Soul-dier

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XIV. Yes nobody, nobody can stop him
As he fights now for his dreams

"Sei sicuro, Erwin?" chiese Michelle per l'ultima volta, ormai sul punto di cedere definitivamente e accettare le sue tesi.
"Sì" rispose lui, impassibile. "Cerca di stare tranquilla" aggiunse allacciandosi la camicia candida e iniziando a tirarsi su i pantaloni della divisa.
"Come faccio a stare tranquilla?" infierì lei con uno sbuffo.
"So quello che faccio, pensavo lo sapessi anche tu"
"Sì, ti conosco, però non so... temo che le cose non andranno come previsto"
"E sulla base di cosa?" incalzò lui.
"Sesto senso femminile, e poi se fossi in loro non lascerei mai al Corpo di Ricerca la custodia di Eren"
"Per quale motivo? Siamo gli unici in grado di trattare realmente con i giganti"
"Beh se lo uccidessero non ci sarebbe bisogno di trattare con nessuno"
"Non lo uccideranno" mormorò il Comandante infilandosi i grossi stivali scuri "E' troppo prezioso, e finché sarà sotto la nostra custodia è al sicuro"
"Ma chi ti dice che ci daranno la custodia?" infierì lei per l'ennesima volta.
"Oh, andiamo ne abbiamo già parlato" concluse Erwin buttandosi di peso sul letto, che cigolò sotto il peso del suo enorme corpo. Fino a qualche ora prima erano in due su quel letto, e si erano divertiti parecchio, ad essere sinceri, anche se adesso l'aria tra loro era stranamente tesa.
"Dici sempre così" la sentì sussurrare, il solito tono stizzito assunto ogniqualvolta lei e il Comandante non fossero dello stesso avviso. "Metti sempre tutto sul tanto io sono Erwin Smith, lo straordinario e bellissimo e intelligentissimo e impeccabilissimo Comandante dell'Armata Ricognitiva" continuò in una gutturale imitazione dell'amato "E sono perfettamente in grado di fare tutto perchè nessuno può resistere al mio avvenente aspetto e alla mia mente brillante e ai miei muscoli infiniti, io sono un supereroe e sono invincibile!" terminò dandogli le spalle e continuando a piegare gli indumenti, sbattendoli con furia dentro ad una bacinella di vimini.
"Sei simpatica quanto il Capitano Levi di prima mattina quando fai così" rispose Erwin sbuffando, punto sul vivo.
"Sei solo un egoista del cazzo" continuò la ragazza sbattendo la cesta dei vestiti sul letto e guardandolo dall'alto.
"Smettila, sai dire solo quello"
"E' la verità"
"Non è vero, non lo sono mai stato con te" esclamò lui alzandosi in piedi e fronteggiandola una volta per tutte.
"Erwin non sei difficile da comprendere" rispose lei, un sopracciglio alzato e nessuna traccia di paura nel sostenere il suo sguardo arrogante.
"Ti importa solo del tuo dannatissimo sogno, ti è sempre importato solo di quello, e continuerà ad essere così" continuò, ormai su tutte le furie.
"Ti ho sempre messo davanti a tutto da 5 anni a questa parte e questo è il ringraziamento?"
Michelle avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. Odiava sentirlo alzare la voce e vederlo spalancare gli occhi in quel modo, le dava su i nervi.
"Erwin non prendermi per il culo, mi hai sempre messo davanti a tutto, ma sappiamo entrambi che non esiteresti un momento a sacrificare me e tutto il resto del mondo se ti si presentasse l'occasione di raggiungere il tuo fottutissimo sogno"
"Ah bene, credi che siano questi i miei sentimenti?" ringhiò lui, ormai sul punto di perdere completamente le staffe.
"Vai al diavolo, capisci solo quello che vuoi capire" sibilò Michelle fuggendo con passi veloci e pesanti e sbattendosi poi la porta alle spalle.

Erwin rimase solo nella stanza, con l'unica compagnia della sua stessa rabbia. Temette di essere sul punto di distruggere i mobili a calci, ma si sedette sul letto e cercò di calmarsi. Sentiva il cuore pulsare forte e continue vampate di calore che gli correvano lungo tutte le braccia, mischiate da una sensazione sgradevole di nausea. Odiava litigare con Michelle, lo faceva stare male, e nonostante non fosse la prima volta che accadeva si sentiva particolarmente abbattuto. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma temeva che avesse ragione, ne aveva davvero una paura fottuta. Non aveva mai smesso di perseguire il sogno di suo padre, e la sua più grande paura era proprio perdere quel poco di umanità che gli rimaneva. Non fingeva quando soffriva per la morte dei suoi sottoposti, ma era immancabilmente pronto a rifarlo, come se non gli importasse, in un macabro circolo vizioso fatto di lacrime e sangue. Si era chiesto più volte che cosa fosse disposto a sacrificare per raggiunger i propri scopi, ma non era mai arrivato ad una conclusione ben precisa. La sua natura demoniaca lo avrebbe portato a buttare tutto negli inferi per il proprio egoismo, compresa Michelle probabilmente, ma quando se ne rendeva conto non riusciva ad accettarlo e si vergognava pesantemente per i suoi stessi pensieri. Amava Michelle più di qualunque altra persona, e non avrebbe mai messo a repentaglio il loro rapporto per qualcosa di così materiale, e di questo ne era convinto, ma al contempo un fantasma opprimente lo tormentava tutte le ore del giorno, e lui non sapeva cosa fare. Doveva uccidere suo padre una seconda volta o cavarsi il cuore dal petto e bruciarlo insieme all'amore che lo riempiva?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2022 ⏰

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Call of silence /Erwin Smith/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora