✔ 08. Le risposte di cui ho bisogno

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Mi rintanai all'interno del condotto dell'aria, ancora scossa dalla notizia appena scoperta. Mi raggomitolai su me stessa, cingendomi le ginocchia con le braccia e piansi silenziosamente su di esse. Ci volle tempo prima di ricomporsi del tutto e, nonostante la voglia di rimanere a piangere in quel condotto per sempre, dovetti tornare indietro.
Tirai verso di me la porta della mensa e mi trascinai verso il tavolo dove avevo avvistato Clerk che, da solo, trascinava il suo purè di patate da una parte all'altra del piatto con il mento sorretto dalla sua mano sinistra. Mi sedetti vicino a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Lui sussultò al contatto inaspettato, ma appena si voltò e mi vide si rilassò.

«Cosa è successo?» chiese con ancora lo sguardo fisso sul piatto.

«Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa?»

«Forse i tuoi occhi rossi e gonfi, il fatto che hai le guance bagnate e la faccia da funerale» elencò, alzando un dito ad ogni caratteristica «Hai trovato la stanza, non è vero?»

Io annuì contro la sua spalla «Vorrei non averlo fatto.»

Clerk poggiò la sua testa sulla mia «Vuoi parlarne?»

«Preferirei di no.»

Lui si allontanò abbastanza da guardarmi negli occhi «Riguarda i tuoi amici?»

Tirai su con il naso «Cosa pensi che ci sia dopo la morte?»

Il ragazzo abbassò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia pensieroso «Non ci ho mai pensato» ammise, giocando con le dita «Probabilmente niente.»

«Quindi, secondo te, dopo la morte non facciamo altro che fluttuare nel vuoto?» gli chiesi. Lui annuì e io alzai le spalle «È una cosa orribile. Affidi il destino delle persone che hai amato al nulla?»

«È solo una supposizione. Nessuno ha mai avuto la possibilità di raccontare cosa ci sia dopo la morte.»

«Non pensi che ci sia qualcosa dopo? Un luogo dove tutte le anime vivono dopo la morte, come una seconda vita ma senza... beh, senza vita.»

«Perché stiamo parlando di morte, Allison?»

Scrollai le spalle «Ho solo bisogno di risposte, credo.»

Clerk mi fissò per qualche attimo in silenzio, prendendo la mia mano nella sua per consolarmi «Cosa c'era dentro quella stanza, Alli?»

Ritirai la mia mano e mi alzai in piedi di scatto, facendolo sussultare «Devo parlare con Teresa.» e cominciai a camminare a grandi falcate verso la porta.

Clerk si alzò in fretta e furia, seguendomi fuori dalla mensa. Mi afferrò per un polso e mi costrinse a fermarmi per guardarlo «Vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?»

Mi divincolai dalla sua presa, indietreggiando «Non posso perdere tempo.»

«Sto cercando di aiutarti!» alzò la voce lui.

«Cosa ti fa pensare che abbia bisogno del tuo aiuto?» chiesi con sprezzo «Non ho bisogno di una babysitter che mi stia addosso tutto il tempo!»

«La babysitter?» chiese lui con tono amaro «No, cazzo, io sono tuo amico.» aggiunse con rabbia «Sto solo cercando di aiutarti e l'unica cosa che sei in grado di fare è respingermi. Credevo ti fidassi di me abbastanza da raccontarmi cosa hai trovato in quella stanza che ti ha resa... così.»

«Così, come?»

«La tua faccia... prima era come se il tuo intero mondo fosse andato in frantumi, e adesso sei impazzita.»

«Ho solo bisogno di risposte!» gridai esasperata «Tu non hai idea di quello che ho letto in quel fascicolo!» ricominciai a piangere.

«Come potrei saperlo? Da quando sei tornata non mi hai detto niente!»

Mi piantai le unghie nei pugni e caddi a terra in ginocchio «Io morirò.» sussurrai tra le lacrime.

Clerk si inginocchiò di fianco a me «Che cosa?»

Singhiozzai «Vogliono uccidermi» ripetei, la voce ridotta ad un sussurro spezzato «Mia sorella mi ha portata qui per uccidermi.»

.

Non sentì la minima vertigine nel vedere il vuoto sotto le sue gambe penzoloni. Alzò lo sguardo e guardò il sole splendere alto nel cielo sopra alla sua testa. Si portò una mano tra i capelli e li scompigliò prima di asciugarsi la fronte sudata dal caldo.

«Ah» esclamò una voce alle sue spalle «È qui che ti nascondi allora.» e si sedette al suo fianco, lasciando le sue gambe penzolare con le sue nel vuoto sottostante.

«Adesso che l'hai scoperto dovrò cambiare nascondiglio, o non avrò più pace.» scherzò, accennando una lieve risata.

Il ragazzo dai lineamenti asiatici gli diede una lieve pacca sulla spalla «La troveremo, amico.»

Newt abbassò lo sguardo sulle sue mani, osservandole mentre intrecciava le dita «E se le hanno fatto qualcosa?»

«Non penserai sul serio che Allison abbia permesso a qualcuno di farle del male, giusto?»

«Non sappiamo di cosa sono capaci.»

Minho sospirò «Amico, ma la conosci? Eppure pensavo fosse la tua ragazza» scherzò «È una tosta, se la sa cavare.»

Newt sorrise «Lo so» poi sospirò «Ma da sola contro l'intero sistema non può nulla.»

Minho lo osservò con le sopracciglia aggrottate «Lo so. Stiamo facendo il possibile, ma quella caspio di città è più sorvegliata di una Banca di Stato.»

«Spero solo che Gally sappia quello che faccia.»

«Certo che lo sa» rispose con fare ovvio «Sarà anche una testa di caspio, ma lo sta facendo per Allison. Sappiamo entrambi che non la lascerebbe morire.»

Il ragazzo biondo sollevò gli occhi verso il cielo «Vorrei poter fare di più.»

Minho gli cinse le spalle con il braccio, dandogli un buffetto sulla guancia «Ma tu fai di più, amico. Tu la ami, pensi che sia poco?» chiese retoricamente «No, caspio, non è poco per niente. Pagherei oro per avere qualcuno che mi ama come tu ami lei.»

Newt rise «L'amore non può fare molto se non sono lì con lei.»

«Le stai dando qualcosa in cui credere. Qualcosa per cui vale la pena non mollare e che la incita a lottare.»

Newt non rispose, ammirando il cielo in silenzio. Poi abbassò lo sguardo e si sentì nuovamente come se fosse nel labirinto, due anni addietro, sul punto di saltare giù.

Minho, come se gli avesse letto la mente, gli diede una spallata «Due anni fa, in quel caspio di labirinto, non ti ho salvato la vita perché tu potessi stare a deprimerti sull'orlo di un cornicione, ok?» poi si alzò in piedi, avviandosi all'interno per raggiungere i suoi compagni «Alza il culo, Newt, la tua ragazza ha bisogno di te.»

Il biondo si alzò, voltandosi un'ultima volta verso il sole – che adesso era più sposato verso Ovest – e seguì Minho all'interno dell'edificio.

Gally lo osservò mentre, sotto di lui, teneva il dito indice premuto su un punto preciso della mappa. Il suo sguardo vagò prima su Thomas, poi su Minho e poi su Newt «Spero siate pronti, ragazzi» iniziò mentre toglieva la sicura alla sua pistola «Perché stasera andiamo in città.»

ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Ultimo aggiornamento più di un mese fa... sono un disastro. E chiedo umilmente scusa per avervi fatto aspettare così tanto.
Blocco creativo – succede a volte.
In questo capitolo ho voluto sperimentare una visione doppia (ovviamente quella di Allison e quella di Newt), principalmente perché mi mancava scrivere il personaggio di Newt e perché ritenevo fosse giusto dare spazio anche agli altri – e perché Minho mancava da troppo tempo e una ANT1IVY arrabbiata era l'ultimo dei miei voleri.

𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Where stories live. Discover now