Prologo

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Le piccole torce appese agli spessi muri di pietra gettavano sulla folla ombre tremule e oblunghe senza riuscire comunque ad illuminare l' area, che rimaneva immersa in una densa nebbia scura. La luna guardava i soldati dall'alto spargendo il suo denso pallore sopra le teste ansiose, luccicando come un diamante lustro e desideroso di attenzioni.

Il contingente di cadetti era riunito in quel grosso spiazzo e tutti erano pronti a prendere la loro decisione, increduli di essere realmente arrivati fino a quel punto. Ormai le possibilità erano solo tre, e la maggior parte delle giovani reclute aveva affrontato l'addestramento sapendo già cosa scegliere al termine, agognando segretamente il giorno in cui avrebbe potuto iniziare il servizio.

Michelle dal canto suo era ancora abbastanza confusa, e si sentiva un po' stupida a riguardo, ma continuava a dirsi che poteva benissimo prendere una decisione istantanea quando avrebbe sentito qualcosa muoversi dentro, anche se non era pienamente sicura del fatto che fosse una strategia vincente. Non che le importasse realmente a dirla tutta, ma ormai aveva scelto di improvvisare, e si perse ad osservare la grossa piazza smarrendo i suoi pensieri dentro al caos febbrile di sussurri e risate, senza soffermarsi troppo a lungo su qualcosa di relativamente interessante. L'impazienza era palpabile e la tensione raggiungeva il lugubre cielo stellato, mentre gli ultimi preparativi venivano svolti in un marasma frenetico di voci e rumori.
La ragazza stava osservando attentamente la danza allegra di un focolare acceso quando sentì un colpo leggero alla spalla, e si girò di scatto per vedere il volto liscio e perfetto di Dirk a pochi centimetri dal suo.
"Polizia Militare?" le chiese nuovamente il ragazzo circondandole le spalle con un braccio, riprendendo quel discorso che ormai affrontavano da giorni ma che ancora non erano arrivati effettivamente a concludere.
"Neanche se mi pagano" rispose lei sarcastica, dedicando tutta la sua attenzione a quello che durante il lungo addestramento era diventato uno dei suoi amici più stretti, se non l'unico.

"Eddai, come faccio io senza di te?" le rispose lui guardandola con un adorabile sorriso, uno di quelli che donava a pochi eletti ma che faceva sempre centro.
"Smettila, sai che non funziona con me" ribattè Michelle pur non essendo totalmente sicura di essere immune a quel gesto. La verità infatti era che Dirk era bello come un Dio, e quando piegava le labbra piene in quella stupida smorfia diventava ancora più carino.
"Dai Mish, chi posso prendere in giro poi?" continuó imperterrito senza staccarle un attimo gli occhi di dosso.
La ragazza era sul punto di tirargli una gomitata tra le costole, ma l'enorme piazza si zittì in un baleno come se qualcuno avesse gettato sopra tutti un manto di mutismo, e anche lei riacquistò il suo naturale stoicismo.

I comandanti delle tre divisioni dell'esercito stavano facendo la loro entrata silenziosa nel piazzale, dirigendosi verso il palco su cui avrebbero cercato di convincere le nuove reclute ad unirsi al loro corpo, e tutti i soldati scattarono sull'attenti fino a quando non venne dato il comando di riposo.
Il silenzio della platea era assordante, si insinuava nelle menti come uno spillo malevolo e Michelle iniziò a provare un insensata sensazione di timore. Di lì a qualche minuto avrebbe dovuto scegliere definitivamente, e nonostante rientrasse tra i cadetti migliori del plotone l'idea di diventare un gendarme non era neanche lontanamente contemplata nella sua mente, e ciò escludeva a priori uno dei tre corpi. Aveva pensato a lungo al Corpo di Guarnigione, ma senza neanche un motivo preciso credeva fosse troppo noioso per lei, anche se era ancora completamente indecisa.

Un uomo salì sul grosso palco sopraelevato, posizionandovisi nel mezzo e mettendosi in riposo, le gambe leggermente divaricate e le mani fermamente giunte dietro la schiena. Era una figura imponente, lo sguardo volitivo e serio puntato contro la marea di volti con autorità e una presenza imbarazzantemente potente. Iniziò a parlare con voce tonante e perfettamente ferma, senza mostrare il minimo segno di indugio anche davanti a tutte quelle persone, e Michelle, a metà dello schieramento, lasciò che la sua innata curiosità prendesse il sopravvento e si mise ad esaminarlo attentamente, mentre le parole le arrivavano dritte al cervello come frecce sibilanti. Oggettivamente era un bell'uomo. Il fatto che fosse già Comandante del Corpo di Ricerca cozzava parecchio con la pelle liscia e perfetta, il fisico prestante e i muscoli tonici, che gli conferivano un'aria estremamente giovanile. Tutto indicava che avesse meno di 30 anni, i tratti erano decisi e ben scolpiti, le sopracciglia spesse, il naso grosso e abbastanza spigoloso, con quella che sembrava una piccola gobba sulla parte più alta.
La divisa gli calzava a pennello, e attorno al collo, proprio sotto al colletto della camicia bianca, si poteva intravedere il grosso pendente verde tipico degli ufficiali, che a dirla tutta si intonava parecchio con i capelli biondi e con la tonalità chiara dell'incarnato.

Call of silence /Erwin Smith/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora