Capitolo 10

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Capitolo 10

Andrea

I giorni passarono lenti, troppo lenti e con loro passava anche la speranza che Roberta avrebbe mai risposto al mio messaggio. Preso dallo sconforto andai nel posto che lentamente stava iniziando a piacermi sempre di più. Aprii la porta del bar IL VERO AMORE pensando alla presa in giro di quel nome.

-Ciao ragazzo è un po che non ti vedo- disse Roberto avvicinandosi al tavolo dove mi ero seduto.

-Sono stato impegnato, è periodo di verifiche questo e i miei studenti tendono a rendermi le cose difficili ogni tanto- dissi -Hai novità per me?-

-Beh...- disse Roberto mettendo una mano nella tasca del grembiule che portava legato alla vita.

-Beh..? cosa significa beh? - chiesi raddrizzando la schiena.

-Beh significa che ho qualcosa per te- La speranza si riaccese prepotente in me. Roberto continuò a fissarmi sorridendo felice.

-Roberto- dissi sbuffando -Farai, dirai o mi darai qualcosa prima o poi o continuerai a fissarmi per tutto il giorno ?-

-Con calma ragazzo, mi sto gustando il momento-

-Roberto...-

-Ok, ok tieni- cosi dicendo allungò la mano verso di me e mi passò un foglio piegato. L'immagine stampata qualche giorno, la mia scrittura e una scrittura nuova, più piccola e sottile.

"Immagino che tu abbia parlato con Roberto, se hai usato l'arte per arrivare a me, e purtroppo devo ammettere che ci sei riuscito. Volevo evitarti ancora per un pò, mi serviva tempo per schiarirmi le idee, ma la tua perseveranza, a dispetto di quello che si possa pensare, mi sta facendo tentennare. Tu sei tutto ciò che non voglio in un ragazzo Andrea, sei arrogante, strafottente e bellissimo, una combinazione troppo sbagliata per me." Smisi di leggere e alzai gli occhi su Roberto -Non mi sembra stia andando molto bene per me- sussurrai rimanendo per un attimo senza parole.

-Vai avanti- disse lui alzando gli occhi al cielo

-Questo vuol dire che l'hai letto?- chiesi sventolando il foglio.

-Vai avanti- ripetè lui scoppiando a ridere.

"Eppure c'è qualcosa in te che mi attira, non riesco a non pensare che dietro la tua facciata ci sia molto di più e stranamente voglio quel di più. Odio le relazioni normali, dove tutto è perfetto e tutto fila liscio, io voglio l'adrenalina, il batticuore, le montagne russe e credo che tu possa darmi tutto ciò."

Finii di leggere quelle poche righe e guardai Roberto -Credo che mi voglia-

-Lo credo anche io sai?-

-E ora?-

-Ora chiedilo a lei- disse indicando qualcosa alle mie spalle. Mi girai e rimasi senza fiato per la seconda volta in un giorno. Roberta era davanti a me, ma a dispetto di tutte le altre volte dove indossava magliette a maniche lunghe, questa volta portava una canottiera che lasciava tutte le sue braccia scoperte. Un'infinità di tatuaggi si intrecciavano dai polsi alle spalle in mille colori diversi. Riconobbi un cuore pulsante sull'avambraccio, un serpente talmente realistico da sembrare vere che si arrampicava sulla sua spalla, e poi fiori, fiori di ogni tipo e colori.

-Ciao- disse Roberta sorridendomi e sedendosi davanti a me. Il mio sguardo non si staccò mai da lei fino che non riuscii a trovare le parole adatte.

-Sei bellissima, cazzo- lei arrossì, assumendo tutte le sfumature del rosa e posò una mano sul tavolo.

-Hai ricevuto il mio messaggio?-

-Si, anche se con un pò di ritardo- dissi alzando la voce sulle ultime parole e girandomi in direzione di Roberto.

-Non dare la colpa a Roberto, quando inizierai a conoscerlo bene capirai che lui ha sempre ragione, mai torto e soprattuto, mai colpa-

-Lo conosci bene tu, vero?-

-Da qualche anno, da quando mi sono trasferita qui, mi ha preso sotto la sua ala e non mi ha più lasciata andare-

-E quelli?- dissi indicando i suoi tatuaggi.

-Ti piacciono? Ho iniziato appena compiuto diciotto anni e non ho più smesso-

-Ti stanno benissimo e ... ne hai altri?- Il suo sguardo si assottigliò e abbassò leggermente la voce.

-Forse, ma sono più.. nascosti -

-Spero di riuscire a vederli un giorno-

-Se ti comporterai bene-

-Mi sembra di aver capito che non vuoi un ragazzo che si comporta bene-

-Non ho ancora capito cosa voglio da te Andrea, spero mi aiuterai a farlo-

-Ovviamente si- dissi posando la mano sulla sua e stringendola un pò.

La mia sindrome di StendhalOnde histórias criam vida. Descubra agora