Capitolo 4

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Avevo passato le cinque ore più belle della mia vita. Io e Niall eravamo davvero affiatati, avevamo fatto un giro per le strade di Londra, avevamo mangiato un gelato in mezzo ad una piazza, eravamo riusciti a raggiungere il KFC ordinando una porzione maxi di pollo fritto, purtroppo quelle poche ore erano volate e io dovevo tornare sotto il Big Bang ad aspettare mia sorella.

"Hey, domani ci rivediamo vero?" chiesi al biondo che annuì subito.
"Ti ho portato un regalo dall'Irlanda" frugò nelle sue tasche cercando qualcosa ed estrasse un braccialetto verde. "Per te" mi fece un sorriso e io porsi subito il mio braccio destro e lui mi aiutò a metterlo.
"Grazie" feci un sorriso, era stato davvero carino a portarmi qualcosa dall'Irlanda.

"La prossima volta paghi tu, hai pure un lavoro e fai pagare un tuo amico" mi prese in giro.
"Va bene" alzai la mano salutandolo con un bellissimo sorriso sulle labbra.
"Ci vediamo domani Styles"
"Ci vediamo domani Horan" ridacchiai tra un sorriso e l'altro.

***
Avevo dedotto che quella casa appartenesse allo Zio Simon ma non avevo capito che sarebbe stato con noi tutto il tempo delle nostre vacanze, soprattutto non mi aspettavo di vederlo leggere il giornale la mattina seduto a capotavola.
Lo sguardo di Gemma nel vedere quel cinquantenne seduto sulla sedia mi fece ridere, era uno sguardo di disgusto ma anche di tristezza. Dovevamo rassegnarci all'idea che presto sarebbe stato parte integrante della famiglia Styles.

"Buongiorno ragazzi" disse continuando a leggere il giornale.
Presi posto e accanto a me si mise mia sorella. Guardai la tavola, mia madre si era proprio data da fare.
"Buongiorno" sentii una voce maschile familiare. Alzai lo sguardo che fino a poco prima era concentrato nel guardare il panino con sopra la marmellata di Simon e si posizionò sul ragazzo che aveva appena fatto il suo ingresso in cucina.
Spalancai gli occhi non appena mi resi conto che io conoscevo quel ragazzo. I suoi occhi si posizionarono su di me e fece subito un grandissimo sorriso.

Era il ragazzo del bagno, cioè il ragazzo della battaglia tra band, colui che aveva perso contro di me nonostante avesse una bellissima voce.
"Che ci fai qua? Non dirmi che sei il famoso nipote di.." rimasi a bocca aperta cercando di comporre i pezzi mancanti
"Vi conoscete?" alzai lo sguardo Simon che era stato tutto il tempo concentrato sul suo giornale ma non abbastanza da non ascoltare quello che ci stavamo dicendo.
"Oh, ieri quando sono uscito mi è capitato di vederlo" mentì il ragazzo del bagno.

Perché aveva appena mentito? Ieri ero rimasto tutto il giorno con Niall per poi tornare a casa con mia sorella, me lo sarei ricordato se lo avessi incontrato.
Mi guardò facendomi l'occhiolino e sentii uno strano calore percorrermi le guance che stavano prendendo fuoco.

Harry che ti sta succedendo? Riprenditi.
"Sono Louis" si avvicinò a me porgendomi la mano
"Harry" timidamente l'afferrai stringendola.
"Harry il riccio!" disse scherzosamente.
"Louis ragazzo del bagno!" continuai e lui mi lasciò lentamente la mano.

Louis si mise seduto a tavolo e non riuscivo a non guardarlo. Il mio sguardo lo stava scrutando attentamente. Aveva una maglietta a maniche corte azzurra e portava una tuta color panna. Aveva una strana frangetta che gli copriva leggermente gli occhi che oggi sembravano di un azzurro intenso.
Lui si rese conto che lo stavo guardando e si girò verso di me, feci finta di nulla abbassando subito lo sguardo sulle mie mani.

"Tu somigli molto a Harry" disse Louis guardando mia sorella.
"Gemma" addentò il suo toast senza neanche guardarlo.
Ora che ci pensavo Simon voleva fargli conoscere Louis, avevano più o meno la stessa età, solo che Louis doveva ancora fare diciannove anni, quindi era tre anni più grande di me.

Louis aveva iniziato a mangiare qualcosa e mia madre si mise a tavola.
"Potreste uscire un po' insieme, così non ti senti solo" propose mia madre a me e a Louis.
"Dovevo uscire con Niall oggi, se vuoi ti puoi unire" non riuscivo a guardarlo troppo in viso, mi metteva una strana ansia dover reggere il suo sguardo.
"Va bene!" approvò il ragaz- cioè Louis.

Non riuscii a mangiare giù neanche un boccone. Louis stava scherzando con mia amdre e io avevo una voglia asssurda di parlare con lui e chiedergli come mai avesse mentito sulla gara tra band. Magari aveva detto a suo zio che aveva vinto quando era stato stracciato da me.
"Ah Harry" mi richiamò Simon "Spero che non ti dispiace se spostiamo Louis nella tua stanza, così avrete modo di fare amicizia e tua sorella potrà avere una stanza sua".
Non era poi una brutta idea, l'idea di non condividere la stanza delle vacanze con Gemma mi rendeva felice e poi Louis non sembrava male come compagno di stanza.

"Va bene" mi voltai verso di Louis che annuì con approvazione pure lui.
"Allora vado a portare la valigia in camera nostra" mi fece un sorriso e io mi alzai insieme a lui.
"Ti do una mano" cercai di rendermi disponibile al mio nuovo coinquilino di stanza.

Andammo insieme nella stanza dove aveva dormito senza che io me ne fossi reso conto, lui prese la valigia e io lo aiutai prendendo un borsone. Quanta roba aveva portato con se? Era proprio come mia sorella.
"Credo che Simon voglia convincere tua madre a rimanere qua" esordì trascinando la valigia verso la stanza dove avevo dormito con Gemma.
"Co-come?" balbettai incredulo. Allora voleva proprio fare sul serio.
"Cerca di trovare un piano su come puoi liberarti di quell'uomo, sa essere davvero persuasivo e sa arrivare dove vuole" teneva un tono di voce calmo e tranquillo.

"In realtà siamo qua solo per una vacanza" risposi
"Sei ingenuo Riccio, se non vuoi fare nulla preparati ad avermi come compagno di stanza per parecchi anni" scherzò tirando a terra la valigia.
Simon voleva che noi ci trasferivamo tutti lì? Avrei lasciato Holmes Chapel e la mia band per stare lì? Non ero per niente pronto e non sapevo neanche se tutto questo fosse veramente possibile. magari Louis aveva frainteso.

"E tu?" chiesi curioso, lui non era di Londra, la sua band veniva da un altro posto.
"Io già sapevo che avrei dovuto lasciare Doncaster per venire a vivere qua" iniziò a togliere e i suoi vestiti dalla valigia sistemando le magliette dentro un cassetto del comò. "Non mi aspettavo però di trovare te" prosegù.

Mi andai a sedere sul mio letto. Lui aveva scelto il letto alle sinistra io invece quello alla destra. La stanza tutto sommato non era niente male, anzi era molto grande e sembrava una di quelle stanze universitarie. Aveva un armadio enorme con due ante, così potevamo dividerlo se davvero sarei dovuto rimanere qua.

"Louis posso farti una domanda?" chiesi continuando a guardarlo camminare avanti e indietro per prendere e riporre i vestiti dentro il cassetto.
"Chiedimi pure tutto" si fermò per rispondermi e guardarmi. Con un gesto della testa si sistemò la frangia lunga che per un momento gli avevano coperto i suoi bellissimi occhi azzurri.
"Perché hai mentito su come ci siamo conosciuti prima?" domandai serio.

They Don't Know About Us// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora