Capitolo 14

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Capitolo 14

Andrea:

-Se potessi andare ovunque nel mondo, dove andresti ?- chiesi a Roberta una sera, mentre eravamo sdraiati sul divano di casa mia, i vestiti sparsi sul pavimento e la televisione come sottofondo che trasmetteva un vecchio film.
Roberta posò il mento sul mio petto e mi fissò -Firenze, senza dubbio - disse senza pensarci un attimo.
-Come mai Firenze ?- chiesi passando le dita lungo la sua schiena.
-Voglio provare la sindrome di Stendhal-
-Che sarebbe?- chiesi confuso.
-È una sorta di estasi contemplativa che provi quando ti trovi davanti ad opere d'arte, Firenze è una città dove molti provano questa sensazione-
-Non la conoscevo questa sindrome, ma sembra una cosa ... intensa-
-Tutte le cose belle sono intense-
-Questo è vero, tu sei decisamente molto, molto bella e molto, molto intensa- dissi facendole il solletico su un fianco.
Roberta scoppiò a ridere e si agitò su di me.
-A che ora dobbiamo essere da Alex ste sera?- mi chiese posando la guancia sul mio petto, proprio sopra il mio cuore.
-Alle otto, ha detto che cucina lui, ho già ordinato le pizze, non preoccuparti. Tu porti il dolce, vero ?-
-È già in forno, ho fatto la crostata di mia mamma, le torte classiche sono sempre le più buone- così dicendo si alzò infilandosi la mia camicia.
-Vado a fare la doccia, o non sarò mai pronta in tempo-
-Ottima idea, ma sai cosa è meglio?-
-Cosa?-
-Farla insieme, risparmiamo tempo e acqua, forza !- mi avvicinai a lei e la caricai sulla mia spalla destra avviandomi verso il bagno mentre la risata di Roberta risuonava per il corridoio.
Un'ora e molta acqua sprecata dopo eravamo davanti alla porta di Alex con tre pizze e una torta in mano. Alex venne ad aprirci con un aria affranta e del sugo sulla camicia.
-Ragazzi, credo che qualcosa nella ricetta non funzioni- disse spostandosi dall'ingresso e facendoci entrare in casa sua.
-Lo avevo previsto, ho portato le pizze-
-Ti odio sai?- disse Alex ridendo.
-Lo so, comunque Alex, questa è Roberta la mia...-
Ragazza ? Amica ? Forse avremmo dovuto parlarne prima di andare a cena.
Roberta tese la mano ad Alex e disse -Sono Roberta, felice di conoscerti, Andrea parla moltissimo di te-
-La maggior parte delle cose che di ha detto sono false sappilo- disse lui ridendo.
La cena trascorse velocemente, tra racconti delle nostre avventure e aneddoti di Roberta alle prese con clienti fuori dalle righe.
-È stato davvero un piacere conoscerti Alex, quando vuoi passare dalla pasticceria, ci sarà sempre un dolce ad aspettarti- disse Roberta abbracciando Alex in punta di piedi.
Mentre Roberta aspettava l'ascensore guardai Alex come a chiedergli una muta conferma su Roberta.
-È fantastica - sussurrò -Ma se vuoi un consiglio, definite cosa siete, mi sembri molto preso da lei, credo sia inutile rimanere nell'incertezza-
-Lo farò, grazie amico, buonanotte-
-Buonanotte- disse Alex mentre chiudeva la porta alle mie spalle ed entravo nella cabina insieme a Roberta.
-Rob- dissi prendendo un respiro.
-Si?-
-Riguardo a prima ...- mi passai una mano nei capelli e la guardai. -Cosa siamo ?- chiesi.
-Siamo... noi, semplicemente noi. Due ragazzi che stanno imparando a conoscersi e che passano il loro tempo insieme-
-Quindi in sostanza stiamo insieme?-
-Se ti piace più dirlo cosi- disse ridendo mentre usciva dal palazzo.
La afferrai per una mano e la spinsi piano verso il muro  -Mi piace molto di più dirlo così, si. Non ho mai avuto una storia seria, voglio dirlo a tutti che sei la mia ragazza. - dissi posando un bacio sulla sua fronte.
-Proprio a tutti tutti?-
-Si, perché ?-
-Perché c'è una persona a qui dobbiamo dirlo e fidati, sarà uno spasso vedere la sua reazione-

La mia sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora