Il Reattore ARC.

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Provincia di Kunar, Afghanistan

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Provincia di Kunar, Afghanistan.
12 - 06 - 2008.
12:30 a.m.
Base dei terroristi.

Il piano era stato attuato nei minimi dettagli, tutti avevano un obbiettivo da portare a termine, ma il risultato finale era uguale per tutti: la nostra fuga da questa caverna e tornare a casa.

Non so da dove proviene la forza che mi ha portato a prendere in mano la situazione, in tutti questi anni non sapevo nemmeno di averla per la verità ed è sbucata fuori nel momento del bisogno per infondere coraggio a mio fratello e a Yinsen, nostro compagno di fuga e salvatore.

Una coscienza la possiedo anche io per capire la pericolosità che le nostre armi hanno portato, non ho potuto capirlo prima ma ora che la consapevolezza mi si è palesata davanti a me non posso più rimanere in disparte a guardare il mondo bruciare con le armi che io stessa ho creato.

Si dice che quando sai che stai per morire tutti i tuoi peccati ti bussano alla porta per scontare il conto, se fai scelte sbagliate devi essere abbastanza uomo, o donna nel mio caso, a pagare il prezzo di cosa hai preso...lo so che è ipocrita da dirlo dopo aver contribuito a stroncare vite, ma se per le mie azioni sbagliate devo pagare con la mia vita sarò felice di farlo senza scappatoie.

La nostra era una folle idea e un piano altrettanto discutibile essendo non sicuri della sua riuscita, ma la prospettiva era la morte di altrettanti innocenti e io non potevo permetterlo...fregheremo questi bastardi sotto i loro nasi.

Un via vai di gente entrava e usciva nella nostra prigione trasportando armi sotto la guida di mio fratello, mentre io e Yinsen eravamo di fianco a lui aiutandolo al meglio della nostra possibilità...speravo solo che andasse tutto bene e che presto sarei tornata a casa, anche se la mia vita non sarà mai più come prima.

Con voce autoritaria e sicura Tony disse rivolgendosi hai terroristi che trasportavano le armi <<Questa sarà la nostra postazione di lavoro, la voglio ben illuminata e che sia molto funzionante, voglio il necessario per saldare, non importa se a benzina o propano>> intanto il nostro amico traduceva ogni parola <<Servono due postazioni per saldare, caschi e occhiali di protezione, due contenitori fusori e due set di arnesi di precisione>> si voltò verso di me <<O dimenticato qualcosa Hatty?>>.

Gli sorrisi <<Nulla, credo che abbiamo tutto quello che ci serve>>.

<<Perfetto, dopo aver portato tutto l'occorrente voglio che nessun'altro co disturbi chiaro?>> dopo che protestarono mio fratello continuò con tono duro <<Volete le armi o no? Se volete che lo facciamo questi due artisti della morte devono lavorare in pace con il loro assistente>> ed indicò Yinsen...il piano ideato richiedeva la sua presenza e poi non ci riusciremmo mai da soli per quanto ci crediamo tanto intelligenti.

Dopo averci fissati per qualche secondo, cosa di cui avevo timore, l'uomo a capo di tutti qui annuì e fece segno hai suoi di accelerare i tempi, così io potei tornare a respirare avendo scampata una possibile tortura o altre cose terribili.

Tony and Heather Stark.Where stories live. Discover now