Runners (newtmas)

5.

6:15
Thomas stava correndo come tutte le mattine quando si rese conto che Newt stava leggendo sugli spalti.
-Che ci fai qui alle sei del mattino?
Chiese Thomas avvicinandosi.
-Poteri farti la stessa domanda.
-Mi alleno.
-Leggo.
Thomas scese dagli spalti e ricominciò a correre.

-Corri?
-Cosa?
Rispose Newt che fino a un attimo prima era immerso nei suoi pensieri.
-Ti ho chiesto se corri.
-Se ho un cane alle calcagna si.
-Sai che non intendevo in quel senso.
-Si, correvo. Ero quasi sempre primo. Poi ho avuto un incidente e ho smesso. Ero lento e zoppicavo. Non volevo correre in quelle condizioni.
-Che tipo di incidente?
-Non ti riguarda.
-Osi usare i miei incantesimi contro di me, Potter?
Disse Thomas drammatico.
-Io ti parlo dell'incidente alla gamba e te del labbro.
Thomas sbuffò.
-Non ti arrendi mai?
-Dipende dalle situazioni. Se tengo davvero a una cosa non mi arrendo facilmente.
-Quindi non tenevi all'atletica?
-Ci tenevo più che a ogni cosa. Ma come ti ho detto, ho avuto un incidente.
Continuarono zitti il percorso per arrivare in classe. Gli unici due posti rimasti erano vicino a Teresa.
-Ma porca puttana.
-O'Brien modera i termini.
-Scusi prof.
Thomas si sedette. Teresa si voltò verso di lui e aprì la bocca per dire qualcosa, ma il ragazzo la precedette.
-Prova a dire anche solo una parola e ti strozzo come una gallina.

Appena suonò la campanella il ragazzo scattò fuori dalla classe e si diresse al suo armadietto.
-Ma te corri sempre?
-E tu mi segui sempre?
-Rispondi sempre alle domande con altre domande?
-Perché non dovrei?
-Sai di solito quando uno fa una domanda si aspetta una risposta non un'altra... lascia perdere.
Rimasero in silenzio.
-Se vuoi puoi ricominciare a correre. So che non sono affari miei, ma se vuoi ti posso dare una mano a riprendere.
-Ok.
-Corro tutte le mattine e tre pomeriggi a settimana. Non seguo gli allenamenti con gli altri. Se vuoi possiamo correre insieme questo pomeriggio.
-Ok.
-Se non ti va puoi dirmelo. Non c'è problema.
-No davvero. Mi va di correre.
-Abbiamo il resto della giornata libero. Ci vediamo alle quindici?
-Ok. Ci vediamo là.

Thomas andò a mangiare in mensa e si sedette vicino a Minho.
-Allora?
Disse Minho alzando le sopracciglia e avvicinando la faccia a Thomas.
-Allora cosa.
-Tra te e quello nuovo.
Thomas lo guardava confuso.
-Avanti, non dirmi che non te ne sei accorto.
-Minho spiegati. Accorto di cosa?
-Ok. Ho un amico stupido. Newt. Non riesce a toglierti gli occhi di dosso. E vi ho sentiti quando vi mettevate d'accordo per correre. Non sei mai stato così dolce neanche con Teresa.
-Prova a dire ancora una volta il suo nome è ti azzoppo.
-Ho capito che vuoi azzopparmi, ma placati.
Thomas lo fulminò con lo sguardo.
-Ok, scusa. Comunque rimane un dato di fatto che tra te e Newt c'è qualcosa.
-Siamo solo amici.
-Sicuro?
-Sicuro.
-Solo amici?
-Solo amici.
-Stai ripetendo tutto quello che dico?
-Minho. Non serve che lo dica.
-Si lo so. Se non la smetto mi azzoppi.

15:00
Thomas era già pronto nello spogliatoio quando arrivò Newt.
-Scusa il ritardo. Stavo leggendo e non mi ero accorto che era così tardi.
-Tranquillo. Non importa. Che leggevi?
Chiese Thomas mentre newt si cambiava.
-L'ultima legione. Di Manfredi.
-Lo sto leggendo anche io. Sono a poco più della metà.
-Anche io.
-Allora il tuo ritardo è giustificato. Quel libro ti prende talmente tanto che perdi la cognizione del tempo.
I due ragazzi si incamminarono verso la pista e cominciarono a correre lentamente per scaldare i muscoli. Fecero un paio di giri camminando e poi si fermarono.
-Di solito prima di correre seriamente faccio un po' di esercizi di potenziamento.
-Ok. Ti seguo. Fai quello che fai di solito.
Fecero alcuni esercizi.
-Newt, prova a tenere le gambe più vicine quando fai lo scatto.
Thomas si avvicinò al ragazzo e gli spostò la gamba.
-Ecco, così dovrebbe essere più facile.
Il ragazzo seguì il consiglio dell'amico.
-Avevi ragione.
I due ragazzi erano seduti vicini e sorridevano. Newt si avvicinò lentamente a Thomas.
-Newt
-Si?
Thomas prese la nuca di Newt e lo baciò.