Ferite alla Nutella (II)

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Il 15 giugno è giorno di pagelle. Dalla quarta ginnasio io e Marco, prima di andare a vedere i risultati sul tabellone nell'atrio, ci dedichiamo a un rituale ben preciso. Sveglia alle sette di mattina, nuotiamo fino alla piattaforma del lago e diciamo addio ai libretti scolastici. Sono dei quadernetti dati in dotazione dal liceo, piegati a fisarmonica e con alcuni ritagli di spazio per le giustificazioni e le entrate in ritardo.

Ogni anno io e Marco rileggiamo le scritte più assurde e le note più strambe che i professori ci hanno rifilato. Quindi arrotoliamo i libretti a sigaretta, li infiliamo in una bottiglia di vetro con mille sassolini e, una volta tappati, li buttiamo nel fondo del lago.

Un'usanza che io e Marco abbiamo iniziato in quarta ginnasio. Ricordo ancora la prima volta in cui ne abbiamo parlato.

«Ti immagini, Nanà? Magari tra mille anni degli archeologi subacquei recupereranno le bottiglie e leggeranno le nostre note.»

«Sì, e poi riterranno i libretti degli importantissimi reperti storici e apriranno un museo per custodirli qui a Viacampo.»

«Che nel frattempo si chiamerà Marcolandia!»

«Ti piacerebbe!»

Nonostante il terrore di essere rimproverati dal guardaspiaggia, il lancio del libretto in bottiglia si è protratto per tre anni. Anche adesso io e Marco siamo sulla piattaforma, con i costumi bagnati per la nuotata e la bottiglia piena di sassolini, pronta al lancio.

«Qual è la tua giustificazione più stupida?» gli chiedo.

Marco sfoglia il libretto, mentre mi tolgo una goccia di crema solare dalla fronte, terrorizzata che finisca nell'occhio, accecandomi.

«Non ho dato il meglio di me quest'anno» ammette. «Nel primo quadrimestre ho un "pesce rosso con congiuntivite", "squartamento di cervello con papà", due "feste della birra", una "imposizione suprema del grande Yuri Conte" e un "Nanà ha una crisi di zuccheri". Tu?»

«Niente di che manco io» ammetto. «"Traffico sulle scale", "Problemi con l'asciugatura dello smalto", "Lutto per la morte di una formica", "Viaggio alla ricerca dell'intelligenza di Marco", "Vespa ingolfata da troppa birra".»

«Ehi!» replica Marco. Allunga la mano in acqua e mi tira uno schizzo. Mi proteggo con il libretto, un cimelio storico che ai posteri arriverà lievemente danneggiato. «Cos'è la storia dell'intelligenza?»

Rispondo allo spruzzo.

«Perché scusa? La crisi di zuccheri?»

Marco ride e mi lascio trascinare dalla sua allegria. Passiamo l'ora successiva stesi di pancia sulla piattaforma blu, mentre il sole crogiola le schiene, riscaldando ogni organo e asciugando capelli e costume da bagno. Sorvoliamo sul fatto che le giustificazioni del secondo quadrimestre siano "Non ho voglia" nel migliore dei casi, "Nessuno" nel peggiore.

Dopo avere ricordato ogni nota e ogni voto basso – tra i quali la mia interrogazione sulle renne di Babbo Natale – chiudiamo i libretti nella bottiglia.

«Al tre la lanciamo insieme, va bene?» mi dice Marco.

Quando finisce il conto alla rovescia e la bottiglia si infrange sul lago, un nodo d'ansia lega le viscere. Sono sempre stata una studentessa modello, con una media impeccabile e invidiabile, ma con gli insuccessi dell'ultimo anno dubito di poter prendere il numero massimo di crediti per accedere alla maturità con punteggio pieno.

«Nanà, tu sei un genio, lo sai?» mi dice Marco, stringendomi la mano. «Se quel secchione di Nicola Ulivieri si divertisse solo la metà di quel che facciamo noi, arriverebbe a stento al sei, mi credi?»

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