Day 8

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Woke up alone in this hotel room
Played with myself, where were you?

Louis accartocciò il pacchetto di sigarette ormai vuoto e lo lasciò cadere ai piedi del davanzale. Aveva perso il conto delle ore che aveva passato seduto lì, nella sua camera d'albero, con lo sguardo oltre la finestra senza osservare nulla, almeno non davvero. Aveva fumato una sigaretta dopo l'altra, lasciando cadere la cenere direttamente nel collo della bottiglia di birra che si era scolato.
Erano da poco trascorse le sei, l'alba aveva tinto di rosa il cielo intero. E come d'abitudine, ormai, Louis aveva trascorso la notte insonne. Se n'era stato lì, a ripensare a ciò che Harry gli aveva detto, e ancor di più a come lui gli aveva risposto. Louis si morse il labbro.

Come può essere solo il passato, ad unirci, se quando ti guardo vedo solo l'uomo che sarò?

Si passò una mano tra i capelli con frustrazione. Fu quasi un ringhio quello che gli abbandonò le labbra mentre con la mano cercava la sua- terza? – bottiglia di birra.
Non sapeva neanche lui dove avesse trovato il coraggio di rispondergli, eppure lo aveva fatto. E forse erano stati quegli occhi, quegli occhi così dannatamente verdi e delusi che gli avevano impedito di prender sonno.
Louis scosse il capo e prese l'ennesimo sorso di birra. Aveva paura che quell'immagine non l'avrebbe più abbandonato. Harry con lo sguardo triste, il labbro tremante e le lacrime intrappolate tra le ciglia. E tutto per colpa sua.

"Ma non lo capisci?" gli aveva detto. Aveva posato una mano contro il suo viso e gli aveva accarezzato lo zigomo dolcemente.

"Il futuro è tra tre giorni, subito dopo il matrimonio. Qu-quando tu prenderai la tua auto e tornerai a Leicester" la voce gli si era incrinata appena sull'ultima sillaba.

"Ed io non posso crollare di nuovo" aveva sussurrato scuotendo freneticamente il capo.

A quel punto il viso di Harry era già triste. I suoi occhi non brillavano più di speranza e forse il suo cuore aveva rallentato i battiti.

"Ti prego" aveva soffiato Louis con tono supplichevole.

Entrambe le mani incorniciavano il viso di Harry. Si era preso anche la libertà di scostargli qualche ciuffo riccio dal volto, nonostante non ne avesse alcun diritto, soprattutto visto ciò che stava per dirgli.

"Ti prego, se puoi, cerca di capirmi".

La sua voce, ben lontana dall'essere ferma, era pervasa da tremolii e il suo cuore era piegato in una morsa dolorosa, quasi si stesse rifiutando di pronunciare quelle parole.

"Ma... Tu andrai via di nuovo e a me non resterà che mettere insieme i pezzi della mia vita. Non posso farlo ancora, Harry. Non posso passare le mie giornate a piangere, o a chiedermi cosa tu stia facendo lontano da me. Non posso e basta".

Gli occhi del più giovane erano in balia di una tempesta. Bagnati dalle lacrime, ma talmente tristi, delusi e paradossalmente compresivi, che Louis aveva sentito una fitta al centro del petto.

"Mi sono rimesso in piedi solamente per mia madre, cinque anni fa. Adesso che lei..." aveva deglutito a vuoto intorno alle parole, per poi ricominciare. "Io non so cosa mi impedirebbe di cadere e non rialzarmi più".

Harry si era lasciato sfuggire un singhiozzo allora. Poi, quasi avesse già capito dove Louis voleva andare a parare, aveva spinto maggiormente la sua guancia contro il palmo del più grande. Si stava godendo quei tocchi delicati e innocenti, cercando disperatamente di evitare che tutto quello avesse il sapore acre di un addio.

"Quindi basta con i baci. Basta con le carezze, basta con le promesse. Basta con tutto".

Dio. Doveva sembrare autoritario ma la sua voce era poco più che un sussurro e tremava.

Two Ghosts |L.S.|Where stories live. Discover now