Capitolo 13

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Capitolo 13

Roberta:

-E adesso che si fa?- chiesi ad Andrea il mattino seguente, mentre lo guardavo vestirsi appoggiata alla testiera del mio letto.
-Cosa intendi ?- disse mentre si sistemava il ciuffo biondo davanti alla specchio e io reprimevo quell'improvvisa voglia di passarci le mani come avevo fatto durante tutta la notte appena trascorsa.
-Cosa facciamo? Intendo ci frequentiamo per un po' seriamente? O preferisci, non so vederci qualche volta e ...- Andrea avvicinò la sua faccia alla mia e sorrise.
-Cosa voglio fare ? Io voglio tutto di te, tutti i giorni, per tutto il tempo che vorrai- scivolò sul letto e mi ritrovai sdraiata sotto di lui. -Voglio conoscere ogni tua sfumatura, ogni pennellata che tieni nascosta.-
-Non vale citare l'arte però...- dissi con il respiro affannato mentre il suo dito percorreva la mia mascella.
-In amore e in guerra tutto è concesso-
-Non siamo ne in amore ne in guerra noi-
-Sicura? Secondo me una delle due si, lascio a te capire quale, devo scappare- e mentre diceva ciò mi diede un bacio che mi strappò il respiro.
-Ci vediamo quando finisci di lavorare ? Passo in pasticceria con Alex, così lo conosci, poi potremmo andare a cena-
-Va bene, allora a dopo-  Andrea sorrise - A dopo-
Quando sentii la porta di casa chiudersi affondai la faccia nel cuscino e rimasi immobile per qualche secondo.
Fuggivo dalle relazioni da tutta la vita e ora il ragazzo che mi aveva macchiato la borsa voleva presentarmi il suo migliore amico.
Avevi bisogno di parlare con qualcuno e solo una persona da anni sopportava i miei infiniti monologhi. Mi vestii al volo e afferrai una fetta di torta dalla cucina, per poi scendere di corsa le scale e dirigermi in pasticceria.
La mattina passò velocemente e all'ora di pranzo appesi finalmente il cartello con la scritta "chiuso" alla porta e mi avviai verso il bar di Roberto.
Entrai in quel bar che sapeva di casa e mi lasciai cadere su uno sgabello del bancone.
-Ciao ragazza, cosa ti porto?-
-Qualcosa da mangiare Roberto, fai tu, ho bisogno di parlare con qualcuno-
-Ti faccio un panino e poi sono tutto tuo-
Pochi minuti dopo Roberto posava davanti a me un piatto con due tramezzini e afferrava il suo inseparabile straccio rosso passandolo con cura sulla superficie del bancone.
-Allora, cosa succede ?-
-Succede che Andrea mi sta incasinando la vita e la cosa mi sta bene- sospirai -È venuto da me ieri, abbiamo parlato, mi ha baciato, è rimasto a dormire, abbiamo ... beh- arrossì e distolsi lo sguardo da Roberto che sorrideva - Parlato di nuovo e sta mattina mi ha detto una cosa sull'arte e io ho risposto che non valeva usare l'arte e lui ha detto che in amore e in guerra tutto è concesso, allora io ho ribattuto che noi non eravamo ne in amore ne in guerra e lui ha detto "sei sicura?" e io no, Roberto, non sono più sicura di nulla!- dissi prendendo fiato.
-Ok... quindi si sta innamorando di te, dove sta il problema?-
-Non ci sta il problema Roberto! È questo il problema-
-Scusa ragazza, ma non ti seguo-
-Io non dovevo innamorarmi ok? Guarda come sono finiti i miei genitori, guarda mia mamma, se capitasse anche a me di diventare così dipendente da una persona, da far diventare quella persona la mia felicità e poi un giorno, all'improvviso, vedere quella stessa felicità distruggermi, come pensi possa sopportare tutto ciò ?- Mi bloccai e guardai Roberto -Cazzo, Roberto mi dispiace io...-
-Tranquilla ragazza, come vedi io sono ancora qui, nonostante la mia felicità non ci sia più, è la vita sai? Ti rialzi, ti riprendi e vai avanti. Se Andrea non dovesse essere quello giusto almeno ci avrai provato e non avrai vissuto tutta la vita con il rimorso di ciò che avrebbe potuto essere-
-Come al solito, Roberto, hai ragione -
-Lo so ragazza, e come al solito non sei l'unica che me lo dice-
-Aiuti altre persone oltre a me, Roberto?- dissi ridendo facendo un piccolo broncio.
-Una ragazza che conosco da quando è nata, non vi vedete mai perché venite qui in orari diversi, ma potreste diventare amiche secondo me-
-Magari un giorno la conoscerò, ora devo andare Roberto, grazie, come sempre-
-Ascolta il tuo cuore ragazza, vedrai che sarà più semplice-
Salutai Roberto e uscii da bar un po' più leggera e con meno confusione in testa, ma con ancora le mie paure radicate dentro di me.

La mia sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora