Game of Survival

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III. There's no surrender and there's no escape
are we the hunters?
or are we the prey?

Gli ultimi preparativi per la spedizione erano andati a buon fine, e l'intera Legione Esplorativa era pronta ad abbandonare per l'ennesima volta la protezione materna del Wall Rose. I territori al di fuori della seconda cerchia muraria erano ormai completamente in balia dei giganti dato l'attacco del Colossale avvenuto quasi un anno prima, e la campagna di riconquista era stata un vero e proprio sterminio.

Erwin aveva patito le pene dell'inferno durante quel periodo, e Michelle gli era stata abbastanza vicino da rendersene conto. Il Comandante provava una rabbia smisurata nei confronti del governo, che pur di non dar fondo alle proprie ricchezze aveva mandato tutti gli sfollati provenienti dai territori del Wall Maria a combattere nell'esercito o a lavorare nei campi, portando 1/5 della popolazione alla morte. La mole di lavoro che si era depositata sulle sue spalle era stata ingente e oppressiva, i sopravvissuti che si erano arruolati erano incapaci e tante volte non abbastanza giovani, e aveva dovuto organizzare tutto il loro addestramento e le altre varie parti della campagna militare con un peggioramento globale dell'umore tra i soldati. I pezzi grossi della Gendarmeria e del Corpo di Guarnigione erano stati tanto gentili da mettere tutto nelle sue mani e aspettare semplicemente degli ordini precisi, comportandosi da perfetti conigli spaventati, privi della minima voglia di alzare un dito anche in una situazione tanto spaventosa.

In mezzo a quel caos politico-militare Michelle era riuscita ad infilarsi nel cuore un paio di avvenimenti abbastanza speciali, che adesso custodiva sotto forma di ricordi tra le pieghe di quell'instancabile muscolo rosso nascosto sotto la divisa. Erano passati meno di due mesi da quando era entrata nell'ufficio di Erwin per cercare Mike, trovando i due uomini a discutere animatamente della situazione sempre più insostenibile, con un Erwin sfatto e con i capelli stranamente disordinati. La giovane aveva mormorato a Mike che era ricercato per un allenamento reclute straordinario, e il caposquadra si era congedato dando una pacca alla spalla del biondo, lasciandoli soli. Michelle se ne sarebbe dovuta andare subito, ma non lo aveva fatto. Non sapeva perchè ma voleva continuare ad osservarlo per vedere per la prima volta un attimo di debolezza dell'ordinato, calmo e calcolatore Comandante Erwin Smith. Voleva vedere che cosa si celasse sotto a quello strato alquanto stoico ed impassibile, ed era rimasta immobile a fissarlo. Lui era troppo pensieroso per rendersene conto e aveva sospirato pesantemente, tornando a sedersi dietro la grossa scrivania di legno.
"C'è... qualcosa che posso fare?" aveva mormorato Michelle dopo essersi schiarita la voce.
"Oh-hem-ciao-hem, no tranquilla, davvero-io-" le aveva risposto lui, visibilmente sorpreso della sua presenza inaspettata.
"Insisto"
Erwin aveva sbuffato, ma era veramente troppo pieno di lavoro per lasciarsi scappare un'occasione simile, e aveva acconsentito a farsi aiutare. Come era già successo si erano messi uno di fianco all'altro e si erano immersi nelle pratiche, Michelle preparava e ricopiava rapporti e altri tipi di documenti, mentre Erwin firmava e catalogava. Si erano scordati di scendere per pranzo e se non fosse stato per il Capitano Levi non si sarebbero nemmeno accorti che fosse quasi ora di cena. Michelle aveva insistito per lavorare fino all'ultimo, sperando di togliere al Comandante quanto più lavoro le riuscisse, ma non aveva calcolato che fossero entrambi troppo stanchi per continuare ancora a lungo.

Non sapeva come fosse successo ma sapeva solo che si era risvegliata con un profumo dolce e vanigliato nelle narici. Lei e il Comandante si erano entrambi addormentati, e Michelle aveva dormito per non sapeva quanto con la fronte appoggiata al suo petto e un suo braccio attorno alle spalle. Appena aveva realizzato, l'adrenalina le era schizzata nelle vene, svegliandola completamente e portandola a sentire un lieve solletico al basso ventre dato da tutto quel contatto. Aveva alzato lo sguardo cercando di muoversi il meno possibile, e aveva scorto il viso addormentato e dolce del Comandante, che sembrava completamente assorto nel suo sonno restauratore. Nessuno dei due aveva la giacca della divisa e Michelle sentiva chiaramente il grosso braccio muscoloso sopra la camicia, insieme al suo soffio caldo che le accarezzava il volto. Erwin sembrava un piccolo angioletto mentre dormiva, e lei si sentì per un attimo in pace. L'istinto le diceva di accoccolarsi a lui e continuare a dormire, il cervello le urlava di svegliarsi e togliersi di lì, e il loro conflitto la fece rimanere immobile a fissarlo, fino a quando non fu lui a svegliarsi di sua spontanea volontà, facendo sprofondare entrambi nel più puro imbarazzo. I suoi occhi azzurri si aprirono lentamente, e Michelle non riuscì a distogliere lo sguardo in tempo, troppo rapita dalla sua bellezza per riuscire davvero a fare qualcosa.

Call of silence /Erwin Smith/Where stories live. Discover now