Capitolo 9

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Andrea:

Mi accasciai sul divano della nuova casa di Alex respirando a fondo il famigliare odore del mio amico.

-Quindi, fammi capire- disse Alex passandomi una tazza di caffè -Hai visto questa ragazza anzi no, hai rovinato la borsa di questa ragazza, e lei invece che mandarti a fanculo è pure uscita con te ?-

-Oh no prima mi ha insultato, poi mi ha rifiutato, poi ha detto si e ora è sparita.-

-E un tizio che non conosci ti ha detto di conquistarla con l'arte-

-Sembra conoscere bene Roberta...-

-Concordi anche tu che questa storia non ha senso vero?-

-Lo so ! Esclamai alzandomi di scatto e camminando su e giu per il salotto -E' solo che... non lo so, quel bacio mancato non mi sta facendo dormire la notte-

-Non ti ho mai visto cosi- disse Alex alzandosi a sua volta.

-Gia, che ironia vero? Ho sempre allontanato tutte le ragazze che mi volevano ed ora l'unica che voglio, non mi vuole-

-Il karma gira per tutti amico mio-

-Cosi non mi aiuti-

-Andrea, giuro che vorrei aiutarti, ma io amo i libri, l'arte non è di mia competenza-

-Tanto prima di capire cosa fare devo trovarla-

-Hai detto che ha una pasticceria no? Vai li e restaci finché non la vedi-

-Ho paura di peggiorare le cose cosi, se la spavento ?- sussurrai.

Alex sbuffò e si guardò rapidamente intorno, posando il suo sguardo sugli scatoloni ancora chiusi che sapevo per certo essere pieni di libri.

-Potresti...Potresti lasciarle dei messaggi-

-Messaggi?-

-Si, ad esempio stampi dei quadri e li fai passare sotto la porta della pasticceria, cosi le parli ma senza pressarla-

-Alex, ti ho mai detto che sei un genio?-

-Non me lo dici mai abbastanza- disse scoppiando a ridere - E sappi che mi riservo il diritto di usare anche io questa idea-

-Una ragazza anche tu?- disse raddrizzando la schiena. Alex veniva da una situazione sentimentale disastrosa e non l'avevo mai sentito parlare di ragazze e relazioni.

-Assolutamente no, ma mai direi mai in futuro- sussurrò mentre il suo sguardo per un attimo si perdeva nei ricordi.

-Passami il computer- dissi per cambiare argomento, evitando che i fantasmi del suo passato lo raggiungessero.

-Dunque, arte... - digitai velocemente sulla tastiera del computer poche parole e mille colori esplodere sullo schermo.

-Questo- disse Alex senza esitazione puntando il dito.

Cliccai sull'immagine che si ingrandì ed occupò l'intero schermo.

Due figure, un uomo e una donna, di spalle stavano su una strada, tra di loro, la distanza.

-Due persone sole, di Munch- dissi leggendo la didascalia -Sicuro?-

Alex annuì -Da quello che mi hai raccontato, anche lei sembra sola.-

-Anche lei? Stai dicendo che io sono solo?- dissi scoppiando a ridere.

-Non sei proprio la persona più socievole di questo mondo-

-Vero, ma ho te e questo mi basta-

Alex posò la mano sulla mia spalla la strinse -Potresti avere anche lei, se non fai stronzate-

-Hai cosi poco fiducia in me?- dissi ridendo.

-No, credo che sta volta sia quella giusta per te-

-Sei la seconda persona che me lo dice-

-Vorrà dire qualcosa-

-Lo spero- Stampai il quadro e afferrai una penna dal tavolo.

"Spero di non aver rovinato tutto l'altra sera, ti prego vediamoci e parliamone, vorrei solo sistemare le cose tra di noi, sempre che esista davvero un noi. Mi trovi al bar dove ci siamo incontrati sabato sera, se non verrai ti lascerò in pace per sempre. Andrea"

Afferrai il foglio e mi misi la giacca -Grazie Alex-

-Fammi sapere come va ok?-

-Certo- e cosi dicendo uscii di casa, avviandomi verso la pasticceria di Roberta. Le luci erano spente e nessun rumore veniva da dentro. Mi chinai e feci scivolare sotto la porta il biglietto. E li iniziai a sperare.

La mia sindrome di StendhalWhere stories live. Discover now