𝙴𝚌𝚕𝚒𝚜𝚜𝚒 {𝟜/𝟝}

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Los Angeles - 24 Agosto 1999

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Los Angeles - 24 Agosto 1999

«Bambina, come stai?» le chiese con tono dolce, mentre girovagava per la sua stanza, con il telefono ben saldo tra le mani.

«Bene, a breve terrò una lezione» lo informò, entusiasta.
«Ne sono felice» mormorò l'altro, virando la sua attenzione nei confronti della sua amica Emily, che intenta a spolverare i mobili della sua stanza - lo incitava con lo sguardo, a buttarsi - per riferire la vera motivazione di quella chiamata, improvvisa e insolita.
«È così tanto tempo che non ti sento, saranno passati cinque, sei - forse sette giorni..» continuava l'uomo, leggermente rosso sulle gote.

«Umh» mugolò Natalie, leggermente interdetta e scossa per via del forte carico di emozioni, che in quei giorni era costretta a subire - e le dispiaceva dare l'impressione di voler allontanare quell'uomo da se.  «Mi dispiace Mike» sospirò infine.

«Di cosa?»

«Di essere distante, non sono giorni facili questi» gli riferì, mordendosi il labbro inferiore per via della forte tensione che stava provando - ma dopotutto non voleva renderlo partecipe del suo senso di smarrimento e della sua stessa confusione.

«Nat, che succede? Devo preoccuparmi?» le domandò, prendendo la mano di Emily - e accusando il terreno cedergli sotto ai piedi, per il timore che lei - non volesse più avere a che fare con lui.
«Mike, stà tranquillo!» gli sussurrava la ragazza, al suo fianco, attenta a non farsi sentire.

«No popstar, è tutto okay» lo prese in giro, tentando di smorzare la situazione leggermente tesa. «Temi che non voglia più avere a che fare con te?» aggiunse, leggendo dentro al suo animo tormentato.

Emily gli strinse la mano, facendogli cenno di parlare. «Si, sinceramente si» mormorò lui, tenendo lo sguardo fisso in quello della sua governante, a mo' di conforto. «Ma sono anche preoccupato per te - sei così distante..»

«Sto bene!» gli rispose, mentendo. «Vedrai tra qualche giorno, andrà meglio» continuava, celando ancora la motivazione per cui lei, fosse così lontana e vaga.
«Lo spero» sospirò lui, lasciando la presa della mano della sua amica ed iniziando così, a camminare per la stanza. «Se non ti chiamo io - te mai che ti fai sentire.» la canzonò, ridendo appena per smorzare il suo completo imbarazzo.

«Lo so, perdonami»

«Nat» e prese coraggio. «Ti aspetto, sempre»

Lei sospirò, sorridendo appena - dopotutto era grata di avere al suo fianco, seppur solo telefonicamente - quell'uomo - ed era decisa ad affrontare le sue sensazioni, timori - più nascosti.

«Mike, ti voglio bene» mormorò, mordendosi il labbro inferiore ed nascondendo il volto, con la mano destra - accusando un leggero rossore, riempirgli le guance.

«Anch'io Nat, non immagini..» e fece una pausa. «Non immagini quanto» concluse, prima di congedare la sua fanciulla dalla chioma bionda e occhi chiari - per poi benedire la sua amica, che gli aveva dato conforto in quella telefonata che tanto lo aveva spaventato.

𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 | 𝐌𝐉Where stories live. Discover now