A te, fra 2000 anni-La caduta di Shiganshina

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I. Here we are, don't turn away now
We are the warriors that built this town

Il cielo era tanto limpido da sembrare smaltato quel giorno, ma non faceva caldo. Michelle si era distratta dal suo libro e guardava dalla finestra, la mente completamente persa a vagare nel suo mare di pensieri come spesso accadeva. Era un periodo abbastanza strano per lei e finiva sempre immancabilmente per pensare al suo passato, cosa che spesso le provocava un' odiosa acidità di stomaco. Erano passati 6 mesi da quando si era ufficialmente arruolata nel Corpo di Ricerca e ne erano successe di ogni. Era stata 6 volte al di fuori delle mura e per 6 volte aveva dovuto assistere ad una carneficina.
Le spedizioni erano terrificanti per certi versi, e nonostante Michelle non fosse particolarmente debole di cuore ne era rimasta segnata. Jonathan era morto e le immagini del suo cranio che esplodeva tra i denti di un gigante la perseguitavano ogni notte come strozzini assetati di sangue. Ogni qualvolta ci ripensasse, sentiva di non essere riuscita a salvarlo e il senso di colpa le faceva percepire un peso sulle spalle e un gusto amaro sulla lingua, sensazione che sembrava non volerla abbandonare più oramai. Era successo durante l'ultima spedizione, poco meno di due settimane prima.
Lei e Mike erano alle prese con un classe 10 metri, e dopo averlo abbattuto avevano avvertito le sue grida strazianti. Si erano girati e avevano visto Jonathan con le gambe incastrate nella bocca di un titano, mentre un altro lo tirava dal busto e se lo avvicinava alle disgustose labbra. Prima che potessero muoversi quello lo aveva raggiunto, gli aveva serrato i denti sulla testa e la sua vita era terminata in un grosso schizzo di sangue coperto da uno scricchiolio macabro.

Michelle ricordava di essere caduta in ginocchio e di aver vomitato, poi il tepore delle braccia di Mike e il vento sulla faccia. Il suo caposquadra l'aveva portata sul ramo di un grosso albero lì vicino e aveva cercato di calmarla, e al solo ripensarci la ragazza provava un grosso slancio d'affetto nei suoi confronti. Alla fine non era per niente stupido come lo aveva dipinto la prima volta, anzi, era un uomo intelligente e provava una grande stima per i suoi compagni. Era coraggioso, brillante e forte, non per altro era il braccio destro del Comandante stesso.

Mike le aveva afferrato le mani tremanti, le aveva accarezzato il volto e le aveva detto che sarebbe andato tutto bene guardandola dritto negli occhi, ma lei era troppo sconvolta. Lui l'aveva abbracciata, schiacciandola contro il suo petto con tutta la forza che aveva nelle braccia, le aveva asciugato le lacrime con i pollici e le aveva detto di non smettere di combattere e di non rendere vana la vita di Jonathan. Michelle si era imposta di prenderlo come un ordine, ed era brutalmente tornata alla realtà, pentendosi immediatamente per quell'imbarazzante momento di debolezza.
Era riscesa sul campo di battaglia, aveva ucciso un gigante ed era rimontata a cavallo, tornando al centro della formazione insieme ad un silenziosissimo Mike.

Giusto qualche giorno prima, durante il riposo settimanale, era andata fino al cimitero dei caduti e aveva portato dei fiori alla lapide del compagno, sentendosi stupida e vuota. Dopo quei fatti non poteva non ammettere di aver leggermente cambiato la sua visione, anche se alla fine si sentiva sempre peggio. Prima di arruolarsi non avrebbe mai pensato che si sarebbe potuta affezionare a qualcuno in quel modo, non avrebbe mai pensato che avrebbe pianto per un compagno caduto, non avrebbe mai pensato che sarebbe stata capace di fidarsi ciecamente di qualcuno fino ad affidargli la propria stessa vita, e adesso che queste cose accadevano realmente si sentiva stupida.

Un rumore improvviso la ridestò brutalmente dai suoi pensieri, riportandola al mondo reale e facendola quasi cadere dalla sedia. Sul punto di lanciare il libro contro colui che aveva appena osato disturbare la sua quiete confusionaria si girò di scatto verso la porta e vide Mike, sfatto e trafelato, che senza smettere di ansimare la guardò negli occhi e le disse semplicemente:
"Shiganshina-Gigante Colossale-attacco-caduta Wall Maria"
Michelle capì e in un attimo era nei corridoi, a richiamare tutti e a correre alla cieca in mezzo alla calca.

Call of silence /Erwin Smith/Where stories live. Discover now