Capitolo 5.

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Oh è tornata la tizia invadente, quella di cui non so il nome ma è così invadente e insopportabile che non ci tengo a saperlo, non per il momento. Ho appena finito di svuotare uno scatolone, spero non lo riempia nuovamente, potrebbe irritarmi la cosa, non sono molto gestibile in quel caso, anche se in realtà dipende sempre dal livello di irritazione.

Arrivo davanti a casa, e mentre apro la porta d'ingresso quel profumo mi invade. Il mio vicino deve essere passato di qui pochi minuti prima, che poi sono davvero curiosa di conoscerlo, non conosco nessuno qui.

Entro e ho talmente le narici piene di quella bellissima fragranza che sembra quasi di averla in casa. Lancio la borsa sul divano dopo aver preso il telefono, guardo l'ora, le 6 PM, la partita è finita già da un pezzo, ma Jon non si è fatto vivo, è così strano ultimamente, sembra più assente del dovuto. Compongo il numero e subito pochi squilli risponde, sento delle urla di vittoria prima della sua voce.
"avete vinto a quanto pare"
"si Roxy, scusa ma adesso non posso proprio parlare, mi è impossibile. Ti dico solo di farti trovare vestita elegante, passo a prenderti alle 8, c'è una festa"
"va bene a dopo"

Chiude la chiamata senza dire altro.

Salgo sopra e vado a fare una doccia e lo shampoo. L'acqua è della giusta temperatura per rilassarmi, sembra non abbia fatto nulla oggi, e in effetti ho fatto poco ma sento una leggera stanchezza, non sono ancora abituata a questo fuso, maledetto jetlag, credo che dopo la doccia devo obbligatoriamente fare un caffè, o non credo di riuscire a reggere la serata.
Diamine è nella mia doccia, sento l'acqua scorrere e sento i suoi pensieri, vorrei attraversare questa parete e guardarla, giusto per passare un po' il tempo, oggi mi sono annoiato, stare solo qui e non poter interagire a modo mio con nessuno non è il massimo. Vorrei entrare lì ma non lo faccio, non oggi. Forse è meglio concentrarmi sul mio piano.

Esco dal bagno avvolta da un telo bianco, scendo sotto a fare un caffè e dopo averlo finito salgo di nuovo su. Vado in camera e apro la mia valigia e cerco un vestito carino per questa sera. Sono l'unica persona che dopo diversi giorni ha tutto ancora in valigia, sembra vergognoso. Ma è anche vero che la colpa non è del tutto la mia, se magari l'armadio era vuoto io invece di perdere tempo a svuotarlo avrei già risolto sistemando la mia roba e invece no, devo fare il doppio del lavoro e mi manca pure il tempo a quanto pare.

Sono le 8 PM ed io sono pronta, sono seduta sul divano ad aspettare, aveva detto alle 8 ma non è per nulla puntuale. Non sopporto i ritardatari. In realtà io ogni tanto lo sono però si dice sempre che una donna deve farsi attendere quindi sono giustificata, tutte noi donne siamo giustificate, impieghiamo un sacco di tempo a prepararci, gli uomini invece dovrebbero essere puntuali, non il contrario.

È davvero una bomba questa qui stasera, chissà dove deve andare. Non mi dispiacerebbe per nulla farle compagnia stasera. Prima è scesa in cucina solo avvolta in un telo che le copriva a malapena il sedere, volevo strapparglielo di dosso, ma non l'ho fatto. Non l'ho fatto perché mi sarei distratto troppo, voglio solo concentrarmi, se devo continuare così per l'eternità allora non voglio nessuno in questa casa, voglio stare da solo, odio la gente.
Guarda continuamente l'orario, sbuffa, è così da mezz'ora circa, ho sentito i suoi pensieri prima e colui che la sta facendo aspettare è davvero un coglione, io non lo avrei fatto, non con una come lei soprattutto. Oddio ma che cazzo penso? Mi sto rincoglionendo.

Mezz'ora e più di ritardo, ho provato a chiamare e non risponde, provo una seconda volta e risponde, è affannato quasi stesse correndo.
"sto arrivando, scusa" risponde e chiude, è strano.

Dopo pochi minuti suonano alla porta, apro ed è lui.

"alle 8 avevi detto" dico con tono un po' arrabbiato. "ti eri dimenticato per caso?"

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