XVII. A secret under the stars.

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Alterno l'occhio tra Asher è Juliette trattenendo la mia voglia di scappare dentro casa appena noto il volto sbiancato della bionda. Sono certa che si voglia sotterrare è io insieme a lei. Juliette al mio fianco fa un sorrisone prima di passarsi una mano davanti come se
Asher non abbia appena sentito una battuta a pochi effetti di Juliette.

- Vieni anche tu alla festa si sta sera? - Domanda quest'ultima in tutta tranquillità mentre io mi faccio piccola dietro le spalle della bionda cercando di evitare gli occhi di Asher.

- Ho meglio da fare invece che sprecare il mio tempo in un locale di soli ragazzini smilzi che s'impegnano ad apparire fighi sniffando cocaina sul lavandino lurido del pub. - Mormora invece lui con tono di superiorità sfilando il casco nero e lucido lasciando uscire allo scoperto una cascata di capelli corvini scompigliati.

- Nella tua lingua che significa? -

- Vedo che sei molto perspicace Barbie. -

Juliette è troppo affascinata dai bicipiti di quest'ultimo per poter intuire il tono ironico che sta usando per prenderla in giro.

- Mi ha appena fatto un complimento? - Mi chiede elettrizzata sventolando la sua chioma bionda fin sotto il sedere.
La tiro un po' più in lontananza è non appena Asher diventa solo una sagoma anonima inzio a parlare.

- Juliette era un no, è smettila di fare battutine non fai altro che peggiorare la situazione. -

- Certo che e proprio strano il tuo fratellastro... Sono le otto è mezza vatti a prepare, devo correre al Istituto per farmi una doccia, truccarmi è mettermi quel vestito sexy rosso...- Batte elettrizzata le mani guardandomi con due occhioni luccicanti - Aspetta non mi dire che hai cambiato idea. - Piagnucola facendo scomparire tutta l'euforia che aveva decisamente qualche minuto fa.

Forse non ci dovrei andare a quella festa, le feste non hanno mai fatto parte della mia routine del sabato sera.

- Juliet non so... Sai che odio le feste, pub, fumo, urla è soprattutto corpi appiccicati dal sudore. - Dico in mia discolpa cercando di ritrarre i motivi per non preparami.

- Però c'è l'alcool, tanto alcool. Tu ami l'alcool dici sempre che ti fa dimenticare di certe cose! -

In effetti... Mi farebbe bene un po' d'alcol tra la mattinata straziante è le conversazioni con Asher per finire in bellezza con l'uomo grigio, del alcool mi renderebbe la testa solo più leggera.

- Okay ci sarò. -

- LO SAPEVO! Aria sappi che ti A D O R O. Sei il mio angelo. - Esulta lasciandomi le braccia sottili intorno al collo lasciandomi un lungo abbraccio, invece io rimango rigida come una bambola di porcellana con le braccia immobili lungo i fianchi mentre quelle della mia amica mi stringono a sé.

- Cerca di portarci anche il figlio di Frankenstein. - Mi sussurra nel orecchio prima di slegare l'abbraccio regalandomi uno dei suoi sorrisi radiosi, io invece sto muta perché non posso dire una cosa se sono certa che non la farò.

Mai è dico mai cercherò di convincere Asher a venire con me da qualche parte.

- Devo correre perché il bus sta per passare. Dieci e mezza vi vengo a prendere. - Dice agitata appoggiandosi i palmi sulle guance scavate prima di correre via salutando Asher seduto in lontanza sul marciapiede con una Winston tra le labbra. Faccio un lungo sospiro prima di girare la serratura facendo tacere le voci nella mia mente. Mi dicono di ritornare in dietro, sedermi sul marciapiede insieme a lui e restare a parlare con lui delle cose più banali al mondo.

Ma non lo faccio.

🍒

Sono le dieci passa di sera quando scendo in punta di piedi con le scarpe da ginnastica nere nella mano destra è con il mio cappotto rosso nel altra. Nel soggiorno non c'è traccia di anima viva se solo non fosse che il grande schermo sta mandano in onda un stupido documentario sui pinguini sarei più sollevata.

FIRSTLOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora