, non è il mio vero nipote ma diciamo che come ragazzino è molto irrequieto e dovrà stare con me per altri sei anni circa" raccontò come se qualcuno fosse davvero interessato alla storia di questo ragazzo.
"Mamma" mi lamentai verso mia madre "posso andare ora?" cercai di sembrare più tenero possibile.
"Harold" mi rimproverò lei.

Ero solo un ragazzino che voleva incontrare il suo amico che non aveva mai visto in tutta la sua vita, non volevo passare l'estate in questa casa con un vecchio che ci provava con mia madre, una sorella che mi rendeva la vita già impossibile a casa e molto probabilmente anche con il finto nipote del vecchio Zio Simon.

"Anne lascialo pure andare, ci penso io a portare le sue cose dentro la sua stanza" Simon cercò di rassicurare mia madre che sospirò dandomi via libera.
"Non ti perdere" squittì "e porta Gemma con te".
"Cosa? NO!" Urlai l'ultima parola ma il suo sguardo severo su di me mi fece rimpiangere amaramente di aver urlato quel 'NO'.
"Andiamo fratellino" mia sorella cercava di fare la gentile davanti al nuovo fidanzatino di mamma, ma sapevo che avrei passato un bruttissima giornata in compagnia di mia sorella.

Uscii di casa con lei davanti a me. Presi i miei occhiali da sole, che erano riposti al sicuro dentro i miei pantaloni, indossandoli.
"Senti, tu vai pure a trovare il tuo amico Irlandese, io farò un giro da sola. Ci vediamo vicino il Big bang fra quattro ore" ammonì Gemma e io non feci altro che annuire da bravo fratello minore.
"Big bang tra cinque ore! Ricevuto"
"Ho detto quattro"
"Ho capito sorellona, tra cinque ore" feci un sorriso prima di sgattaiolare via da lei.

Presi il cellulare cercando di chiamare Niall. Speravo di non perdermi.
"HARRY!" urlò dall'altra parte del telefono. Lo allontanai subito dal mio orecchio,potevo davvero rimanerci secco e non sentirci più a causa di Niall che aveva iniziato a ridere.
"Dove sei?" chiesi mentre mi ero già incamminato verso il centro di Londra.
"Dimmi dove ti trovi tu" protestò facendomi ridere e mi guardai attorno.
"Credo che sono vicino a..." alzai la testa senza finire la frase "Big Bang" riuscii a notare la punta dell'enorme orologio.
"Arrivo Harry" cercò di imitare l'accento inglese senza però riuscirci.

Chiusi la chiamata e iniziai a correre per arrivare prima di lui. Non vedevo l'ora di abbracciarlo e passare tutta la giornata con lui.
"HARRY" sentii una voce urlare il mio nome dell'altra parte dello stradone. Mi voltai notando una testa biondo cenere fissarmi. Era davvero così bianco?
"Horan?" aspettai che il semaforo diventasse verde per i pedoni e corsi incontro a lui abbracciandolo nel bel mezzo delle strisce pedonali.

"Non ci posso credere!" esordì felice il biondo.
"Ma sembri più piccolo di presenza" iniziai a ridere.
"Ma tutti questi capelli?"
"Dono di famiglia" feci un sorriso guardandolo.
"Dove alloggi?" domandai curioso
"Molto vicino"
"Anche io!" sembravamo davvero due bambini, ero felice di avere qualcuno con cui passare le mie vacanze, ed ero felice che quel qualcuno era proprio Niall.

Ci allontanammo dalle strisce pedonali o rischiavamo davvero di avere un incidente appena arrivati.
"Sai che c'è un KFC qui in giro?" mi guardò con i suoi occhi azzurri che emanavano felicità.
"Vuoi mangiare lì?" chiesi e lui annuì subito. "Paghi tu però, sei nella mia terra!"

They Don't Know About Us// Larry Stylinsonحيث تعيش القصص. اكتشف الآن