XXV. Don't dream of me tonight.

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- Vi porterò dei souvenir, promesso! -

Sono entusiasta per questa nuova avventura, vedere Santa Monica con i miei stessi occhi mi fa battere il cuore oltre il mille, l'ho sempre vista nelle riviste di moda oppure nelle cartelline ma mai dal vivo non vedo l'ora che questo sogno si realizzi.

- Però non è giusto, perché lei si è noi no. -

Juliette piagnucola esattamente come quella volta quando per natale la sua cotta del istituto mi regalò uno smalto rosso, pensarci mi fa ridere ma quel giorno mi sentì una pessima amica che ruba i ragazzi alle proprie amiche.

- Perché forse lei vive in una fottuta villa e tu in una cazzo di topaia? Fai due più due Juliette. -

Interviene Teresa apparendo dietro di lei con il suo pacchetto di sigarette fra le mani.

- Sentite ragazze invece di piangervi addosso dovreste essere felici per la vostra amica. - dico io in mia discolpa.

- Se incontri Kim Kardashian mi devi assolutamente chiamare, promesso?? - esclama Juliette continuando ha mangiare i suoi biscotti mentre si fa una maschera viso.

- Promesso! -

- E se incontri Miley Cyrus digli che amo le sua canzoni! -

- Non incontrerò... Okay, va bene. - sbuffo sedendomi sulla valigia per poterla chiudere.

- Ora vado Logan mi sta aspettando. - esclama attaccando la chiamata ancora prima di poterla salutare.

Mi dispiace per loro due, so benissimo cosa si prova stare chiusa 24 ore dentro quelle mura infernali è soprattutto mi dispiace per Juliette che darebbe un rene per andare a Los Angeles.

Ma ora il problema è un altro; Chiudere la valigia.

Ci provo in tutti i modi; Mi ci butto sopra, ci salto, mi ci siedo ma non vuole saperne di chiudersi. Forse perché è piena di libri è pantaloncini ma io non cambio idea, non toglierò nemmeno un cappello da quella valigia quindi non resta che chiamare qualcuno.

E quel qualcuno è proprio lui.
Non vorrei disturbarlo dato che sta studiando in salotto con Winny ma la mia valigia deve essere chiusa è pronta entro sta sera.

Scendo le scale una dopo l'altra giungendo al piano terra bloccando i miei stessi passi appena noto l'immagine che mi si presenta davanti, mi si storcere lo stomaco, le viscere si fanno strada dentro di me mentre osservo la scena in rigoroso silenzio, serro le labbra in una linea dura prima che l'aria mi si blocchi nel petto fino ha farmi male.

Si stanno baciando.
Asher sta baciando lei.

Compio due passi silenziosi al indietro ma con la mia incredibile fortuna vado a sbattere contro un quadro facendolo cadere a terra, provocando un forte rumore nel salotto mentre le schegge del vetro ormai polverizzato sono ai miei piedi.

- Scusatemi non volevo...- sussurro scossa chinandomi per poter raccogliere le schegge.

- Faccio io. -

Asher in un millesimo di secondo mi si presenta davanti accovacciato, lasciandomi ancora più scossa appena la sua fragranza di bagnoschiuma mi prende alla soppravista.

- No, faccio io. - ribatto raccogliendo in più fretta possibile le scheggie e senza nemmeno accorgermene i miei polsi sono bloccati nella sua mano.

- Ti sei fatta male? - domanda inarcando un sopracciglio chiaro.

Asher ha stampato in volto un'espressione molto dura, il suo viso è affilato mentre i suoi ritratti sono ancora marcati dalla rabbia di stamattina. Non credo di averlo mai guardato così allungo negli occhi, vorrei chiederli un sacco di cose. Vorrei parlare con lui per risolvere l'incidente d'ieri sera perché si, e stato solo un'incidente
non avremmo mai dovuto farlo.

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