𝙰𝚖𝚋𝚛𝚘𝚜𝚒𝚊 {𝟙/𝟝}

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«Vieni con me, Michael» gli aveva detto, mentre teneva salda la sua mano, leggermente accaldata

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«Vieni con me, Michael» gli aveva detto, mentre teneva salda la sua mano, leggermente accaldata. Egli non proferì parola, bensì accarezzava di tanto in tanto, il dorso della fanciulla, con il pollice, intento a smorzare la tensione che si era venuta a creare.

«Papà» mormorò l'altra, varcando la soglia di casa. «Sei tornato presto, questa sera» aggiunse, con ilarità nella voce, sciogliendo la presa dalla mano del cantante, che imbarazzato, chiuse la porta alle spalle, aggiustandosi il capello di feltro sul capo.
«Si, ho chiesto un permesso per questa sera» si spiegò l'uomo, osservando la figlia con attenzione, per poi posare lo sguardo sul suo datore di lavoro ed inspirò. «Michael, è un piacere per me» e gli tese la mano, con fare solenne. «Averti in casa, per la seconda volta» e si protese un poco in avanti.
«Oh» mormoro l'altro, arrossendo velocemente sulle gote. «Il piacere è mio, Carl» rispose, ricambiando la stretta, leggermente interdetto.

«Beh Natalie» riprese il padre, saettandola con lo sguardo. «Questa volta, mostra a Michael, l'intera casa» e ridacchiò, intravedendo la celebrità chiudersi nelle spalle. «Presumo sia stanco dopo questo viaggio improvviso e poi, mostragli la stanza degli ospiti» e schioccò la lingua al palato, ammiccando un sorriso complice al moro. «Non è molto spaziosa, ma accogliente per passarci la notte»
«Oh no, io non vorrei disturbare così tanto..»
«Michael» lo interruppe nuovamente il padre della dama. «Sentiti libero, come se stessi in casa tua» concluse l'altro, alzando le spalle con nonchalance.

«Vieni con me» riprese la fanciulla, facendogli strada lungo la umile dimora, mostrando la comoda stanza per gli ospiti munita di un morbido e classico letto matrimoniale, con tanto di bagno molto spazioso. «Le lenzuola sono pulite, mentre le coperte sono dentro l'armadio» gli spiegò, gesticolando con le mani. «Mentre questi» aggiunse, prendo una grande cesta dietro il piccolo mobiletto di legno. «Sono gli asciugamani puliti» e abbozzò un sorriso dilettato, avvampando.
Il moro inspirò, sfilandosi il capello dal capo per poi posarlo sul materasso e virando il suo sguardo altrove, socchiuse le palpebre. Ella lo osservò a lungo, percependo il suo cuore, fare una capriola nel petto al solo pensiero di lui, di nuovo insieme a lei. Le era mancato, decisamente, ora lo sapeva - ora ne era certa.
Gli prese le mani nelle sue, invitandolo a guardarla negli occhi, così grandi e sinceri. «Sentiti a casa, okay?» sussurró.
«A te sta bene, bambina?»
«Cosa?» domandò, inclinando di poco la testa alla sua sinistra, mentre con le lunghe dita, tamponava sul suo viso, leggermente sfatto per via della stanchezza.
«Sono un mostro, immagino» indugiò egli, voltandosi di scatto e cambiando totalmente discorso. Dopotutto, non amava mostrarsi in pubblico con poco trucco o in condizione a dir poco, trasandate. Natalie ridacchiò, spintonandolo con delicatezza - finché entrambi, non raggiunsero il bagno. «Lascia fare a me, popstar» e gli baciò una guancia mentre, con dei dischetti di cotone, imbevuti nello struccante, inizió a tamponare il suo volto.
«Leviamo questa matita nera, leggermente sbavata» lo prese in giro, percorrendo il suo contorno occhi, immergendosi in quelle due perle nere, comunicanti.
Il moro inspirò, serrando le labbra in una linea dura mentre rimuginava sul fatto che temeva che ella, potesse semplicemente trovarlo meno affascinante, seducente e quindi, essere visto meno interessante ai suoi occhi. «Non sono un bello spettacolo, Miller» disse, con voce roca e fare sommesso. «Sono pieno di..» e si indicò con l'indice, disegnando cerchi immaginari. «Sono pieno di chiazze, ecco»
Ella non rispose, inspirò mentre tamponava il suo naso fino ed appuntito, arrivando poi alle labbra, coperte da uno strato lieve di rossetto. «Certo che l'essere un personaggio, deve piacerti davvero tanto» puntualizzò. «Mai visto un uomo in grado di mettersi il rossetto, in modo così impeccabile» e lo fece ridere, di gusto.
«Beh, sono pur sempre una star mondiale» si pavoneggiò, alzando le sopracciglia. «Ed un attento perfezionista, in ogni campo» concluse, sfoggiando un dolce e sincero sorriso, percependo il respiro andare più veloce ed il cuore, battere risoluto.

𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 | 𝐌𝐉Kde žijí příběhy. Začni objevovat