Capitolo 17

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Ci ritrovammo con la testa chinata davanti a Simon. Lui era seduto sul divano e batteva le dita sul suo ginocchio.
Sembrano essere passate ore da quando eravamo entrati dentro il salotto e lui aveva preso posto.
"Spiegate" disse tranquillamente.
Mi voltai verso Louis che aveva lo sguardo vuoto davanti a se. Che cosa dovevamo dire? Fingere? Dire la verità? Non ne avevo idea, non sapevo cosa fosse giusto fare, avevo solo tanta paura.
"Noi parlavamo di..." cercai di inventare una scusa ma non era il mio forte mentire, Louis riusciva sicuramente meglio di me.
"Ci vogliamo" mi interruppe Louis di colpo "Stiamo insieme, lui è il mio fidanzato" continuò.

Lo sguardo di Simon si posò su Louis, sembrava infastidito.
"E tu credi che io ti permetta di rovinare tutto?" alzò il tono della voce alzandosi dal divano per poi fermarsi davanti alla figura minuscola di Louis "No, caro Louis Tomlinson, voi due non starete insieme e questa cosa assurda della relazione finisce qua." grugnii quell'essere.
Volevo avvicinarmi e abbracciare Louis, sembrava cosi indifeso e debole ma la paura aveva preso possesso del mio corpo.
"Come sarebbe a dire finisce qua?" chiesi impaurito.
"Toglietevi dalla testa qualsiasi cosa disgustosa a cui state pensando. Louis ci sto tre secondi a spedirti in un posto lontano da qua" lo minacciò Simon.

Louis mi guardò subito, non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare.
I miei occhi si stavano riempiendo di lacrime e cercavo di non scoppiare in lacrime davanti a loro.
"Dormirete in camere separate, vi terrò d'occhio da oggi in poi" si allontanò uscendo dal salotto.

Le mie gambe stavano tremando. Non dovevamo dire nulla e continuare a vivere nel buio. Perché avevo avuto la brillante idea di convincere Louis a dover dire tutto? Perché pensavo che la gente avesse compreso il nostro amore?
"Cosa facciamo?" chiesi a Louis.
"Niente, cambio stanza" rispose.
"Come cambi stanza?"
"Harry, ha troppo potere quell'uomo su di me, non peggioriamo le cose e atteniamoci alle sue regole, prima che possa peggiorare tutto" quelle parole mi ferirono.

Non voleva lottare per me, aveva già rinunciato a tutto solo perché Simon aveva detto che ci avrebbe tenuto d'occhio? Okay, aveva paura che potesse mandarci via, lontani l'uno dall'altro ma questo non era una buona ragione per non lottare.

"Louis, mi stai deludendo" confessai.
"Cosa vuoi che faccia? Vuoi che mi porti lontano da te? Lo farà Harry! Mi prenderà e mi farà sparire e allora cosa farai?" mi stava urlando contro "questa situazione è una grandissima stronzata!" continuò per poi allontanarsi da me.

Come dovevo sentirmi in queste situazioni? Cercai ancora una volta di non far scendere le lacrime ma sembravo l'unico distrutto da questa situazione.
Louis si era già arreso.

****
La stanza era così vuota senza Louis. Simon aveva detto a mia madre che avevamo avuto una brutta lita e mi toccava pure ignorarlo a cena. In realtà ero arrabbiato per quello che mi aveva detto e per quello che non aveva fatto.

"Non riesci a scendere per natale?" chiesi a Niall anfora sovrapensiero.
Non uscivo da quella stanza da troppo tempo e avevo smesso anche di andare fuori con Zayn e Liam, Simon non me lo permetteva.
"Siete troppo giovani per capire la grandissima stronzata che state facendo" quelle parole che mi aveva detto mi risuonavano tutto il giorno in testa.

"Per il mio compleanno verrò" mi rispose il biondo.
"ma Niall, passeranno tantissimi mesi per i tuoi diciotto" sbuffai.
Il mio unico amico doveva per forza stare così lontano da me?
"E allora? L'importante è che passi quella sera con voi, con tutti voi" specificò.

Con tutti noi? Non sapevo neanche se Simon me lo avesse permesso.
Fra qualche giorno era il compleanno di Louis e non sapevo neanche se dovevo prendergli un regalo. Non mi guardava neanche e mi mancava terribilmente.
Chiusi la chiamata con Niall e tornai a mettermi sotto le coperte. Strinsi forte il mio cuscino cercando di prendere sonno.

Sentii la porta aprirsi velocemente e mi voltai assonnato verso la porta, era appena entrato qualcuno.
"Gemma?" mormorai.
"No, sono Louis" rispose una voce maschile.
Mi misi seduto cercando di mettere a fuoco la sua figura. Non capivo se stessi sognando.
"Sto scendendo a mangiare, mi devo vestire" sicuramente mi aveva chiamato per la colazione.

"Sono usciti tutti" rispose avvicinandosi e si mise seduto sul letto.
"Quindi?" domandai.
Non era possibile che Simon ci avesse lasciato da soli, non lo avrebbe mai fatto.
"Niente, avevo voglia solo di vederti" mormorò.
"Vattene Louis, hai già preso la tua scelta" grugnii ancora assonnato.

Mi guardò e io mi alzai dal letto prendendo la maglietta nera che avevo lasciato sulla sedia e la indossai.
"Sai che non ho colpe"
Mi voltai subito verso di lui fingendo una risata.
"Louis, non stai facendo assolutamente nulla per noi! Non hai colpe? La tua paura per Simon supera quello che provi per me!" era ridicolo.
"Lo capisci che potrebbe dividerci!" si alzò dal letto abbastanza nervoso.
"Non mi importa, perché lo ha già fatto" schiarrii la voce e uscii dalla mia stanza facendo sbattere la porta.

Andai verso la cucina prendendo un bicchiere di vetro e ci versai del succo d'arancia che era dentro la caraffa fuori dal frigo.
"Sei un fottuto figlio di puttana!" entrò dentro la cucina urlandomi contro.
Bevvi senza dargli ascolto il mio succo e posai il bicchiere dentro il lavandino.
"Almeno io ho una madre!"

Lo sorpassai facendo sbattere la mia spalla sulla sua.
Stupido Harry per aver solamente pensato di fare un regalo a quel ragazzo, non meritava neanche le lacrime che stavano scendendo dai miei occhi, o il tempo che gli avevo dedicato in questi mesi.

Non sarei mai dovuto venire in questo posto, dovevo aspettarmelo da quel ragazzo, non avrebbe mai lottato per noi due. Ero solo un figlio di puttana, giusto? Perfetto.

Feci sbattere nuovamente la porta della mia stanza, come poteva essere tanto sbagliato per questo mondo la mia relazione con Louis? Era amore, non era odio, cosa c'era di così orribile in questo? Perché non potevano capirlo?

Misi le mani sul viso facendo sbattere la mia schiena sulla porta e lentamente mi lasciai scivolare a terra. Mi sentivo solo, ero deluso e non avevo il coraggio di uscire da quella stanza e affrontare Simon, vedere Louis e non volevo essere l'unico a lottare per questa storia.

They Don't Know About Us// Larry StylinsonWhere stories live. Discover now