✔13. Io non lascio uno dei miei

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«Minho, spingila di più!» gridò Newt.

Era da un po' di tempo che continuavo ad oscillare avanti e indietro e, la sensazione di vuoto sottostante, cominciava a darmi fastidio. Pregai Minho di metterci più forza più e più volte, ma il ragazzo non poteva di certo fare miracoli a testa in giù.
Non eravamo in una bella situazione.

«Minho» lo blocco io prima che possa spingere «Aspetta un secondo, mi sta venendo la nausea.»

«Non riesco più forte di così.» si scusò lui.

«Non preoccuparti, fai quello che puoi.»

«Aspetta» disse Thomas «Provo a spingere Minho, così quando spingerà te avrà più slancio.»

Minho diede l'ok e Thomas lo spinse al massimo delle sue capacità, dando la possibilità al ragazzo asiatico di potermi spingere con più forza e, finalmente, di raggiungere il pannello di controllo.
Mi aggrappai ad esso e afferrai la leva, tirandola giù decisa e, mentre i ragazzi si riprendevano dallo sbalzo improvviso, io mi sciolsi le corde e li aiutai a liberarsi.
Mi guardai attorno, aspettando che anche Frypan e Teresa sciogliessero le loro corde. Da dove saremmo usciti? Quello era una topaia tirata dentro ad un buco. Non c'era né una finestra, né tanto meno un buco nel muro che ti facesse ben sperare.
«L'unico passaggio è la porta.» sussurrai a me stessa «Merda.»

Thomas si avvicinò a me cauto, poggiandomi una mano sulla spalla «Qualcosa non va?»

Io chiusi gli occhi, sospirando pesantemente «Non possiamo uscire. Non ci sono finestre, o buchi da cui passare, c'è solo la porta.»

Minho sembrò non capire «Hai qualcosa contro le porte?»

«Intendevo dire che sicuramente ci sarà una guardia!» risposi.

Frypan mi sorrise beffardo «Disse colei che ha abbattuto da sola quattro guardie di W.C.K.D per salvarci.»

«Erano tre, e poi quella era una situazione... diversa.»

«Non c'è tempo di stare qui a discutere, dobbiamo andare!» affermò Thomas.

Il moro riuscì solo a voltarsi, trovandosi di fronte un uomo con una pistola puntata verso di lui.
I suoi occhi erano sgranati e le sue mani tremavano, così come al terreno sotto ai nostri piedi.
Il mio orecchio percepì il rumore di un elicottero sopra alle nostre teste, con l'unico soffitto a separarci.
Quello doveva essere il nostro segnale di fuga, W.C.K.D era arrivata, armata fino ai denti e disposta a tutto pur di riportarci al laboratorio.
Eppure nessuno di noi riusciva a muoversi, quell'uomo, così gracile, metteva una paura fottuta con quella pistola in mano in una situazione come quella, seppure neanche lui sapesse bene cosa stesse facendo.
Avanzò di qualche passo, caricando il grilletto e puntando la pistola verso il petto di Thomas, il quale chiuse gli occhi, consapevole della fine poco eroica e comica che avrebbe fatto.

Sentì uno sparo, e capì che non proveniva dalla pistola dell'uomo solo quando lo vidi cadere a terra, con un buco sul petto e il sangue sui vestiti.
Brenda era in piedi dietro di lui, il braccio teso e la pistola in mano.

«Andiamo via.» ci disse.

Nessuno di noi, però, fece un passo.

«Vi date una mossa? Ho intenzione di salvarvi il culo, idioti!» disse prendendomi per un braccio. «Non vi ho salvato la vita per farvi catturare.» mi strattonò, costringendomi a seguirla.

«Allison, che facciamo?» chiese Thomas.

Io lo guardai «Abbiamo davvero una scelta?» chiesi. «O ci fidiamo, o moriamo.»

Minho annuì, seguendo me e Brenda fuori dalla porta e, al seguito, tutti gli altri.

«Da questa parte, veloci!» ci incitò Brenda.

Nel frattempo, una canzone ci accompagnava in sottofondo.

In fretta e furia, arrivammo da Jorge, e io non ero mai stata così felice di vedere una persona in vita mia.

«Bene,» ci salutò lui. «adesso ce ne andiamo da qui, hermano.» disse dando una pacca sulla spalla a Minho.
Gli consegnò un gancio nelle mani, collegato ad una corda, una sottospecie di funivia che ci avrebbe portarti direttamente fuori dall'edificio e lontani dalla portata di W.C.K.D.

«Alli» mi chiamò Minho. «Vai prima tu.»

Avrei voluto contestare e far andare prima gli altri, ma in un contesto come quello, il tempo non poteva essere sprecato per una dose giornaliera di altruismo. Mi limitai ad afferrare il gancio e ad avviarmi giù.

Fu la sensazione più strana del mondo.
Ero consapevole di non essere un essere vivente dotato della capacità di volare, ma per un momento mi sentì capace di poterlo fare. Non sentire il terreno sotto ai piedi aiutava, ovviamente.

Dopo di me arrivarono Teresa, Minho, Newt, Frypan e Jorge, ma non vidi arrivare Thomas e Brenda.

«Dov'è Thomas?» chiesi.

Newt deglutì la propria saliva «Lui e Brenda sono ancora nell'edificio, ma se la caveranno, vedrai.»

«Io non lascio uno dei miei.» affermai.

Jorge mi guardò divertito, ma allo stesso tempo serio «Il tuo amico se la caverà, pensa a te stessa adesso.»

Era una minaccia?
Un avvertimento?
Un consiglio spassionato?

Mi limitai a guardarlo male.

Ci incamminammo tra le dune sabbiose, cercando di nasconderci alla visione dell'elicottero ogni qual volta ci era possibile.

Newt mi prese la mano, accarezzandomene il dorso con il pollice «Thomas è forte.»

Io gli sorrisi «Lo so, ma non è questo che mi preoccupa.»

Lui sembrò confuso «Cos'è che ti preoccupa?»

«Io- io non so più di chi fidarmi. Non so neanche se posso fidarmi di me stessa.»

Lui mi baciò la fronte «Andrà tutto bene

Io storsi il naso «Urgh, ti prego non dire più quella frase. Ogni volta che la sento qualcosa finisce per andare storto.»

Lui accennò una risata «Ok, mi dispiace, non lo dirò più.»

Io gli annuì, ringraziandolo con lo sguardo, poi alzai gli occhi sulla strada che stavamo percorrendo, senza davvero sapere dove stessimo andando «Ehi, Jorge!» gridai per attirare la sua attenzione. «Dove stiamo andando? Qual è il piano?»

Jorge rise sonoramente «Aspettavo che tu me lo chiedessi, morena.» fece una pausa, pensando a cosa dire. «Andiamo in un posto speciale, a trovare... un amico.»







𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Where stories live. Discover now