Capitolo 22

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"Con la tua immagine e con il tuo amore,
tu, benché assente, mi sei ogni ora presente.
Perché non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri;
ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te"
                        (William Shakespeare)

I suoi pensieri erano confusi. Voleva aprire gli occhi, ma era ancora troppo debole per farlo; in più, ogni volta che tale pensiero le sfiorava la mente, un altro più allettante si insidiava in lei: perché fare uno sforzo così grande, se poteva tranquillamente dormire? E allora sprofondava nuovamente in un sonno buio, privo di sogni ma ricco di pensieri e ricordi. Questi ultimi riguardavano principalmente i suoi migliori amici e i bei momenti passati con loro, ma sarebbe stata una bugia se avesse detto che, durante quel sonno profondo, non aveva ricordato anche Draco Malfoy.
Nonostante tutto, quel ragazzo e i suoi occhi di tempesta la perseguitavano ancora, facendole palpitare il cuore come mai le era accaduto prima d'ora. Sentiva che qualcosa, nei suoi confronti, era completamente cambiato, in un modo che nemmeno lei sapeva definire. Sentiva che in tutti quegli anni non l'aveva propriamente odiato, perché l'odio era un sentimento troppo potente per essere spazzato via così rapidamente; no, Hermione Granger non aveva mai veramente odiato Draco Malfoy, tuttavia l'aveva sempre considerato al di sotto della media. La sua mente conservava ancora il ricordo di Draco prima che tutto accadesse: stupido, arrogante, pieno di sé e dalla battuta tagliente sempre pronta. E adesso, dopo tutti gli incontri furtivi e i baci rubati, Hermione si accorse di quanto fosse cambiato il ragazzo.
Le persone si susseguivano attorno al letto su cui era sdraiata, sentiva le loro voci e ne ascoltava confusamente i discorsi. Sentiva Harry, Ron, Ginny e Luna. Sentiva il loro desiderio che si riprendesse presto, che tornasse a sorridere con loro, a parlare, addirittura a bacchettarli sul fatto che dovevano studiare di più. Ma l'unica, vera voce che desiderava era quella che non si faceva sentire. Più di tutte, l'assenza di Malfoy era quella che percepiva maggiormente, e lei non aveva il coraggio di aprire gli occhi per scoprire che il biondo non aveva mai varcato la soglia dell'infermeria.
Fu solo la notte del terzo giorno, che un flebile rumore attirò la sua attenzione. Continuò a tenere gli occhi chiusi, le labbra strette ed il corpo rigido sotto alle lenzuola candide, ciononostante tese le orecchie in attesa di un altro movimento furtivo. Passi lungo la stanza, deboli e leggeri, passi di chi ha imparato a non farsi notare; un respiro debole e appena accennato, il sussulto di qualcuno che ha trovato ciò che vuole, ma che non si aspettava certo di raggiungerlo. Il peso di qualcuno che si sedeva sul letto, accanto a lei: lo percepì grazie al materasso che si abbassava, accompagnato dal familiare cigolio delle molle.
Poi una mano fredda che si posava sulla sua, inerme lungo il fianco. Le ci volle tutta la buona volontà che aveva in corpo per non aprire di scatto gli occhi, scoprendo così se l'intruso era chi sperava che fosse.
Silenzio. Un sospiro, poi una voce; la sua voce. -Ho dovuto combattere contro me stesso per venire qui- mormorò per farsi udire solo da lei, anche se non era certo che lo potesse sentire. Aspettò qualche minuto, stette a guardare il volto pallido della ragazza, quella stessa che solo pochi giorni prima sorrideva, parlava e lo guardava. Benché fosse difficile ammetterlo persino nel segreto della sua mente, la Granger gli mancava. -Apri gli occhi, Hermione- e mentre lo diceva, quasi in tono di supplica, il tono gli si affievolì ulteriormente. -Per favore, apri gli occhi-
E Hermione lo fece. Aprì gli occhi e li puntò esattamente nei suoi, le labbra dischiuse come nell'atto di dire qualcosa, ma alcun suono uscì da esse; il silenzio calò tra di loro, mentre Malfoy si rendeva conto che le sue parole avevano sortito l'effetto sperato. Le dita di lui - quelle che non erano posate sulla sua mano - si adagiarono delicatamente sulla sua guancia, sfiorandone con dolcezza la pelle e seguendo il profilo del suo viso. Nel bel mezzo di quella confusione mentale, si chiese quando la Granger avesse smesso di essere la Mezzosangue e fosse diventata una persona, colei senza cui non riusciva a stare. Si chiese quando l'odio, o meglio, il disgusto si fosse tramutato in qualcos'altro... qualcosa di meglio e di positivo. Sempre confusamente, pensò che era bella, che non avrebbe mai voluto distogliere i propri occhi dai suoi, di un caldo e accogliente color nocciola. Le sue labbra, invitanti e magnetiche, sembravano volerlo richiamare. Non aspettò molto, forse solo una frazione di secondo, prima di chinare il capo verso il suo e congiungere le loro labbra, nel bacio tanto atteso da entrambi.
Hermiome non era più capace di stare immobile come una statua, ormai la presenza di lui l'aveva completamente risvegliata, facendole fremere il corpo di piccoli tremiti. Alzò le mano, allacciandole dietro il suo collo e attirandolo ancora di più a sé; agganciò le sue labbra con le proprie, mordendole e assaggiandole come se fosse la prima volta. Come se lei fosse sott'acqua e lui fosse l'ossigeno tanto bramato. Affondò le dita nei suoi capelli, scompigliandoli. Si spostò di alto, quando lui fece il gesto di sdraiarsi accanto a lei e, ignorando entrambi il gonfiore delle loro labbra già ricche di baci, tornarono a baciarsi.
Nessuno dei due avrebbe saputo dire quanto tempo passò, potevano essere trascorsi minuti come intere ore, nonostante ciò a loro sembrava non importare; quando si separarono e si guardarono negli occhi, Hermione si sorprese nel sentire le guance infiammarsi, tingendosi probabilmente di un rosso intenso. Non era la prima volta che baciava Malfoy, eppure si sentiva come se si fossero scambiati il primo bacio.
-Mi hai fatto preoccupare- ammise Draco, scostandole una ciocca di capelli dal viso e agganciandogliela dietro l'orecchio, in un gesto familiare e vagamente malinconico.
Lei sentì gli occhi riempirsi di lacrime, il perché nemmeno lei lo sapeva bene. Non aveva alcun motivo per piangere: Draco era lì, davanti a lei, che la guardava con quegli occhi che le risultavano tutto tranne che freddi. -Cosa?- riuscì solo a replicare, incredula di aver sentito quelle parole pronunciate dalle sue labbra. Forse era improvvisamente e totalmente ammattita, il duro colpo subito tre giorni prima l'aveva fatta uscire di testa, non c'era che dire. Draco Malfoy non poteva aver detto una cosa simile, non a lei per di più.
Anche il ragazzo era abbastanza incredulo di averlo detto ad alta voce: quello che era partito come un semplice pensiero, aveva finito col pronunciarlo davvero. Ormai era troppo tardi per rimangiarsi le parole, la Granger aveva capito perfettamente ciò che le aveva detto, lo vedeva dal modo in cui lo osservava con quegli occhi spalancati ed increduli. -Ho detto...- sospirò. -Lo sai cosa ho detto- concluse con una lieve nota brusca.
Hermione non riuscì a non gioire per quelle parole e solo allora le lacrime sfuggirono al suo controllo, rotolandole lungo le guance ormai incandescenti. -Perché non sei venuto prima?- ebbe il coraggio di chiedergli. -Credevo che non ti... importasse- concluse la frase con difficoltà, inghiottendo un fiotto di amarezza. Anche lei, come Draco, faticava ad ammettere quelle cose ad alta voce: pensarlo nella propria testa era già fin troppo impegnativo.
Draco sussultò. -Eri sempre circondata dai tuoi amici, non ci si poteva avvicinare a te così facilmente- tentò di difendersi, spostando lo sguardo altrove per non doverla guardare negli occhi.
-Che scusa banale- commentò Hermione, cercando di intrecciare un nuovo legame visivo con il ragazzo, anche se invano. Quegli occhi chiari, prima caldi e adesso nuovamente freddi, le apparivano lontani mille miglia nonostante lui fosse distante pochi centimetri. -Un legame non può essere basato sulle bugie, Draco. Dobbiamo essere sinceri, se vogliamo... continuare questa cosa-
-Non so che cosa vuoi che ti dica-
-La verità!- scattò lei, più brusca e più ad alta voce di quanto volesse. Serrò le labbra di scatto, tendendo le orecchie per sentire se Madama Chips l'avesse sentita e stesse andando a controllare. Ma le sue orecchie accolsero solamente silenzio.
Malfoy riportò lo sguardo su di lei, come una saetta di ghiaccio. -La verità...- ripeté piano, in un sibilo appena percettibile. -La verità è che se fossi venuto qui, avrei dovuto ammettere che mi mancavi e che ero preoccupato per te. La verità è che mi sta accadendo qualcosa fuori dal naturale, che nemmeno io riesco a capire... la verità è che la colpa è tua-
In quel momento, fu grata all'oscurità di mascherare il rossore delle sue guance, anche se sapeva che le lacrime erano facilmente visibili sul bordo delle ciglia. Avrebbe voluto essere forte - come sempre, dopotutto - eppure chissà perché non riusciva a trattenersi, la tristezza mista alla felicità giocavano brutti scherzi su di lei. -E che cosa ti sta accadendo?- gli chiese, catturando il labbro inferiore tra i denti e mordendolo forte per distrarsi.
Un respiro flebile, che si avventò sul suo volto come una fresca brezza capace di rinfrescare il suo viso ormai rovente. -Mi sto innamorando di te- lo disse così debolmente che, per una frazione di secondo, Hermione pensò di esserselo immaginato. Di nuovo. Poi lui disse: -O forse lo sono già-.

                              ***

Buongiorno a tutti!!
Prima di tutto, voglio scusarmi come sempre per i miei rari aggiornamenti, ma questo non è uno dei periodi più belli per me e quindi ho anche poca voglia di scrivere. Comunque, spero che la Dramione continui a piacervi!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Votate e commentate per farmi sapere se vi è piaciuto!

lastelladelmattino✩

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