Capitolo 8

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Fu una giornata noiosa, di quelle in cui avresti tanto voluto non esserti mai alzato dal letto, perchè tanto prive di un qualche scopo fondamentale. Persino Hermione non riusciva a godere appieno delle lezioni di quel giorno, perchè i suoi pensieri erano continuamente attratti dal ragazzo seduto pochi banchi più avanti, che sembrava annoiato tanto quanto lei: teneva il mento appoggiato ad una mano e giocherellava distrattamente con la bacchetta, lo sguardo perso nel vuoto. Quando finalmente le lezioni della mattinata si erano concluse, passando ovviamente con estrema lentezza, si era tenuto un pranzo privo di allegria: di Harry non vi era traccia, doveva essersi rintanato da qualche parte insieme ai suoi pensieri cupi; Ron non era di certo di compagnia, aveva il viso pallido, tendeva a grugnire in risposta alle domande della Granger o a chiunque gli si rivolgesse, e giocherellava con il cibo nel piatto proprio come quella mattina. Da parte sua, Hermione tentava di costruire una conversazione con lui, parlando del brutto tempo che imperversava all'esterno, o di un qualche aneddoto che aveva come scopo quello di farlo almeno sorridere. Tuttavia, i suoi molteplici tentativi furono smontati dalle sue occhiatacce e dai suoi grugniti, e quando Ron sbottò in uno stizzito: "Non rompere, Hermione!" fu la volta buona che si zittì. Offesa da quello scatto improvviso di rabbia, si alzò dalla panca e se ne andò, magari, se era fortunata, avrebbe finalmente trovato Harry e avrebbe chiarito le cose con lui.

Percorse i corridoi vuoti, scrutando gli anfratti più nascosti e sperando di scorgere una chioma mora; dopo alcuni tentativi passati a guardare a destra e a manca, decise che non ne valeva proprio la pena: se si era nascosto così bene, voleva dire che non voleva essere trovato e che aveva bisogno di un po' di tempo da passare in solitudine.  In più, anche a lei avrebbe fatto bene starsene per conto proprio senza i suoi migliori amici appresso, probabilmente un attimo di distacco era quello che ci voleva per tutti. Così, tornò a rifugiarsi nella sua amata Biblioteca, dove si immerse nella lettura di alcuni testi scolastici e prese appunti su alcuni incantesimi di cui non aveva mai saputo l'esistenza - in futuro, forse, le sarebbero potuti servire, chi lo sapeva.

Anche le lezioni pomeridiane furono una totale noia e una gran perdita di tempo: non riusciva a concentrarsi, i suoi occhi vagavano per l'aula in cerca di alcuni soggetti ben precisi, oppure arrivarono persino a studiare i paesaggi al di fuori delle ampie finestre. Non stare attenta a lezione era una cosa che odiava davvero, nonostante ciò quel giorno la concentrazione era ai minimi storici. Aveva scorto Harry poco più in là, vicino a Neville, eppure non l'aveva degnata neanche di un'occhiata, troppo immerso nella lettura del libro che da tempo si portava appresso.

Dunque, anche le noiosissime lezioni del pomeriggi trascorsero. Hermione aveva gli occhi che le si chiudevano per il sonno, tuttavia quando fu ora di alzarsi da banco a cui era seduta da tempo, si rianimò velocemente. Tentò di raggiungere Harry prima che sparisse nella calca di studenti, tuttavia il ragazzo non voleva proprio la compagnia dell'amica, perchè accelerò il passo e uscì dall'aula, sparendo così dalla vista di lei.

Alla fine, si ritrovò di nuovo da sola a percorrere i corridoi del castello. Inizialmente non aveva una vera e propria meta, stava semplicemente cercando un posto in cui appartarsi per leggere un libro. Il primo luogo che le venne in mente, ovviamente, fu la Biblioteca, ma dato che voleva stare in solitudine e sicuramente lì non l'avrebbe avuta, declinò subito l'idea. Dunque, cominciò a camminare lentamente, i pensieri che vagavano da tutt'altra parte, ben lontani da quei corridoi ormai vuoti, lontani dal castello di Hogwarts e dai suoi abitanti: ancora una volta, stava pensando al futuro che li avrebbe attesi con l'arrivo di Lord Voldemort, sui molteplici maghi oscuri che, ancora una volta, si sarebbero schierati dalla parte del Signore Oscuro. Una guerra era inevitabile.

Persa com'era in quei tristi pensieri, non si accorse subito delle due voci che echeggiavano lungo il corridoio in cui era sbucata. Ci mise qualche minuto prima di arrestare la propria avanzata, tendere le orecchie ed ascoltate ciò che le due persone si stavano dicendo. Dovevano essere proprio dietro l'angolo, poichè Hermione le udiva perfettamente e molto vicine; la prima voce, preoccupata e ansiosa, era quella della professoressa McGranitt, mentre la seconda, nel solito tono serio e basso, apparteneva a Piton. Tese le orecchie, appiattendosi contro il muro di pietra per evitare di essere colta in flagrante.

Perchè sei diversa questa sera? ||IN REVISIONE||Where stories live. Discover now