✔06. Sopravvivere

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Era da un po' che stavamo correndo, cercavo di resistere il più possibile e di tenere ben salda la fasciatura alla gamba, ma mi risultava difficile, se non impossibile, restare al passo.
Mi appoggiai al muro e mi accasciai a terra «Newt, non ce la faccio.»
I ragazzi si voltarono e mi raggiunsero «dammi la mano.» disse Newt. La afferrai e mi appoggiai a lui per restare in piedi.
«ti porto io.» disse Minho, facendo schioccare le dita.
Newt gli annuì «sì, è l'idea migliore.»
Annuì anche io, aggrappandomi a Minho. Il ragazzo passò una mano sotto alle mie ginocchia e mi prese in braccio «una piuma a confronto tuo pesa di più.» commentò ironico.
Gli lanciai un'occhiataccia e lui, capendo il palese segnale, ricominciò a correre con gli altri.

Giravamo a vuoto da cinque minuti e nessuno si era accorto di noi, non fino a quel momento almeno.
Svoltammo per l'ennesima volta a destra e ci trovammo di fronte all'infermeria. Tre guardie diedero l'allarme, che cominciò a suonare, riguardo alla nostra fuga. Adesso tutto l'edificio ci era con il fiato sul collo. Corremmo verso la fine del corridoio, arrivando davanti alla porta di un ufficio.
«dottoressa Abby Grunt...» lessi sull'etichetta sopra alla porta «Entrate qui!»
Thomas diede un calcio alla porta, facendo sussultare la dottoressa seduta sulla sedia davanti al suo computer «ma che diavol- Allison?»
Le sorrisi «dottoressa, che piacere rivederla.»
Thomas e Newt le puntarono i fucili elettrici al petto, constringendola ad alzarsi «che cosa volete da me?»
«portaci da Teresa e non ti faremo niente di male.» le dissi io.
Lei scosse la testa «non posso.»
Io feci un cenno con la testa a Thomas e Newt che caricano il colpo.
Lei sbuffò «va bene! Va bene vi ci porto.»
Uscimmo dall'ufficio, coperti da Frypan e Winston che impugnavano saldamente i loro fucili verso le guardie. La dottoressa Grunt rappresentava per noi un punto di forza, una sottospecie di garanzia.
«mettete giù le armi, non vorrete che il vostro miglior dottore venga presa dagli attacchi epilettici. Le scariche elettriche danneggiano il sistema nervoso, sarebbe un guaio se le succedesse qualcosa del genere, o no?» dissi io.
«fate come dice la ragazza!» gridò la dottoressa Grunt, le guardie la ascoltarono e lei ci guidò alla stanza di Teresa.

Entrammo nella stanza e, violentemente, spostai la tenda bianca che copriva un posto letto «Teresa!» le dissi, scuotendola.
«mh cosa- Allison!» esclamò aprendo gli occhi.
«muoviti, ce ne andiamo via.» dissi, staccandole le flebo dal braccio.
«la tua gamba...» disse, mettendosi in piedi.
«ne parliamo dopo, muoviamoci.»
«Allison, la porta...» disse Winston, smanaccando sulla maniglia.
«hanno bloccato le uscite, cazzo!» sbraitai, dando un colpo al muro.
«Newt, aiutami.» disse Thomas, afferrando uno dei due sgabelli di ferro «Usciremo da qui.» continuò, avvicinandosi alla vetrata.
«al mio tre, ok?» disse Newt, Thomas annuì «uno... due... tre!» esclamò il biondo, e fecero scontrare gli sgabelli contro la vetrata, distruggendola.
«forza, andate!» esclamò Thomas, aiutando Teresa a scavalcare i vetri rotti.
«Minho, andate voi.» disse Newt, aiutandomi a passare.
Il velocista, o ormai ex, mi prese di nuovo in braccio «l'uscita! Quella è l'uscita!» gridò poi.
Thomas imbracciò il fucile e, insieme agli altri ragazzi, sparò contro le guardie. Io, Teresa, Minho ed Aris ci avvicinammo alla porta, cercando in un qualsiasi modo di aprirla.
«ragazzi, abbiamo bisogno di aiuto!» gridò Teresa. Frypan, Winston e Newt - sotto ordine di Thomas - arrivarono in nostro aiuto, lasciando il moro da solo a fermare le guardie.
«Thomas,» disse una voce alle nostre spalle «guardate cosa avete combinato.»
Mi voltai, guardando con stupore l'uomo che si stava rivolgendo al mio amico, lo stesso uomo che appariva nei miei sogni. Lo stesso uomo che da bambina chiamavo papà «non è possibile...» sussurrai a me stessa.
Lo scatto della porta mi fece voltare: si stava aprendo.
«abbandonate questa idea di fuggire, non sopravvivreste un solo giorno là fuori!» continuò l'uomo.
Thomas continuava a stringere tra le mani il fucile, mentre noi continuavamo a chiamarlo a gran voce «Thomas! La porta si sta chiedendo!» gridavamo all'unisono.
Oramai la porta si era quasi richiusa e Thomas aveva appena gettato il fucile a terra, cominciando a correre nella nostra direzione.
La porta stava per chiudersi, mancavano all'incirca venti centimetri e Thomas sarebbe rimasto chiuso qui. Mi salì un inevitabile senso di deja-vu.
Vidi Thomas scivolare a terra e passare sotto la porta: eravamo fuori e, soprattutto, eravamo tutti vivi.
«andiamocene via da qui.» dissi non appena sentì un altro allarme scattare.

Eravamo fuori dall'edificio, nel bel mezzo del deserto e l'unica cosa che riuscivo a vedere era un'immensa distesa di sabbia e, sopra alle nostre teste, aerei stracolmi di guardie pronte a catturarci.
«Teresa! Torna qui!» sentì gridare Thomas.
Scorsi la figura di Teresa da lontano, correva nella direzione di un edificio distrutto, probabilmente dal tempo e dalla sabbia, ma anche dalle radiazioni.
«Teresa!» gridò di nuovo Thomas mentre la seguivamo.
Arrivammo davanti ad una vetrata rotta, che dava dentro all'edificio. Minho si sporse per guardare meglio e, insieme, cademmo giù.
«Allison!» gridò Newt.
«ragazzi venite giù!» gridò in risposta Minho.
Li vidi cadere giù uno per uno, per poi atterrare sulla sabbia.
Newt si precipitò da me «ehi, stai bene?» chiese, posando la sua mano sulla ferita.
«sì, sto bene.» risposi io, afferrando la sua mano per rialzarmi.
«bene, ora che siamo fuori, qual è il piano?» chiese Frypan.
Io alzai le spalle «io vi ho detto che vi avrei portati fuori e così è stato.»
Winston sbuffò «e ora che hai intenzione di fare?» chiese, un po' alterato.
«ragazzi, ragazzi ehi.» cominciò Thomas «È colpa mia, sono stato io a dirle che ci avrei pensato io a cosa fare dopo.»
Newt si passò una mano sulla fronte «bene, quindi che si fa?»
Thomas si guardò intorno.
Newt rise amaramente «cioè, tu vuoi dirmi che non hai un piano? Allison ci ha portati fino a qui, facendo affidamento su di te, e tu non hai un piano?»
«ci sono degli uomini sulle montagne, dobbiamo arrivare da loro.» disse Thomas «O così ha detto Aris.»
Newt avrebbe voluto prenderlo a pugni «uomini della montagna... montanari? È su questo che fai affidamento? Non sai neanche chi sia questo!» gridò, indicando Aris «Come pensi che arriveremo su quella montagna? Hai visto che Allison non riesce neanche a correre!»
Io gli misi una mano sul petto e lui si calmò «Newt, sta tranquillo. Ce la faccio. Ho fatto affidamento su Thomas per un motivo, mi fido di lui. Dovreste farlo anche voi.» diedi uno sguardo ai ragazzi, messi a cerchio accanto a noi.
Newt annuì «va bene, hai la mia fiducia.» disse a Thomas.
«sentite, abbiamo un edificio a disposizione. Cerchiamo cose che potrebbero esserci utili: vestiti, borracce, zaini, coperte, torce e quant'altro. Ci ritroviamo laggiù tra venti minuti, chiaro?» ci disse Thomas, indicando la fine di un corridoio che dava a delle scale mobili. Tutti noi annuimmo.
La prima parte del piano - scappare - era riuscita, ora arrivava la parte più difficile: sopravvivere.


𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Where stories live. Discover now