Prologo

8.7K 242 156
                                    

ATTENZIONE: leggete in fondo, grazie e buona lettura.

You stress me out, you kill me
You drag me down, you fuck me up
We're on the ground, we're screaming
I don't know how to make it stop
I love it, I hate it, and I can't take it
But I keep on coming back to you.


Louis se lo aspettava. Non importava quanto ardentemente avesse cercato di allontanare quel pensiero dalla sua testa, perché sapeva che prima o poi la busta sarebbe arrivata. E quello, forse, avrebbe segnato la fine del mondo così come tutti lo conoscevano.

Era primo pomeriggio, Louis era sdraiato sul divano di casa sua, solo dei boxer grigi indosso. Se ne stava a pensare. Non lo si sarebbe detto, ma era un tipo riflessivo. Pensava a chi, tra i membri del suo personale, potesse essere il più adatto a gestire il suo ristorantino rustico nel suo breve periodo di assenza.

Già, perché Liam gli aveva anticipato che "Non importa quale data ci sarà sulla busta, tu devi venire qui almeno dieci giorni prima".

E questo Louis davvero faceva fatica a digerirlo, per una serie di motivi tutti validissimi. Prima di tutto, aveva il suo ristorante da mandare avanti, poi dieci giorni erano davvero troppi pur considerando le prove, le prove generali e le varie bevute al pub. Sì, dieci giorni erano decisamente troppi. Soprattutto dieci giorni con lui.

Louis, comunque, relegò quel pensiero nell'angolo più remoto della sua testa. Si era riscoperto bravo in questo, ultimamente.
Sbuffò quando sentì il campanello suonare e la voce da giovane adolescente urlare "Posta!".

Louis non rispose. Non lo faceva mai. Di solito era sempre addormentato a quell'ora, tranne in casi come quello, quando l'ansia lo divorava. Ed era stupido, perché Louis sapeva che la busta sarebbe arrivata prima o poi.

Ma da una settimana non riusciva più a riposare nel primo pomeriggio, quando sapeva che gli sarebbe stata consegnata la posta. E non importava quanto tardi fosse tornato dal ristorante la sera prima. Si svegliava sempre, come se avesse una sorta di orologio biologico ben puntato. La postina rispettò il loro patto, comunque. Ogni volta che Louis non le rispondeva, lei gli lasciava la posta facendogliela passare sotto la porta.

Louis osservò attentamente il contenuto, come faceva da sette giorni a quella parte ormai.
Una stupida rivista sportiva, una bolletta e poi... Una busta bianca.
Louis trattenne il fiato per un attimo. Era arrivata.

Si alzò barcollante dal sofà, e corse verso la porta. Prese la posta e la lanciò mollemente sul tavolino davanti al divano, dove giaceva ancora quella dei giorni precedenti, mai aperta.

Tenne per sé solo la busta dal colore avorio e i ghirigori eleganti. Deglutì rumorosamente, le mani sudate. Si stava comportando da stupido, lo riconosceva, ne era pienamente consapevole, ma non era pronto a tutto quello. Non era pronto a lasciare il suo ristorante per dieci giorni, non era pronto a vedere il suo migliore amico in smoking elegante, non era pronto a stargli accanto di fronte alla platea.

Louis chiuse gli occhi azzurri e sollevò le labbra solo da un lato, in un sorriso sghembo. Stava davvero cercando di prendere in giro se stesso? C'era solo una cosa per cui lui non era pronto, e quella cosa era una persona.

Smise di agitarsi, o almeno ci provò. Poi, dopo aver mentalmente contato fino a dieci così da imporre al suo cuore di rallentare, aprì la busta.

Liam Payne & Cheryl Chole annunciano il loro matrimonio, che sarà celebrato-

Louis smise di leggere e chiuse l'invito. Lo sapeva dove sarebbe stato celebrato. Certo che lo sapeva, era il fottuto testimone dello sposo.

Lasciò l'invito sul tavolino e si diresse verso camera sua. Si fermò per osservarsi davanti allo specchio. I capelli color caramello erano sparati in tutte le direzioni. Provò ad abbassarli con una manata decisa ma, manco avessero vita propria, quelli ritornarono al loro posto. I suoi limpidi occhi azzurri erano un mare in tempesta, e sapeva bene il perché.

Two Ghosts |L.S.|Where stories live. Discover now