Capitolo 18

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Il silenzio che si veniva a creare ogni volta durante i pasti era così imbarazzante.
Louis ovviamente era seduto lontano da me, io ero accanto a Gemma e ogni tanto sentivo lo sguardo di mia madre.
"Volevo passare il natale a casa dei parenti di Simon" disse mia madre.
"Io non ci sono" grugnii antipatico.
Non volevo mettere piede in quella famiglia, non dopo quello che quell'essere mi aveva fatto.

"Harry, che ti prende?" mi chiese mia madre preoccupata.
"Voglio solo tornare nella mia città! Con i miei amici e alla mia vita" mi alzai dal tavolo senza neanche finire di mangiare.
"Molto maturo Styles" sentii la voce fastidiosa di Louis.
"Saresti tu quello maturo?" almeno io avevo il coraggio di guardarlo in faccia quando parlava, lui stava giocando con le posate "Louis non farmi ridere, sarai più grande di me di anni ma non di maturità" dissi acido.

Mi allontanai dalla cucina uscendo per tornare, come sempre, nella mia stanza.
Passarono i minuti e sentii bussare.
"Non voglio vedere nessuno" urlai.
Avrei passato il natale lontano da questa famiglia, sarei andata da Barbara. Non mi importava se Louis sarebbe rimasto solo per il suo compleanno, mi aveva praticamente lasciato.

La porta si aprì e vidi entrare mia madre.
"Tesoro, che succede?" si venne a sedere sul letto vicino a me.
"Non capiresti" abbassai lo sguardo.
Non potevo raccontare quello che aveva fatto Simon, quell'uomo avrebbe solo ferito Louis e io non volevo assolutamente questo.
"Spiegami allora" mise una mano fra i miei ricci e mi venne subito in mente Louis.
"Voglio stare con Barbara per natale, voglio andare dai miei amici" iniziai a giocare con le mie mani, ero nervoso.
"Perché hai litigato con Louis vuoi stare lontano dalla tua famiglia?" mi sussurrò, come se non volesse che qualcuno ci sentisse "Louis ti vuole bene" continuò.
"A Louis non importa di me"
Ed era la realtà dei fatti, non aveva nessuna voglia di stare con me.

"Deduco che non gli farai neanche un regalo di compleanno" si alzò dal letto sistemandosi la maglia che si era un po' alzata "se ti può far star bene posso anche mandarti da Niall, se i suoi genitori vogliono" mi sorrise.
Andare da Niall a Natale? Era perfetto, sarei stato lontano da Louis e Simon, Niall mi avrebbe ascoltato e non avrei pensato a quando Louis sia stato cattivo nei miei confronti.
"Perfetto!" affermai entusiasta.

****
"Devi fargli un regalo!" continuava ad insistere mia sorella.
"Simon non vuole che stiamo insieme e a Louis sta pure bene" erano ore che provavo a spiegare la situazione a mia sorella.
"Secondo me hai sbagliato ad accettare di andare da Niall a Natale, lascerai Louis solo il giorno del suo compleanno" cercò di tirare su la cerniera del vestito.
"Come se gli importasse qualcosa" sbuffai avvicinandomi a lei per darle una mano.

Cosa c'era di più fastidioso delle cene di famiglia? Le cene nella famiglia di Simon anticipata perché dovevo conoscere la sua famiglia.
"Gli importa di te Harry" mia sorella si voltò verso di me "si capisce da come ti guarda ogni giorno" continuò.
"Doveva lottare... Non lo sta facendo" borbottai.
"Ti ho solo detto che devi almeno fargli un regalo, qualcosa che non si dimenticherà" ammonì Gemma "qualcosa che gli rimanga per molto tempo" finì.

A Louis piaceva molto il calcio, magari una maglietta con il suo numero sarebbe stato carino come idea.
"Ci penserò" mi arresi.

Il viaggio in macchina, verso la famiglia del caro vecchio Simon, fu molto silenzioso. Gemma stava al centro della macchina e io ero troppo occupato a guardare fuori dal finestrino per pensare a Louis.

Quando arrivammo a destinazione c'era una strana signora ad attenderci alla porta. Con un sorriso falso tese la mano a mia madre.
Louis fece finta di nulla entrando dentro casa e vidi subito Simon posare il suo sguardo su di me, come se da un momento o l'altro sarei corso da lui.

Ci fece accomodare e presimo subito posto sulla grande tavolata, Louis si mise accanto a me e dal lato opposto si sistemò Gemma. Ovviamente davanti avevamo mia madre e Simon che non sembrava molto felice nella scelta dei posti.

Il mio cuore non smetteva di battere, non volevo avere Louis così vicino a me, non con lo sguardo severo che aveva quell'uomo davanti a noi.

La serata passò lenta, quella vecchia non faceva altro che parlare della sua vita e ogni tanto chiedeva qualcosa a mia madre: anni, lavoro e a che età ci aveva concepiti.
Ci alzammo dalla tavolata prendendo posto nel salotto, Louis nel frattempo era sparito.
"Gemma, dov'è Louis?" domandai ma lei scosse la testa "Potresti andarlo a cercare? Non posso farlo io" diedi un occhiata a Simon che era occupato a parlare.
"Lo tengo io d'occhio, ti chiamo se mi chiede di te. Tu vai a cercare Louis" suggerì mia sorella.
Avrebbe fatto davvero di tutto per vedermi insieme a Louis.

Guardai Simon che per fortuna non mi degnava di attenzione.
"Vieni con me, così non fa scenate" proposi.
"No, mi nascondo in un angolino e se ci cerca corro da te"
Non voleva proprio venire con me
"Che assurdità" dissi.
"Tu sei assurdo, vai!" rispose lei facendomi cenno di muovermi.

Mi allontanai uscendo dal salotto.
"Louis" cercai di non urlare o mi avrebbero sentito tutti.
Non sapevo se era rimasto dentro la casa o se era andato fuori.
Mi guardai attorno continuando a chiamarlo ma sembrava davvero scomparso.
Entrai in alcune stanze e andai pure verso il bagno ma erano vuote. Sicuramente era uscito.

Mi avvicinai alla porta dell'ingresso, per fortuna la casa non era molto grande. Prima di uscire mi accertai che Simon fosse ancora seduto, mi sorpresi nel vederlo incurante della mia assenza.

Uscii fuori casa e socchiusi la porta, così potevo rientrare.
"Louis" lo chiamai e mi guardai attorno.
Mi avviai verso il vialetto e finalmente lo trovai seduto a terra fuori il cancelletto che portava dentro l'abitazione di quella donna.

Aveva lo sguardo perso nel cielo stellato, era seduto con le gambe vicino al petto.
"Hey, eri sparito" mi avvicinai timidamente sedendomi accanto a lui.
"Lo so, non mi piacciono quelle persone" non si era neanche voltato verso di me "Simon sa che sei qua?" mi chiese e io scossi subito la testa.
"No, meglio se vado" feci per alzarmi ma lui mi prese la mano e con un gesto mise il suo braccio sinistro sulle mie spalle.
"Resta ancora un po' con me Harold" dopo aver detto quelle parole poggiò la sua testa sulla mia.

"Louis, non voglio che ci veda"
"Non lo farà" mi rassicurò.
Il mio viso si avvicinò al suo e lentamente ci baciammo.

They Don't Know About Us// Larry StylinsonWhere stories live. Discover now