For Your Love

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X. I wanna hold you in my arms tonight
for your love, I'll do whatever you want

"Erwin" disse in tono piatto, lo sguardo mai stato tanto fermo, specchio perfetto di quella che era la "vecchia" Michelle. Immobile davanti alla ormai nota scrivania del Comandante, non era mai apparsa tanto adirata. La sua rabbia si notava palesemente dalle vene gonfie sulle mani, la tensione dei muscoli e la durezza dello sguardo, mai stato tanto perentorio con un superiore. "Non sono una bambina"
Erwin sbuffò sonoramente e si girò, afferrando la mensola della finestra e stringendola fino a quando le nocche non gli divennero bianche. Dannazione, stava solo cercando di proteggerla e lei si lagnava in quel modo. Capiva benissimo che fosse orgogliosa di natura, ma tutto aveva un limite.
"Sono sopravvissuta fino ad ora e non mi verrà troppo difficile sopravvivere ancora, sono molto più forte di quanto credi" infierì lei, e il biondo di sentì sul punto di esplodere dal nervoso. Era la prima volta che litigavano, ed Erwin sperò con tutto sé stesso che fosse anche l'ultima. Odiava il suo sguardo duro, si era reso facilmente conto di come lei si addolcisse solo con lui, e aveva fatto di questo un grande motivo di orgoglio, ma adesso non riusciva a non infuriarsi davanti alla sua aria di sufficienza. Sembrava non capire che lo stesse facendo al solo motivo di non perderla, e si rese conto con amarezza di come in effetti non glielo avesse detto esplicitamente. Riflettè un attimo, le parole gli arrivarono sulla lingua, ma le trattenne. Non poteva esporsi così tanto, non dopo una litigata come quella. Avrebbe fatto la figura del cagnolino innamorato e non se lo poteva permettere, quindi si girò, perforandole gli occhi con il suo sguardo più glaciale, ogni muscolo del viso indurito e autoritario.
"Soldato Even. É un ordine; obbedisci."
Il tono era fermo e quasi tirannico, una lieve nota di arroganza nascosta tra quelle parole già cariche di rabbia. La tensione tra i due era letteralmente tangibile, li avvolgeva come una nebbia densa e fastidiosa, e Michelle parve essere sul punto di esplodere. Odiava quel suo modo di girare tutto a suo favore impartendo ordini a destra e a manca, e la cosa che la faceva infuriare di più era che fosse totalmente giustificato nel farlo. Lei non era comandante e non poteva farci niente, o faceva di testa sua e veniva processata per insubordinazione o piegava la testa e faceva la brava soldatessa, cosa che le andava troppo stretta per certi versi. Al diavolo l'esercito, lei non era un soldato, e odiava quell'uomo per il solo fatto che l'avesse fatta innamorare. Era sul punto di mandarlo a quel paese e fare tutto ciò che le era appena stato vietato, ma non fece in tempo a fare altro che Mike li interruppe.

Senza che se ne accorgessero era giunta l'ora di partire ed Erwin ne approfittò per comunicare al caposquadra la sua decisione.
"Mike, oggi Michelle verrà sostituita. Al posto suo avrai uno della squadra di Lucas. Lei starà nelle retrovie, l'ho assegnata ad una delle squadre di supervisione reclute" disse raggiungendo l'amico sulla porta, senza degnare di uno sguardo la ragazza furente ancora immobile in mezzo alla stanza.
Mike sembrò un po' turbato da quella notizia, o forse era solo la cattiva aria che tirava tra quei due, ma non potendo farci nulla fece spallucce e tenne la porta aperta al biondo. Attese pazientemente che anche Michelle si riprendesse, ma lei rimase ferma dov'era.
"Mi-Michelle?" mormorò dopo qualche minuto. Lei parve riscuotersi, si girò d'improvviso come una furia, allontanandosi a passo spedito bisbigliando tra sé e sé qualcosa di simile a "se non lo ammazzano i giganti giuro che lo faccio io con le mie stesse mani!".
Mike rimase fermo, la maniglia ancora nel palmo, l'aria di chi non ha capito praticamente niente. Fece nuovamente spallucce e se ne andò, ricongiungendosi all'esterno con la sua squadra, ormai pronta alla carica.

Michelle aveva fatto altrettanto, era salita sul suo cavallo e si era infilata tra le retrovie senza scambiare parola con nessuno, gli occhi fortunatamente nascosti dalle ciocche ricciole. Quando Smith, davanti a tutti, diede l'ordine di partire strinse i talloni sui fianchi di Mr. Johnson troppo vigorosamente, e gli chiese mentalmente scusa per il suo malumore. Si sentiva stupida e incapace, rifilata nelle fila degli spauriti e inesperti cadetti per il solo fatto che Erwin stesse cercando di proteggerla. Non era tanto ingenua da non averlo capito, ma non riusciva pienamente ad accettarlo. Erwin avrebbe dovuto mitigarsi se voleva ottenere qualcosa, non poteva obbligare uno spirito orgoglioso come lei a fare qualcosa che non volesse, anche se era per il suo bene, o almeno questo era il ragionamento che Michelle sentiva rimbombare di continuo nella testa, senza poter sapere se fosse giusto. Capiva che quella fosse una missione speciale e che catturare i titani fosse estremamente pericoloso, ma ciò significava poco per lei. Era forte, molto più di quanto Erwin pensasse, ed era in grado di badare a sé stessa. Odiava stare lì, circondata da reclute addormentate e spaventate, che alla sola idea di vedere dei giganti rischiavano di farsela sotto.

Call of silence /Erwin Smith/Where stories live. Discover now