Ventinove || Michael, Michael e Michael - Seconda Parte

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La stessa donna che aveva preso le nostre ordinazioni tornò al nostro tavolo interrompendo qualsiasi cosa stesse succedendo in quel momento tra me e Michael, stava davvero succedendo qualcosa o me lo stavo immaginando? Lo sentivo solo io o cosa?

Non riuscii a staccare gli occhi da quelli vispi e trasparenti di Mickey, quando finalmente ce la feci, mi sentii imbarazzata – mi sentii arrossire e abbassai lo sguardo sul cibo che la cameriera – Nancy – stava gentilmente posando di fronte a noi. Due piatti giganti ricolmi di patatine e salsine con due enormi tacos ripieni di carne e altre verdure che non riesco a riconoscere in cima ad ogni piatto. Wow.

Rimasi a bocca aperta a fissare quell’enorme quantità di cibo, come farò a infilare tutto quello nel mio stomaco!? Qualcuno è in grado?

“uhm…credo che nessuno riesca a finire tutto questo cibo?” affermai basita dalla vista di fronte a me. Mai visto tanto cibo su un piatto.

“tu dici?” domandò casualmente Michael dopo qualche secondo in cui rimase in silenzio – credo mi stesse fissando, ma ero troppo presa dai tacos nel mio piatto per esserne sicura.

“sì, dico”  dissi alzando lo sguardo di nuovo su di lui. Micky fece una smorfia storcendo la bocca, nel tentativo di nascondere un sorrisetto che minacciava di insinuarsi sulle sue labbra carnose, e il risultato fu una faccia buffa e strana. Mi venne da ridere ma cercai di non farlo, limitandomi a sorridere chiesi “cosa c’è?”

“niente..” mormorò senza spostare gli occhi da me.

“andiamo dimmelo” protestai sorridendo, non riuscii a trattenermi.

“è solo che – si vede che non sei mai stata qui” rispose lui guardandosi intorno.

“che vuoi dire?” domandai inclinando la testa da una parte e corrugando leggermente le sopracciglia.

“che se conoscessi questo posto non avresti detto una cosa del genere” spiegò sorridendo e ammirando i suoi tacos con anticipazione “ti ho detto che fanno i migliori tacos di tutta Chicago” ne prese in mano uno e aprì la bocca per addentarlo, ma parlai prima che potesse farlo.

“continuo a pensare che anche se fossero i tacos più buoni del mondo non riuscirei a finire tutto” chiuse la bocca senza mordere il suo trofeo, mi sentivo un po’ in colpa – era evidente che non aspettava altro che addentare quella delizia – ma la cosa era piuttosto divertente.

“comincia ad assaggiarlo” mi suggerì e aprì di nuovo la bocca.

Lo fissai a lungo e quando se ne accorse si allontanò di nuovo dal taco, chiedendomi implicitamente il permesso per addentarlo. Alla fine decisi di arrendermi e annuii.

“d’accordo”

Prendendo il coraggio a due mani afferrai il taco più piccolo del mio piatto e chiudendo gli occhi gli diedi un morso – dio – era come mangiare nutella, no be’ era come mangiare tacos, ma la sensazione era più o meno la stessa: delizioso.

Ricatto d'Amore || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora