Capitolo 10

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"E poi ad un tratto ti capita l'amore e sei rovinato."
(Lev Tolstoj)

L'avvenimento di quella mattina (Draco Malfoy che si prendeva gioco di Cormac McLaggen senza un motivo apparente), fece il giro di tutta la scuola in poco tempo, passando di bocca in bocca tra risolini e fiati sospesi. McLaggen non si era ancora visto in giro, doveva essere in infermieria a lamentarsi con Madama Chips della grossa botta che doveva avere sul sedere, dunque Hermione fu molto più tranquilla di quello che aveva creduto. Nessuno, infatti, aveva fatto caso a lei, nel corridoio, mentre sgusciava via in silenzio, trascinandosi dietro mille dubbi su ciò che aveva appena visto accadere sotto al suo naso. Draco Malfoy che la traeva in salvo da quel viscido di McLaggen? Alquanto improbabile, eppure... un pensiero terribile le aveva attraversato la mente, facendola fremere per il terrore: che Malfoy l'avesse scoperta a spiarlo, nella Stanza delle Necessità, e che l'avesse seguita lungo i corridoi di Hogwarts? Quella era la soluzione più plausibile, anche perchè trovarselo alle spalle poco dopo averlo spiato era una grossa coincidenza...
Alzò lo sguardo giusto in tempo per non andare a sbattere contro Luna Lovegood. La ragazza stava girovagando per il corridoio con il naso puntato verso l'alto e una montagna di edizioni de Il Cavillo tra le braccia; quando puntò il viso minuto verso di lei, Hermione si accorse che portava un paio di enormi e strampalati occhiali, dietro a cui si riusciva solo a scorgere la vaga ombra dei grandi occhi di Luna.
-Luna!- esclamò sorpresa la Granger, fermandosi di scatto per non andarle addosso. Osservò ancora per un attimo i suoi strani occhiali, tirando ad indovinare su dove fossero gli occhi. -Cosa... stai facendo?- dopo un anno che la conosceva, aveva imparato a non porgli più quella domanda, dato che le sue risposte la confondevano ancor più di prima, nonostante ciò quella volta l'interrogativo sorse spontaneo dalle sue labbra.
Luna sorrise dolcemente, sfilandosi gli occhiali per guardarla dritto negli occhi, e rifilarle uno di quegli sguardi totalmente sinceri che solo lei sapeva possedere. -Sono a caccia di Gorgosprizzi!- esclamò, sempre sorridente, mentre sistemava le copie de Il Cavillo in modo da non farle cadere per terra.
-Ti serve una mano?- chiese educatamente Hermione, offrendosi di prendere alcuni giornali per aiutarla a trasportarli. Luna accettò di buon grado, cedendole una decina di volumi e trasportando lei stessa tutti gli altri. Camminarono fianco a fianco per i corridoi, offrendo a chi incontravano sulla loro strada una copia de Il Cavillo; pochi comunque la accettavano, e quei rari che lo prendevano era solo per non offendere Luna. Hermione stava in silenzio, aiutando la ragazza di tanto in tanto, ma il più delle volte limitandosi a fare il palo.
La Granger vide con la coda dell'occhio che Luna si voltava a guardarla, per poi dire con tono di voce piuttosto basso e scherzoso: -Ho sentito dire che Cormac McLaggen non uscirà tanto presto dall'infermieria, dopo la botta che ha ricevuto da Malfoy- fece un piccolo sorriso, uno di quelli che solo Luna Lovegood sapeva fare, dopodichè si voltò dall'altra parte per rivolgersi a Ginny Weasley - accompagnata da Dean Thomas - e porgerle amichevolmente una copia del giornale. Ginny sorrise debolmente, prese Il Cavillo e le superò senza dire nulla, seguita da quello che Hermione aveva ormai creduto essere il suo ex-ragazzo. Li studiò camminare fianco a fianco, lei con le spalle leggermente ricurve, mentre lui le sfiorava delicatamente la schiena con una mano. Sospirò e scosse la testa, poi tornò a guardare la giovane strega che aveva accanto a sé, tutta immersa nella distribuzione dei suoi giornali.
-Sai, c'ero stamattina- disse ad un tratto Luna, fermandosi e appoggiando tutte le copie de Il Cavillo sull'antro di una parete. Si voltò verso Hermione con un gran sorriso sulle labbra, spalancando gli occhi blu e sussurrando, quasi fosse un segreto: -Pare che Madama Chips abbia avuto un gran da fare, soprattutto per tranquillizzarlo- era ormai ovvio a chi stava alludendo, si lasciò sfuggire una debole risatina mentre la Granger tratteneva impercettibilmente il respiro. -Chissà cosa è passato per la testa di Malfoy- mormorò successivamente, con uno sguardo pieno di significato lanciato all'altra ragazza che, con le guance leggermente arrossate, esalò un lungo e lento sospiro sibilante. Sapeva a cosa si stava riferendo Luna, probabilmente l'aveva vista, nel corridoio, che litigava con McLaggen e aveva collegato il gesto di Malfoy con quel breve bisticcio, ma tutto quello era assurdo. Terribilmente assurdo: Draco Malfoy che veniva in suo soccorso? In un corridoio pieno di studenti? No, era totalmente improbabile.
Hermione scrolló le spalle con noncuranza, fingendosi poco interessata a quell'argomento, anche se in realtà moriva dalla voglia di parlarne con qualcuno. In fin dei conti aveva bisogno di un parere altrui, su tutto quello, e forse Luna Lovegood era una delle persone più adatte con cui parlare: si dimostrava sempre una buona amica, che sapeva ascoltare e dare consigli, seppur piuttosto stravaganti. Hermione Granger, però, non si sentì pronta per esterniare a qualcuno i propri dubbi, aveva ancora bisogno di tempo per assimilare il tutto. -Malfoy stava solo cercando una vittima per i suoi scherzi- disse infine, fingendo con abilità un totale disinteresse per l'episodio di quella mattina. Proprio in quel momento, tutta trafelata, arrivò una ragazzina del secondo anno, i capelli scompigliati e il viso accaldato. Si fermò giusto di fronte a Hermione, tendendogli una busta e annunciando: -Da parte del professor Lumacorno- aveva il fiatone e quelle furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca, poi le voltò le spalle e sparì nuovamente dietro l'angolo.
La Granger spostò gli occhi dalla schiena della ragazza, al foglietto che aveva tra le mani, del tutto presa alla sprovvista. Con mani ferme, ma con il cuore in gola, Hermione dispiegò il foglietto con cautela, quasi avesse paura che ne saltasse fuori qualche cosa strana. Da quel semplice biglietto, però, non uscì assolutamente nulla: in una grafia elegante, tutta piena di riccioli e svolazzi, vi erano scritte poche e cordiali parole.
Cara Signorina Granger,
Sarei lieto se mi facesse l'onore di partecipare ad un piccolo pranzo nello scompartimento C.
Cordialmente, professor Horace Lumacorno.
Hermione Granger dovette rileggere tre volte il messaggio che le era stato appena consegnato, prima di comprendere appieno ciò che vi era scritto. A poco a poco, riuscì a ricollegare le parole su quel foglietto, alle voci che aveva sentito in giro sui "piccolo pranzetti" organizzati dal professore di Pozioni: a quanto pareva, sceglieva gli alunni più degni e li invitava a mangiare in sua compagnia, probabilmente per arricchire la sua già grande "collezione" di alunni prestigiosi. Hermione scosse la testa, stupita che tale invito fosse stato rivolto anche a lei: certo, era una strega brillante e in molti continuavano a ripeterglielo, tuttavia non aveva mai pensato di essere degna di partecipare a quei pranzi, in fin dei conti era pur sempre una nata babbana.
-Lumacorno mi ha invitato a uno dei suoi pranzi- sussurrò, ancora leggermente stordita da quell'ultima notizia. Alzò lo sguardo su Luna, sollevando il bigliettino come prova di ciò che aveva appena affermato. -Pare che dovrò andarci- fece una leggera smorfia. Non avendo mai seriamenre pensato di poter essere invitata, non si era mai soffermata a pensare se avrebbe voluto davvero andarvi; nonostante ciò, in quel momento sentì una lieve fitta di oppressione al petto: non voleva far parte dell'assurda "collezione" di Lumacorno, della quale le aveva parlato Harry. Lei non era un trofeo o roba simile, lei era una semplice ragazza che, come tutte le altre alunne di Hogwarts, voleva essere una brava strega, e non voleva nessuna medaglia per questo.
-Oh- disse Luna con un piccolo sorriso che le nasceva sulle labbra. -Ho sentito di quel pranzo, ci va anche Neville- la informò, incominciando a dedicarsi nuovamente alle copie de Il Cavillo. -E a quanto ho sentito dire, anche McLaggen è stato invitato- sbattè piano le lunghe ciglia dorate, riservando all'altra giovane strega un'occhiata lunga e in cui si nascondeva un tacito cosiglio: "Se fossi in te, quindi, starei attenta", erano quelle le parole nascoste in quegli occhi azzurri e alle quali Hermione rispose con un sorriso di ringraziamento.
Ormai era sicura che, sedere dolorante o no, Cormac non sarebbe di certo mancato, e nonostante il ragazzo fosse l'ultimo dei suoi problemi, non poté di certo evitare la sensazione di disgusto e stanchezza che la appesantì dopo quell'informazione.
Sui lunghi tavoli della Sala Grande non mancava neanche una prelibatezza: tutto era al proprio posto, a portata di mano degli studenti affamati dopo una lunga giornata di lezioni. Hermione entrò nella sala con un lieve ritardo, essendosi soffermata nella Sala Comune dei Grifondoro a parlare con altre ragazze. Si sedette al solito posto, davanti a Ron ed Harry che, constatò con un sospiro di sollievo, sembravano essere tornati del loro solito umore piuttosto allegro. Cominciò a riempire il piatto con ogni cosa che aveva davanti, sentendo lo stomaco brontolare per la fame: non aveva mangiato nulla, dopo la colazione, e ora ne sentiva il risultato. Lasciò che i suoi due amici continuassero a parlare di Quidditch, troppo impegnata a mangiare per poter protestare, ma soprattutto troppo contenta di sentire che, almeno la loro amicizia, sembrava scorrere nuovamente tranquilla.
Fu quando alzò gli occhi dal proprio piatto e si accorse che Harry si era alzato, a provare una strana sensazione di disagio: Harry si era avvicinato ad una ragazza pallida e con il viso dall'aria evidentemente stanca che, solo dopo una seconda occhiata, Hermione a riconscerla come Katie Bell. Dopo un soggiorno nell'ospedale San Mungo, era finalmente tornata a scuola, fra i suoi compagni pieni di preoccupazione e ansia per lei;non sembrava in gran forma, ovviamente, tuttavia pareva essere felice di essere tornata fra le mura scolastiche. Non avendo staccato un solo secondo gli occhi dai due, per la Granger non fu difficile individuare l'occhiata che Katie lanciò alle spalle di Harry, in direzione di un ragazzo dai capelli biondi talmente chiari da apparire argentei... Draco Malfoy, che aveva appena messo piede nella Sala Grande, incontrò lo sguardo paralizzato della Bell e si immobilizzò sul posto, come raggelato. A Hermione fu ugualmente facile vedere Harry girarsi, lentamente, e puntare gli occhi nella stessa direzione di quelli della ragazza: i suoi occhi verdi, però, poterono solamente incontrare la schiena di Malfoy, in quanto quest'ultimo si stava dando alla fuga, uscendo dalla sala senza badare alle spallate che rifilava a coloro che, invece, nella Sala Grande vi stavano entrando. Confusa da tutto quello che stava succedendo, fu solo una fugace occhiata a Harry a farle rendere conto, con puro orrore, che stava partendo all'inseguimento di Malfoy.
Ron, del tutto ignaro di quello che si stava svolgendo alle proprie spalle, continuava a conversare tranquillamente con Neville. Hermione Granger si sentiva combattuta: sapeva che se non avesse seguito l'amico sarebbe successo qualcosa che non doveva accadere, mettendolo probabilmente nei guai, tuttavia sentiva che i piedi continuavano a stare incollati a terra come due pezzi di piombo. Respirò piano, soppesando le varie scelte che aveva, ma tutto ciò che si sentì dire dalla vocina della propria coscienza, fu: Vai, muoviti! E così si alzò dalla panca su cui era seduta, dando una breve e balbettante spiegazione a Ron e corse fuori dalla sala.
Il primo passo l'aveva fatto, ora non le restava altro che trovarli. Il corridoio, infatti, era piuttosto vuoto a quell'ora della sera, dato che tutti erano riuniti per la cena, e non fu difficile per lei notare l'assenza dei due ragazzi che stava cercando. Si soffermò un attimo a pensare, il cuore in gola e l'ansia che cresceva per la fretta.
Dove potevano essere andati? Fece passare lo sguardo lungo il corridoio, con gli occhi sgranati per la preoccupazione. Le gambe si mossero ancor prima che lei potesse capire dove stesse andando; cominciò a correre senza una meta in testa, ma avendo come la certezza che le proprie gambe sapessero come muoversi per i corridoi della scuola. Quando si fermò, si ritrovò di fronte ai bagni di Mirtilla Malcontenta. Sbattè le palpebre, guardandosi attorno e tendendo le orecchie: ad un primo esame non si vedeva nè udiva nulla, tutto era fermo e silenzioso. Restò immobile per molto tempo, ed era ormai dell'idea di tornarsene indietro, scoraggiata nella sua ricerca, quando sentì un improvviso schianto e un lamento maschile. Il cuore riprese a battere come un forsennato. Il colpo era provenuto dall'interno dei bagni, dove non si era presa la briga di controllare, e questo la indusse ad aprire la porta, facendola sbattere contro la parete. Con un brivido di orrore si rese conto che il pavimento era completamento allagato e che, in fondo alla stanza, vi erano due figure: una, dalla testa mora, stava in piedi e fissava paralizzato la seconda figura dai capelli chiari, che stava stesa per terra, in mezzo all'acqua, con la camicia bianca e i pantaloni neri ormai zuppi. Per un momento, un bizzarro lasso di tempo, a Hermione venne quasi da ridere, pensando che Malfoy fosse scivolato per colpa dell'acqua che ricopriva il pavimento dei bagni. Almeno quella sembrava una spiegazione logica, se non fosse stato per il sangue. L'acqua sotto al corpo pallido di Draco, infatti, si stava lentamente tingendo di cremisi e lo stesso valeva per la camicia precedentemente immacolata: adesso, una macchia di sangue si stava allargando su di essa, proprio al centro, facendo raggelare la ragazza.
-Harry... che cosa hai fatto?- chiese in un sussurro, senza staccare gli occhi dal corpo di Malfoy, che respirava affannosamente e con fatica, mentre il sangue si andava propagando nell'acqua e sul tessuto che, da bianco quel'era, era ormai divenuto quasi completamente rosso. Hermione spostò lo sguardo sull'amico, ma non ricevette risposta: lui continuava a guardare Draco Malfoy, gli occhi verdi sbarrati in un moto di incredulità. Presa da un colpo di panico, la giovane strega si lasciò cadere sul pavimento, in mezzo all'acqua, bagnandosi così i vestiti. Cercando di farsi forza, tentò di rialzarsi, ma senza successo, così si limitò a gattonare fino a trovarsi vicino al corpo di Malfoy. Studiò con attenzione la ferita, e subito le esplose in testa un flash di lei che sfogliava attentamente il libro di Pozioni, l'edizione che era marchiata "di proprietà del Principe Mezzosangue". Con mano tremante prese la bacchetta dalla tasca della divisa, respirando lentamente per darsi una calmata: se non aveva la mente lucida, non sarebbe mai riuscita a fare ciò che doveva fare.
Puntò la bacchetta contro il petto di Malfoy, da dove stava sgorgando sangue. Proprio in quel momento, però, i suoi occhi fecero il grande sbaglio di incontrare quelli freddi e distanti di lui, che la stava guardando inebetito, evidentemente più di là che di qua. Hermione si irrigidì, stringendo convulsamente le dita attorno al legno della bacchetta. Quegli occhi era la seconda volta che li incontrava, quel giorno, e per la seconda volta sentì un brivido partirle dalla base del collo per arrivare fino in fondo alla schiena. Occhi di ghiaccio, ecco che cos'erano.
Sempre tenendo gli occhi nei suoi, Hermione cominciò a sussurrare: -Vulnera sanentur.... Vulnera sanentur- la voce dapprima debole, si fece mano a mano che procedeva con l'incantesimo sempre più decisa, fino a quando non raggiunse un tono normale. -Vulner sanentur...- e grazie all'incantesimo di cui, non sapeva come, si era ricordata di aver letto sul libro di Pozioni, il sangue cominciò a ritornare alla fonte, finchè nè nell'acqua nè sulla camicia ne rimase traccia.
Draco tornò a respirare normalmente, anche se il volto continuava a rimanere pallido. La ragazza lo guardò, ma lui era ormai sfuggito dal suo sguardo dorato, puntando invece il proprio sul soffitto sopra di lui. Harry Potter, ancora in piedi alle sue spalle, era incredulo su ciò che aveva fatto e leggermente spaventato per ciò che aveva scoperto essere l'incantesimo di cui aveva letto quella mattina stessa. Sectumsempra... in una parola era racchiuso un potere che, Harry ne era sicuro, non avrebbe mai avuto il coraggio di riutilizzare.

                               ***

Buongiorno a tutti!! Scusatemi ancora per la lunga attesa, ma tra il mese di stage e gli impegni personali non sono riuscita né a scrivere né, quindi, a pubblicare. Spero di non avervi deluso con il capitolo! Come sempre potete farmi sapere le vostre opinioni con voti e commenti, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate! :) ♥♥♥♥
FINALMENTE È ESTATEE!! (Anche se sto caldo mi debilita :')
Grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui e che spero continueranno a seguirmi! Siete fantastici :-* ♥♥
Buona estate, ragazzi!
Baci

lastelladelmattino

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