Capitolo 12

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Un errore, si ripeté nella mente Draco, mentre il ricordo delle labbra della Granger gli tornava alla memoria: labbra morbide e dannatamente dolci, che gli avevano fatto perdere per un attimo il controllo di se stesso. Non era riuscito a reagire nell'immediato, proprio come lei, perché quelle labbra - a contatto con le proprie - apparivano fin troppo perfette: le labbra di lei avevano trovato un incastro perfetto con le sue, tanto che Malfoy si era sentito quasi... bene. Ma non poteva considerare quell'avvenimento come qualcosa si reale, perché non era stato altro che uno sbaglio, un incidente di percorso. Non sapeva nemmeno come fosse accaduto; probabilmente solo uno stupido gioco della cattiva sorte, uno scherzo del destino e nient'altro. Eppure... eppure, il ragazzo si era sentito veramente bene e, nel profondo, lo aveva ammesso persino a se stesso. Quando si era reso conto di ciò che stava succedendo, era troppo tardi: Hermione lo aveva respinto e lui aveva fatto lo stesso, anche se più per riflesso. Se fosse stato per lui, forse quel bacio non si sarebbe mai interrotto. Era da mesi che non si sentiva così bene, così vivo come si era sentito quando le proprie labbra erano entrate in contatto con quelle della Mezzosangue. Era una cosa fuori da ogni comprensione, era qualcosa di davvero inconcepibile... ma Hermione Granger non costituiva più un fastidio vero e proprio. Se pensava alla ragazza, Draco Malfoy non sentiva più quella repulsione che gli insegnamenti di suo padre gli avevano instillato,al contrario sentiva qualcosa di diverso. Qualcosa che, benchè non gli piacesse, era radicato in lui già da prima che si baciassero.
I giorni si susseguirono uno dopo l'altro, monotoni e vuoti della presenza di Hermione. A dire il vero, più volte l'aveva incrociata nei corridoi, fra la folla di studenti, ma la perdeva di vista quasi subito: era ovvio persino ai suoi occhi, che la ragazza lo stesse evitando; da parte sua, dopotutto, vi era finto disinteresse. Dentro di lui, però, divampava l'irritazione prodotta da tale comportamento sostenuto dalla ragazza. In tutti quegli anni, nonostante le cattiverie che le aveva sempre rivolto, Hermione non l'aveva mai ignorato o evitato. Lo aveva sempre affrontato a testa alta, con un coraggio che aveva odiato fin dal primo giorno in cui l'aveva conosciuta: insomma, era una stupida Nata Babbana, come faceva ad essere così brillante e coraggiosa? L'irritazione cominciò a tramutare in rabbia nei confronti di quella Mezzosangue; non aveva il diritto di trattarlo in quel modo, in fin dei conti lui era un Malfoy... Draco Malfoy. Strinse le mani a pugni attorno alla candida piuma, calcando con eccessiva forza sulla pergamena sulla quale stava scrivendo. L'inchiostro uscì in abbondanza dalla punta, venendo assorbita dalla carta ingiallita. Studiò i rivoli d'inchiostro che si diramavano lungo la pergamena, creando disegni di spirali che ben presto diventarono una macchia unica. Buttò la piuma sul tavolo, coprendosi subito dopo il viso con le mani e trattenendosi a stento dal lanciare un urlo di frustrazione. Era inutile, non riusciva nemmeno a concentrarsi su ciò che stava scrivendo: fino a quel momento, infatti, l'unica cosa che era riuscito a scrivere era "Perché?" almeno una decina di volte. Già, perché? Perché lo ignorava in quel modo? Non era successo niente, era stato solo uno stupido sbaglio... e allora, perché non lo affrontava come aveva sempre fatto le numerose volte in cui si erano visti per i corridoi di Hogwarts?
Dall'altra parte della biblioteca, due occhi ambrati lo osservavano senza che lui si accorgesse di niente. Hermione Granger sentiva dentro di sé una profonda confusione, non solo per quello che era effettivamente successo qualche sera prima, ma anche per ciò che provava. Ecco. Ciò che provava, era proprio quello il problema: provava sentimenti che erano profondamente sbagliati, sentimenti che prima di quei giorni non aveva mai percepito, o almeno non nei confronti di Malfoy.
Draco Malfoy. Si era forse dimenticata ciò che le aveva fatto in tutti quegli anni? Le ore passate a piangere per i suoi insulti, nonostante tentasse in tutti i modi di dire a se stessa che non doveva importarle? Sospirò, continuando a tenere gli occhi fissi sul ragazzo. Era pallido e sembrava che anche in lui qualcosa non andasse. Possibile... possibile che anche lui stesse pensando a ciò che era successo fra di loro? No. Doveva togliersi dalla testa quell'idea perché, oltre ad essere assurda, era anche sbagliata.
Tornò a nascondersi dietro la pila di libri, infilandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfuggita dalla coda in cui aveva cercato di raccoglierli. Fu in quel momento che Harry e Ron la raggiunsero,facendola distrarre nuovamente dai libri che stava cercando di studiare. Il giorno dopo avrebbero avuto un compito di Pozioni e non voleva andare male. Alzò lo sguardo sui suoi amici e li guardò con disapprovazione: -Voi due non dovreste studiare?- chiese, alzando le sopracciglia e scuotendo leggermente il capo quando loro sbuffarono sonoramente e alzarono gli occhi al cielo.
-Non siamo tutti come te, Hermione- protestò Ron, sedendosi alla sua destra, mentre Harry prendeva posto sulla sedia di sinistra. -Noi ci proviamo, davvero, ma ogni tanto bisogna fare una pausa dai libri- e detto questo le chiuse il libro, ignorando l'occhiata di protesta che lei gli lanciò subito dopo. Ma chi prendeva in giro? Tanto non stava studiano né più né meno, troppo impegnata a fare congetture sul ragazzo dall'altra parte della stanza.
Harry le pose sotto gli occhi una busta. -L'hai ricevuta anche tu?- la guardò attentamente, mentre la ragazza prendeva la busta tra le mani e ne estraeva il foglietto ripiegato che vi era all'interno. L'invito alla festa di Natale che avrebbe tenuto Lumacorno. Hermione scrollò il capo, replicando semplicemente: -Sì, certo- e aprendo nuovamente il libro che Ron aveva provveduto a chiudere. Fece scorrere lo sguardo sulle parole, ma senza afferrarne il significato vero e proprio. La festa di Natale. Aveva dimenticato che doveva invitare qualcuno, ma chi? Ron? No, non ci pensava proprio, dopotutto lui era sempre intento a sbaciucchiarsi con Lavanda e non voleva certo rischiare di tirarsi addosso la gelosia di quell'arpia. Gli occhi si posarono involontariamente sulla postazione in cui precedentemente vi era Malfoy, ma la scoprì improvvisamente vuota. Si lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro e abbassò nuovamente lo sguardo: ma che cosa aveva in testa? Perché aveva subito pensato a lui, a Draco?
-Hermione...Hermione!- si voltò di scatto verso Harry, che la stava guardando con le sopracciglia aggrottate, e lo stesso pareva star facendo Ron,dall'altra parte. -Ti senti bene?- le chiese, scrutandole il volto come in cerca di una qualche risposta. Scambiò un'occhiata con Ron e quest'ultimo disse: -Forse stai studiando troppo, dovresti davvero prenderti una pausa, ogni tanto- rincarando la dose.
La ragazza li guardò, incredula. -Ma che cosa state dicendo?- scosse il capo e chiuse di scatto il libro. -Sto benissimo, sono solo un po'stanca... e lo sareste anche voi se foste qui a studiare già da tre ore!- spostò lo sguardo prima su Ron, poi su Harry e viceversa,rimproverandoli nuovamente con una sola occhiata. Estrasse la bacchetta e iniziò a mettere a posto i libri con la magia, sugli scaffali sopra di lei.
Dopo un altro lungo scambio di occhiate, il primo a parlare fu Harry che,con cautela, le fece notare: -Lo sappiamo benissimo, Hermione, ma in questi giorni sei... distante. Non ti vediamo praticamente più- scrollò le spalle e quegli occhi chiari, incredibilmente gentili e pieni di un affetto fraterno, la seguirono in ogni suo movimento. -Volevamo solo assicurarci che non stessi esagerando, tutto qui- si limitò a spiegare, aspettando in seguito che fosse l'amica a dire qualcosa. Hermione guardava dritto davanti a sé, chiedendosi quale spiegazione potesse dare ai suoi migliori amici: era consapevole del fatto di non aver passato molto tempo con loro, negli ultimi giorni, in fin dei conti era stata molto impegnata ad evitare chiunque - in particolar modo Malfoy - e non vi era un vero e proprio motivo.Aveva solo bisogno di un po' di tempo per se stessa, per capire cosa le stesse succedendo e perchè provasse quelle cose sbagliate. Lei stessa si sentiva sbagliata.
Alla fine, vedendo che lei non apriva bocca, fu di nuovo il ragazzo a parlare: -Comunque sia, non so proprio chi invitare alla festa di Lumacorno- cambiò totalmente discorso, sperando così di poter instaurare una specie di discorso con la sua migliore amica. Si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto giorni prima, nel bagno di Mirtilla, si sentiva in colpa più che altro per il fatto che Hermione avesse assistito, e un po' pensava che la colpa del suo distaccamento di quei giorni fosse per quell'avvenimento. In quel momento, voleva soltanto una parvenza di normalità, come se nulla fosse successo.
Hermione si voltò a guardarlo, alzandosi dalla propria postazione. -Romilda Vane?- gli propose, dopo averci pensato un attimo. -Ti lancia sempre certe occhiate...- roteò gli occhi, trattenendosi dal fare una smorfia risentita. -Tra l'altro ho sentito dire che ha intenzione di rifilarti un filtro d'amore- aggiunse, quasi sovrapensiero, sistemando l'ultimo libro della pila sullo scaffale più alto.
Quella sua ultima affermazione, parve attirare l'attenzione di entrambi i ragazzi, tanto che Ron quasi urlò, nel dire: -Un filtro d'amore?!-la guardò con occhi pieni di incredulità, lanciando uno sguardo fra il divertito e il preoccupato all'amico. -Le ragazze stanno cominciando a impazzire...- scrollò il capo e, imitato dall'altro,seguì Hermione verso le porte della biblioteca.
-Abbassa quella voce!- lo rimproverò con un basso sibilio, avendo notato l'occhiata piena di disapprovazione che Madama Pince aveva lanciato loro quando le erano passati davanti. -Sì, un filtro d'amore, ho sentito una sua conversazione con qualche amica, nel bagno delle ragazze- rispose poi con tutta calma, uscendo da lì prima che fosse Madama Pince stessa a sbatterli fuori. Harry appariva sconvolto da quell'informazione: -E dovrei invitarla alla festa? Neanche per sogno!- replicò con fare quasi disgustato.
La ragazza scrollò le spalle. -L'unico consiglio che ti dò, è di stare ben attento a quello che mangi d'ora in poi- si dirisse verso la Sala Comune dei Grifondoro. -Comunque, è vero, non è la persona più indicata da invitare alla festa di Lumacorno- concordò dopo pochi secondi passati in silenzio, a pensare. Ad un tratto si illuminò: -Perchè non inviti Ginny? Lumacorno non ha vietato di andare alla festa con qualcuno del Lumaclub-
-Con mia sorella?- si era quasi dimenticata che lì con loro c'era anche Ron, il quale stava ascoltando il discorso con un certo interesse. Guardò l'amico e disse: -Non ho nulla contro di te, Harry, ma sarebbe davvero... strano. E poi Ginny ha già invitato Dean- aggiunse subito dopo.
Hermione sbuffò, spazientita. -Allora non so proprio come aiutarti, Harry- si fermò davanti al quadro che conduceva alla Sala Comune e, dopo aver detto velocemente la parola d'ordine ed essere entrata, si voltò verso di loro, che stavano esattamente un passo dietro di lei. -Cercate di studiare un po' per il compito di domani, invece di perdere tempo con queste sciocchezze- fu la prima cosa che disse. -E se lo avete già fatto, ripassate ancora... male non vi farà- si affrettò ad aggiungere, prima che Ron potesse aprir bocca per protestare e difendere entrambi. Dopodichè salì velocemente le scale del dormitorio femminile, senza neanche aspettare una loro risposta.

                                ***

So che è un capitolo piuttosto misero, ma gli esami di maturità mi hanno tenuta occupatissima!!
Grazie a chi continua a seguire la storia, a chi vota e chi commenta...

lastelladelmattino



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