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Pensieri di Derek
La stanza di Dylan era silenziosa, per quanto fosse riempita dal suo respiro affaticato.
Lydia dormiva dolcemente sulla poltrona in fianco al letto, mentre il mio cervello era letteralmente riempito dal pensiero che Dylan non avrebbe avuto al suo fianco l'unica persona che volesse davvero.
Non avevo chiamato nessuno, nemmeno i suoi amici, perché Ly diceva che se no pure Sara sarebbe venuta a sapere dell'incidente.
Avvolto dai pensieri, uscii dalla stanza che sembrava comprimermi di dolore per la tensione che vi era al suo interno. Scesi al piano del bar cosicché presi un caffe doppio per svegliare ogni singola particella del mio corpo che potesse darmi idee sul come comportarmi in questa situazione.
Le due possibilità erano,
1 parlare con Lydia, farle capire che sbaglia e farle chiamare Sara, ma questa è piu che impossibile conoscendo Ly.
2 chiamare Damon, dirgli di Dylan, di Ly che voleva tenere tutto nascosto, e lasciare a loro la decisione di parlarne a Sara, e lei sceglierà cosa fare.
Nemmeno il tempo per pensarci, che le mie mani stettero gia componendo il numero di Damon sulla tastiera...
Sospirai, misi il telefono all'orecchio, pensai alle 1000 azioni negative che porterà il mio gesto, ma poi mi sentii pronto...

Inizio chiamata
D: <Ei fratello...come va?> disse allegramente.
Dk: <Ei.>
D: <Wow che succede non sembri molto apposto.>
Dk: <Ascolta...sono in ospedale.> dissi con fiato sospeso
D: <Come?! Che è successo?!> sentii nella sua voce un tono di preoccupazione.
Dk: <Non avrei dovuto chiamarti...Lydia non voleva lo sapeste.>
D: <Sei fuori di testa? So cosa è successo tra Ly e mia sorella ma la tua salute va oltre le loro bambinate.>
Abbassai lo sguardo sul mio caffè ancora semi pieno e capii quanto le parole del mio amico erano assolutamente giuste.
Dk: <Non è della mia salute che parliamo...ma di quella di Dylan...ha fatto un incidente...>
D: <Cazzo...>
Dk: <È ricoverato al Memorial...da due giorni.> dissi io cercando di far sentire meno le ultime parole, ma non funzionò.
D: <Due giorni...quando pensavate di dircelo cazzo.> lo sentii urlare.
D: <Arriviamo subito...> disse poi.
Dk: <Damon...Demon> cercai di dirgli prima che riattaccasse...
D: <Dimmi?>
Dk: <Sara...Lydia non vuole che Sara veda Dylan...non vuole che si vedano mai piu.> dissi a fiato mozzato.
D: <Che razza di stronzata è questa?!> disse lui ridendo per lo shock e l'incredulità.
D: <Lei verrà con noi.>
Riattaccò, senza farmi parlare,completamente su tutte le furie...

PENSIERI DI SARA
Sentii mio fratello urlare pesantemente al piano di sotto ma non feci altro che fregarmene. Ero persa in un solo pensiero, pensavo a lui, al dove fosse, al come stesse e al quanto mi mancasse.
St: <che cazzo dì problemi hanno?> sentii urlare avvolta tra i mille pensieri.
D: <Come cazzo glielo diciamo? Lydia sta impazzendo.> urlò a sua volta attirando la mia attenzione.
Aprii la porta mettendo di fretta le ciabatte pelose che vi si trovavano sotto il letto, e corsi al piano inferiore.
S: <Che diavolo avete da urlare?> chiesi confusa prendendo entrambi in causa.
D: <Lydia...>
S: <Che ha fatto?> chiesi inizialmente preoccupata.
St: <Dylan ha fatto un incidente...>
Le sue parole entrarono dalle mie orecchie, ma solo una volta arrivate al cuore iniziarono a far male. Sentii il dolore provenire sin dentro le mie ossa, non capivo, il mio cervello non capiva cosa stesse succedendo, speravo di sognare, speravo che questo fosse lo scherzo piu brutto che mi fosse mai stato fatto...ma per lo meno sarebbe stato uno scherzo...

La mia bocca impastata cercò di esprimere le uniche cose che avrei voluto sapere...
S: <Do...dove si trova?>
S: <Sta bene?...In che condizioni è?> dissi inconsapevolmente piangendo per poi chinarmi verso le mie ginocchia, chiusa come un riccio, ed urlare...urlare buttando fuori quel dolore, il dolore estenuante che dava il senso di colpa...il senso di abbandono che avevo provocato a lui...era colpa mia...ecco cosa indicava il mio urlo...il totale senso di colpa.

Posso odiarti per un istante?Where stories live. Discover now