Epilogo

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DUE ANNI DOPO

Era primo pomeriggio. Louis si sollevò dal letto matrimoniale il più lentamente possibile, attento a non fare rumore. Si avviò verso la cucina, sistemandosi i pantaloni grigi della tuta. Mise sul fuoco il bollitore e con lo sguardo controllò il salotto. Era tutto perfettamente in ordine, come non lo era mai stato da quando viveva da solo. Non c'era la minima traccia dei cartoni di pizza che era solito abbandonare ai piedi del divano, né tantomeno delle bottiglie di birra vuote lasciate sul tavolino.
Quel giorno era davvero stanco, Louis. La sera precedente aveva chiuso la trattoria ad un orario veramente improponibile e non era propriamente entusiasta di dover riaprire tra poche ore.
Il fischio del bollitore mise fine a quel flebile circolo di pensieri. Louis si versò il tè in una tazza e poi aprì il frigorifero alla ricerca di un limone. Storse il naso quando vide una confezione di broccoli sul ripiano ma poi fu costretto a mordersi le labbra per mangiarsi un sorriso. Aggiunse una spruzzatina di limone al suo tè e andò a sedersi sul divano.

Si godette il silenzio della casa e quel piccolo momento di relax tutto suo, mentre il liquido ambrato gli riscaldava lo stomaco e gli occhi vagavano su tutte quelle cornici piene di foto che adornavano le pareti.
Il campanello trillò e Louis quasi sobbalzò tanto non se lo aspettava.

"Posta!" urlò la voce, non più da adolescente, della giovane postina.

Il tempo era passato, eppure il loro patto silente era rimasto lo stesso. Louis, infatti, non si preoccupò di scomodarsi dal divano e dopo qualche secondo, sotto la sua porta, vide passare la posta del giorno. C'era l'ultimo numero della sua rivista sportiva, una copia di GQ magazine che gli fece scuotere il capo e sollevare gli occhi al cielo in un moto di finta esasperazione, e poi una busta. Louis la fissò interdetto per un istante. La riconobbe subito, non si trattava di una busta qualsiasi, era la busta. Con sguardo sorpreso posò la tazza sul tavolino e si sollevò dal divano. Prese la carta dal candido color bianco tra le mani e ne riconobbe tutto, perfino i ghirigori dorati che si univano a creare una foglia stilizzata.
Sempre più interdetto, Louis decise di aprirla.

Louis Tomlinson e Harry Styles annunciano il loro matrimonio.

Così recitava l'elegante carattere corsivo che Harry aveva impiegato settimane intere per scegliere.
In quel momento, due braccia toniche circondarono Louis dalle spalle e un capo riccioluto si sistemò contro il suo collo.

"Perché non mi hai svegliato, Lou?" domandò la voce roca e assonnata di Harry.

Il maggiore sorrise allontanando uno dei ricci ribelli del suo ragazzo dalla sua bocca. Erano ritornati lunghi, proprio come un tempo, proprio come Louis li aveva sempre amati. Anche se adesso se li ritrovava sul viso la notte mentre dormivano a cucchiaio, oppure annodati sul fondo del lavandino al mattino, o tra le mani quando si spingeva dentro Harry... Effettivamente, Louis proprio non se la sentiva di lamentarsi della sua vita, anzi.

"Amore" lo richiamò, "Mi hai appena invitato al nostro matrimonio?".

Il suo tono di voce lasciava trasparire la sua incredulità, mentre rideva con le labbra appoggiate contro il capo del suo fidanzato.
Harry si sollevò e finalmente posò lo sguardo sulla carta da lettere che il maggiore stringeva tra le mani.

"Oh è arrivato finalmente!" ridacchiò prendendoglielo di mano e osservando il risultato finale. Aveva impiegato fin troppi giorni per scegliere ma ne era valsa la pena, l'invito era fine ed elegantissimo, grazie tante.

"Sai, Juliet pensava che fosse un'idea carina quella di invitare lo sposo" rivelò il riccio mentre si accomodava sul divano.

Prese la tazza di tè che Louis aveva abbandonato sul tavolino e ne bevve un paio di sorsi. Storse le labbra per la presenza del limone, ma sorrise nel sentire il sapore di Louis direttamente sul bordo della tazza.
Il suo futuro marito sbuffò e si accomodò anche lui sul divano, una gamba incastrata sotto la coscia.

Two Ghosts |L.S.|Where stories live. Discover now