Never Enough

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-Ben-

«Karen? Kar se è uno scherzo non è divertente!» Mi stavo agitando e non poco.

La sua voce poco prima era spezzata dal pianto e ora non rispondeva più, non metabolizzai nemmeno.

Avevo ancora la chiamata aperta e stavo guidando verso il nostro locale preferito.

«Cazzo Karen rispondimi!»

Nulla solo un fastidioso ronzio usciva dalle casse.

Finalmente arrivai lasciai la macchina ancora accesa vicino al marciapiede, per lo più in divieto di sosta ma in quel momento l'unica cosa che mi interessava era trovare la mia migliore amica.

Una figura seduta in modo innaturale sulla panchina a pochi metri da me attirò la mia attenzione.

Mi avvicinai e quello che vidi mi lasciò senza parole, gli occhi si erano già riempiti di lacrime.

Il mio tesoro era lì priva di forze con le mani e il naso insanguinato e le guance arrossate.

La scossi sperando che si svegliasse.

«Ehi avanti apri gli occhi...» Praticamente stavo parlando da solo.

Prendendola in braccio la caricai in macchina e iniziai a guidare verso l'ospedale, correvo più che potevo ma non sembrava mai abbastanza.

Come ovvio che sia durante le emergenze rimanemmo imbottigliati nel traffico newyorkese.

Aumentai la presa sul volante e le nocche mi divennero bianche, se era colpa di quel coglione di Malik giuro che non la avrebbe passata liscia.

~~~

Ero li da soli dieci minuti, dovevo avvisare Chris, dopotutto per quanto non mi piacesse era sempre il suo ragazzo.

Con la solita finta aria amichevole lo chiamai e quando rispose non gli diedi il tempo di dire nulla.

«Devi correre in ospedale, si tratta di Karen.» Poi attaccai.

Non volevo sentire nessuno. Dopo pochi minuti un'infermiera uscì dalla stanza dove erano entrati con la persona più importante della mia vita e un sorriso le si formò sul volto.

«Sta bene, solo un po' ammaccata per le percosse ricevute, non sappiamo esattamente come si sia ridotta così ma ce lo faremo raccontare quando si sveglierà!»

Mi sembrò di tornare a respirare.

Quando arrivò il mio 'amico' italiano gli riferii le parole della donna per poi accasciarmi sulla sedia della sala d'aspetto.

Erano passate due ore e ancora non si era svegliata, decisi di alzarmi per sgranchirmi un po' le gambe ma dalla sua stanza stavolta uscì un uomo.

«Ora potete vederla ragazzi.»

Ci precipitammo dentro e appena mi vide il suo sguardo si illuminò.

Era molto pallida e ora qualche livido si era formato sotto l'occhio destro e anche sulle braccia.

La strinsi a me con molta delicatezza.

«Dimmi chi ti ha fatto questo!» Lei subito si rabbuiò.

«Non è importante, ora sto bene.»

Era testarda ma sapevo come farla parlare, lo avrei scoperto e poi avrei ucciso il colpevole.

«Se non me lo dici subito me ne vado e non mi vedrai più!» Lei rise.

«Non lo faresti.»

Voleva giocare, giochiamo.

La guardai con finta delusione e mi girai, nel momento in cui aprii la porta lei mi fermò.

All for you  ||Z.M|| (Wattys 2022)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu