𝚁𝚞𝚐𝚒𝚊𝚍𝚊 {𝟚/𝟝}

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Natalie inspirò a pieni polmoni, l'aria frizzante del mese di settembre - mentre tra una risa e un'occhiata fugace con il moro, rimuginava del suo trascorso con egli: di come le cose fossero mutate, stravolte e trasformante in pura ed eccelsa magi...

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Natalie inspirò a pieni polmoni, l'aria frizzante del mese di settembre - mentre tra una risa e un'occhiata fugace con il moro, rimuginava del suo trascorso con egli: di come le cose fossero mutate, stravolte e trasformante in pura ed eccelsa magia, di cui - solo lui, ne era stato capace.
Solo lui - in giro di pochi attimi intrinsechi di rugiada, era riuscito ad entrarle nell'anima, a renderla libera - a farle ripartire il battito del proprio cuore.

Tuttavia egli, non resosi conto di star diventando, mano a mano, sempre più importante per la fanciulla - le prese una mano tra le sue, portando le fini dita alla bocca carnosa.
«Abbiamo della cioccolata, qui» rise, racchiudendo tra le labbra, l'indice della dama, succhiando piano i residui di dolce rimasto. «Mmh, appetitoso» aggiunse, imitando il gesto sull'anulare.
Ella rise, spintonandolo un poco - mentre un leggero rossore le pervase le guance, segno: di un cauto imbarazzo andare sempre più in crescendo, per poi acquisire il sopravvento delle sue emozioni e tirandosi sul con il busto, prese parola. «Vieni spesso qui?»
«Si, è un posto magico e silenzioso» le spiegó, avvolgendo il braccio destro - intorno alla sua vita, per stringerla a se. «Non essendo libero di muovermi a mio completo piacimento, sono grato di vivere nella mia Neverland e di avere zone limitrofe, così..»
«Solitarie?» lo precedette lei, mettendosi in ginocchio - in modo tale da vedere lo sguardo torvo e incupito dell'uomo.
«Ah-Ah» sospiró quest'ultimo, abbozzando un sorriso sghembo. «Ma devi sapere, mia dolce ragazza» e schioccò la lingua al palato. «Delle volte adoro travestirmi da capo a piedi e uscire tra le persone, come se fossi uno di loro anch'io»
«Ma sei uno di loro, Mike» ammise ella, aggiustandosi tra le gambe del moro, che assopì lo sguardo - al sentire il caldo e dolce contatto della guancia della dama, sul suo petto.
«Non tutti mi vedono come riesci a farlo tu, Nat» e con le dita, giocherellava con il plaid con cui erano coperti. «Per alcuni - io sono un Dio, un essere soprannaturale e appena mi incrociamo, o mi riconoscono - sbraitano, urlano e smettono di comportarsi normalmente» e gesticolava un poco, stampando di tanto in tanto dei piccoli baci tra suoi i capelli. «Per altri sono un mostro, uno strano, un pedofilo - un» e la voce gli venne a mancare, in quel preciso istante.
Ella accortasi di questo, alzò il volto - posando una mano sulla sua guancia, obbligandolo ad abbassare lo sguardo e guardarla, a nudo e scoperta da ogni sua corazza. «Sei un uomo normale, Mike» e con il pollice, gli accarezzava il labbro inferiore con lenti tocchi circolari. «Sono consapevole che questa frase banale, non ti aiuti a farti sentire tale, ma voglio che tu lo sappia.» e fece una pausa. «Per me sei un uomo normale, bello, buono, gentile - un filo permaloso» e lo fece ridere in modo genuino. «Timido, ma al medesimo tempo estremamente intrigante e sensuale» e si protese in avanti, posizionandosi ancora una volta - a cavalcioni su di lui, mentre gli temeva saldo il viso. «D'accordo?» e gli diede un piccolo bacio sul naso.

«Non è banale» balbettó egli, giocherellando con una spallina del top della fanciulla. «Questo, anzi - ancora non riesco a credere - al fatto che una ragazza così scaltra, giovane - di talento, bellissima e intelligente» e divenne rosso, quando le sue dita veloci, fecero scendere quel poco tessuto - lungo la sua spalla.  «Possa interessarle un uomo così - pieno di drammi e disastri» e le guardava lo spicchio di pelle scoperta, del suo collo - e della spalla.
«Te non hai idea, dell'effetto che hai nelle donne - vero Jackson?» lo canzonò, giocando con una sua ciocca corvina. «O meglio, secondo me: nel tuo - lo sai, ma stenti a crederci» egli abbozzò un sorriso, mentre con i polpastrelli picchiettava lungo il suo collo. «Ad esempio» deglutì ella. «Emily ti vuole un gran bene e pensa solo del buono su di te, poi vediamo» e si catturò il labbro inferiore a mo' di concentrazione, gesto che però - non passò totalmente inosservato dalla celebrità, che ebbe un sussulto lungo tutta la schiena. «Debbie, si tua moglie»
«Cosa c'entra Debbie, ora?» le disse, alzando un sopracciglio moro.
«È innamorata di te, follemente e forse per questo - si comporta così, perché le dispiace di come le cose siano andate tra di voi.»
«Nat, ma»
«È così - ma nonostante abbia compreso che non è ricambiata nel sentimento, ha accettato di allontanarsi da te - ma ha l'orgoglio ferito e le credo.» concluse, con fare torvo.
«Natalie» la richiamò, sorridendole come un ebete - in quanto incapace di sostenere le candide emozioni che ella, gli facesse provare ogni tal volta fossero insieme.
«Mh?»
«Davvero - stai bene?» si preoccupò, vedendo il volto un po' accigliato. «La telefonata con Lisa, la cena con Debbie, il mio mondo, tutto questo - sicura di stare bene?» aggiunse, prendendogli il volto tra i palmi.
«Si, altrimenti non starei qui - con te, popstar» lo prese in giro. «Trovi davvero strano, che io decida di rimanere - in tua compagnia?» gli domandò, ad un soffio dalle sua bocca, leggermente schiusa e desiderosa di un infuocato incontro, con la sua.
«Mi sto abituando all'idea di averti al mio fianco e devo dirti che mi piace molto» le rispose, con tono basso e leggermente roco, mentre le dita agili della ragazza, erano tornate sul colletto della sua camicia. «E mi piaci, davvero tanto»
«Questo l'hai già detto, Mike - più di una volta» lo sfidò, quando i polpastrelli di lui abbassarono anche l'altra spallina del suo top, respirando a stento. «E dimmi Jackson, se davvero ti piaccio - cosa desideri?» aggiunse, in un sussurro impercettibile ma letale per il cantante.
«Nat, Nat io» balbettó, abbagliato dal desiderio di averla in quanto uomo e bisognoso di un approccio carnale ma spaventato, all'idea di sbagliare.
«Tu?»
Egli rimase in silenzio, con lo sguardo accigliato e le mani ferme sulla spalle della dama - mentre il suo sguardo fissava un punto remoto del SUV, maledicendosi di essere sempre teso e impaurito dal lasciarsi completamente andare come ogni sano uomo - ma con lei era diverso, voleva di più.
«Non devi fare nulla, che tu non senta di fare» riprese parola lei, accarezzandogli il viso. «Riesco a leggere il tuo sguardo e concordo con te, non dobbiamo correre - siamo entrambi adulti, abbiamo modo»
«Io ti desidero Natalie, con tutto me stesso» ammise, posando le labbra sul suo collo lungo - schioccando su di esso, lenti e dolci baci languidi.
«Lo so, Mike - lo so» lo tranquillizzò ella, godendosi quel dolce contatto. «Ma non devi temere di fare una cosa, per paura di ferirmi o che io possa scappare - ed abbandonarti» lo canzonò ancora, obbligandolo a fermarsi e guardarla nelle sue iridi chiare.

𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 | 𝐌𝐉Where stories live. Discover now