17. Eravamo felici

719 43 21
                                    

Mi svegliai con il braccio di Dylan poggiato sul mio petto nudo.
S: <Ei...> lo svegliai stiracchiandomi.
Aprii gli occhi e sorrise dolcemente verso di me.
Guardai la sveglia e notai che erano ormai le 10:00 di mattino, mi misi la coperta attorno il corpo e scesi dal letto, ma non appena mi alzai, mi sentii tirare in dietro...
Dy: <Dove vai piccola?> disse con voce profonda.
Non so perché ma ogni volta che mi chiamava cosi il mio cuore mancava di 100 battiti se pur ormai fosse abituato a quel nomignolo.
S: <Sono le 10...stavo andando a prepararci la colazione...> gli risposi dandogli un leggero bacio sulle labbra. Dylan si alzo dolcemente dal letto e con le sue due chiappette all'aria andò verso il comodino a prendersi dei boxer neri...
S: <Sul serio hai delle mutande con i koala...> dissi ridendo quando si avvicinò abbastanza da intravedere i piccoli animaletti.
Dy: <Andiamo a preparare la colazione> disse in fine lui, appoggiando le mani al letto per sporgersi verso il mio viso e darmi un'altro bacio.

Scesi in cucina, tirammo fuori tutto l'occorrente per preparare i pancake salati e dolci, siccome lui ha sempre preferito quelli saliti.
Dy: <Non sei scomoda con la coperta addosso?> disse porgendomi un cucchiaio con il preparato di pancake alla bocca.
S: <Si, infatti mi metterò una maglietta.> dissi leccandomi le labbra.
Dy: <Ho pulito le magliette qualche giorno fa, se vai in lavanderia ne trovi alcune.>
S: <Grazie> dissi girandomi per andare verso la lavanderia.
Entrai nello stanzino color tiffany grande quanto un normale bagno. Vi erano diversi strumenti per la pulizia, mentre sopra ad un piccolo tavolino vi si trovava una cesta ricca di vestiti che dall'odore sembravano più che puliti. Cercai una maglietta di Dylan, la prima che trovai, era color bordò, della nike, sembrava una classica maglietta sportiva di qualche collage. Voltai la t-shirt in cerca di qualche logo scolastico, e cosi fu, lessi sul di dietro un cognome e un numero "Stilinski 24". Misi la maglietta ancora ignara del senso della t-shirt e , per questo, tornai di la a chiedere spiegazioni.
Non appena entrai nel campo visivo di Dylan, apparve su di esso un sorriso compiaciuto.
S: <Chi è stilinski?> chiesi.
Dy: <Un personaggio che ho interpretato, il primo...sono affezionato molto a lui.> disse avvicinandosi per baciarmi. Posò le sue mani sui miei fianchi facendo toccare i nostri corpi, poi chinò lentamente la testa e mi bacio intensamente.

"Din Dlon"
Il campanello interruppe il nostro momento. Mi staccai da lui...
S: <Vado io tu finisci di preparare i pancake.>
Alzò gli occhi al cielo ma poi fece ciò che gli chiesi.
Mi diressi all'entrata, misi la mano sulla maniglia ma appena prima che aprissi sentii una risata...una risata che conoscevo bene...

La porta era ormai aperta, non potevo piu nascondermi, perciò lasciai che il mio destino entrasse da quella porta.
Per quanto una parte di me sperasse che il mio udito si fosse sbagliato, quando la perfetta biondo fragola, alta poco piu di un metro e sessanta con un volto ancora per poco felice entrò a far parte del mio campo visivo sentii letteralmente il mondo crollarmi addosso.
In un secondo il suo volto contento prese capofitto e diventò confuso e stranito dalla mia presenza.
L: <Ei...perche sei qui?> chiese per poi abbassare lo sguardo sul mio abbigliamento.
Cazzo...avevo i vestiti di suo cugino addosso...
S: <Ciao...> risposi fingendomi felice di vederla e la avvolsi in un caloroso abbraccio. Lei ricambiò a mala pena, stava iniziando a capire che le cose non andavano proprio nel verso giusto.
La strinsi forte, salutando poi anche il suo ragazzo che vi si trovava dietro di lei. Avrei potuto inventare delle scuse, cercare di mandare via Dylan prima che lo vedessero, ma ancor prima che potessi pensare al come deviare la verità dietro di me una voce riempii tutta la stanza...
Dy: <Amore i pancake sono pronti...> si bloccò non appena vide Ly alla porta, e se pur fossi girata sentivo i suoi occhi fissi su di me. Mi voltai a guardarlo e il mio cuore cadere in un abisso non appena ricordai che indossava solo dei boxer, e che questo avrebbe sicuramente peggiorato la situazione.
Dy: <Perche siete gia a casa?> chiese alle persone fronte a me.
L: <Perche sei mezzo nudo?> rispose con tono arrogante, ma era del tutto comprensibile.
Dy: <Entrate abbiamo i pancake.> disse spostando il mio corpo paralizzato dalla porta.
Loro entrarono e andarono in cucina, io e Dylan stettimo sull' entrata qualche secondo.
Dy: <Che facciamo...> disse sorprendentemente preoccupato.
S: <Non possiamo mentire...> dalla mia voce era chiaro il fatto che non mi era facile ciò che avrei dovuto fare. Intenta a pensare mi si avvicino alle labbra e ci stampò sopra le sue...
Dy: <Scusa dovevo tranquillizzarmi...> disse giustificando il suo gesto prima di voltarsi e andare in cucina. Per quanto fossi immersa in mille pensieri, il suo bacio mi ci aveva distolta per 10 secondi e aveva lasciato su di me un sorriso spensierato.

Ly si era posizionata al posto principale, il capo tavola, mentre Derek e Dylan stavano ai suoi rispettivi lati.
L: <Perche sei qui?> disse con voce arrogante e schietta verso di me.
S: <Io...Non so come dirtelo.> la mia voce e tutto il mio corpo erano presi dal panico.
L: <Ti sei scopata mio cugino?> la sua voce era sicuramente piu sicura della mia, ad ogni parola il suo tono aumentava e Dylan non resistette a difendermi.
Dy: <Se le urli ancora addosso giuro che...>
L: <Che fai?!> si rivolse a Dylan.
L: <Mi butti fuori casa? An no, è casa mia. Scopi con la mia migliore amica? An no lo hai gia fatto.> disse marcando le ultime parole, per poi riportare lo sguardo su di me.
S: <Ascolta...lascia che ti spieghi.> dissi io cercando di stare calma e non incazzarmi per come aveva parlato a Dylan.
Lei annuì ridendo come se non potesse credere a quello che stava succedendo, e in effetti non ci credevo nemmeno io.
S: <È iniziato tutto due mesi fa...a casa mia. Poi ci siamo visti in Grecia e da li abbiamo iniziato a capire che ci volevamo l'un l'altro.>
L: <E nessuno dei due pensava a me?> disse urlandomi ancora contro, facendomi perdere le staffe .
S: <Che cazzo hai da urlarmi contro? Pensavo a te sempre, per questo non te l'ho detto.> urlai a mia volta, sorprendendo tutti.
L: <Ero innamorata di lui e tu lo sapevi cazzo. Non vi voglio insieme.>
Dy: <Ma che cazzo non sei tu a decidere se io e lei staremo insieme.> gli rispose con lo stesso tono che usava lei.
Ly alzò gli occhi al cielo pensando a qualcosa, poi si volto dalla parte di Derek che era zitto ad ascoltare...
L: <Tu lo sapevi?!> chiese addolcendo un po il tono di voce.
S: <No. Non ne abbiamo parlato a nessuno.> risposi io al suo posto, ma vedendo l'espressione nel volto di Dy e di Derek notai che qualcosa non mi era stato detto...
Dk: <Si...lo sapevo.> disse in fine.
S: <Glielo hai detto> mi voltai verso Dylan al con aria incredula.
Dy: <Si...> confessò lui lasciandomi completamente affranta dalla sua risposta.
Lo guardai mentre i miei occhi si riempirono di lacrime per tutto quello che stava succedendo...
Dy: <Piccola...avevo bisogno di parlarne a qualcuno...> disse lui porgendomi la mano sul volto, ma io mi allontanai.
L: <Piccola?! Siete seri?! Mi volete pure dire che vi amate?! Che vi sposate a breve?!> disse ridendo e rompendo quel briciolo di autocontrollo che c'era in Dylan.
Dy: <Che straminchia vuoi?! Non vedi che ci sta male?! Mi ha sempre detto che era sbagliato farti questo...lei non ha colpe.> gli urlò letteralmente addosso, spaventando pure me.
Lydia puntò gli occhi su di me, ignorando completamente le parole di suo cugino.
L: <Dovrai scegliere. Me o lui.> disse con voce apatica. Sentii il mio corpo crollare, avevo sempre temuto questa domanda...e se pur un tempo fosse stata ovvia, ora non sapevo piu cosa scegliere.
Derek provò a farle cambiare ideaa, mentre io ero paralizzata in me stessa.
Alzai lo sguardo e i primi due occhi che incrociai furono i suoi, marroni...un marrone nuovo, molto scuro, cupo, pieno di sentimenti forti e delusione. In questi occhi riuscivo a leggere la sua anima e le sue mille paure, che lui copriva...lui mi capiva, anche lui leggeva i miei occhi, scrutava i miei colori, le mie emozioni...
Ero certa di una sola cosa, Dylan mi avrebbe sempre capita, ed è per questo che i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Nessuno dei due distolse lo sguardo...il viso di entrambi era pieno di lacrime che segnavano l'addio di ogni piccolo ricordo. Lui aveva capito, sapeva cosa avrei scelto...e mi avrebbe lasciata libera se pur fossimo destinati ad amarci.
S: <Ti amo> gli dissi tramite il labiale, facendo si che i suoi occhi si distolsero dai miei e puntassero alle mie labbra bagnate dalle lacrime.
Non mi rispose, si alzò a testa chinata, ogni suo passo in lontananza da noi, da me, faceva mancare i miei polmoni di ossigeno per vivere...era finita...la nostra relazione era appena finita.

Posso odiarti per un istante?Where stories live. Discover now