Capitolo 20

1.5K 106 14
                                    

"Amami oppure odiami, entrambe le cose sono a mio favore.
Se mi ami, io sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, io sarò sempre nella tua mente"
(William Shakespeare)

Erano sdraiati sul pavimento della piccola stanza, sotto di loro, a ripararli dal freddo della pietra, avevano steso un telo che avevano trovato piegato tra l'ammasso di cianfrusaglie della stanza. Draco la teneva stretta a sé, con un braccio attorno alla sua vita, mentre Hermione aveva posato una guancia contro il suo petto ed era sprofondata in un profondo silenzio, immersa nei propri pensieri. I minuti, alla fine, erano diventate ore, e la ragazza aveva allontanato dalla propria mente il pensiero dei suoi amici, che con tutta probabilità l'avevano cercata ovunque. Cercò di non pensarci, anche se stare così vicina a Draco era un efficace modo per avere la testa affollata di pensieri; riflessioni che andavano direttamente a loro due, che le facevano sorgere dubbi su quello che stavano facendo. Si stavano complicando la vita a vicenda, non c'era che dire.
Ad un tratto si sentì in bisogno di parlare, e disse: -Io voglio avere un futuro, Draco- lo sentì sussultare, sotto di sé. Probabilmente non si aspettava un'interruzione così brusca del silenzio che si era instaurato tra loro due. -E so che tutto questo non ha senso, specialmente tra due persone come noi-
-Come noi?- ripeté Malfoy, leggermente attonito. Non sapeva cosa volesse dire con ciò, quindi decise di starla a sentire, anche se seguire il filo logico dei suoi pensieri era difficile, con lei così vicina.
Hermione si puntellò sui gomiti, staccandosi da lui per guardarlo negli occhi. -Sì, come noi. Fino a qualche giorno fa ci odiavamo, e adesso...- non terminò la frase, anche perché non sapeva che cosa dire. E adesso ci amiamo? Era una sciocchezza bella e buona, loro due non potevano provare tale sentimento l'uno nei confronti l'altra, sarebbe stato troppo strano. -Adesso, non lo so- ammise, con un sospiro carico di frustrazione.
Draco annuì, come se avesse capito. -E allora che cosa proponi di fare? Di lasciarci alle spalle tutto questo?- mentre lo chiedeva, sembrava quasi accettare la cosa, anche se dentro di sé percepiva una nota amara. Voleva davvero porre fine agli incontri furtivi con la Granger? A quella domanda, la sua mente si ritrasse. Non poteva pensare cose del genere, non poteva davvero voler continuare quella farsa... eppure era così, perché il suo primo pensiero fu: sì, certo che lo voglio.
La giovane strega si tirò una ciocca di capelli fin dietro l'orecchio, distogliendo momentaneamente lo sguardo da quello di lui. In effetti, nemmeno lei sapeva che cosa voleva, nonostante ciò sapeva cosa non voleva. E di sicuro non era intenzionata a porre la parola "fine" a quella relazione, sempre se si potesse definire tale. Non avevano mai parlato seriamente di quello che stavano facendo, quella era la prima volta che pronunciavano ad alta voce i propri dubbi. -Non proprio... insomma...- si ritrovò in difficoltà, non sapeva proprio come dire ciò che pensava, ciò che provava. -Sei un Mangiamorte, Draco. Come pretendi che io possa stare... continuare questa cosa? I miei migliori amici ti odiano, io dovrei odiarti. E non so cosa stiamo facendo, sinceramente. È da un po' che me lo sto chiedendo: noi due cosa stiamo facendo? Dove vogliamo andare a parare con tutto questo?- riuscì a dire poi, anche se risultò più acida di quanto volesse. Inizialmente, nella sua testa, quel discorso aveva addirittura assunto toni dolci, morbidi; pronunciandolo, però, aveva capito di essere stata nuovamente aspra.
Ancora una volta, Draco Malfoy si ritrovò a chiudere le mani a pugno per la rabbia; anzi, in realtà non era vera e propria rabbia, bensì frustrazione, perché sapeva che le parole di Hermione erano vere. Cosa stavano facendo e dove pensavano avrebbe sfociato quella cosa? Non sapeva nemmeno come chiamarla, dato che "relazione" risultava troppo impegnativo. -Non so proprio cosa vuoi che ti dica, Granger- commentò, puntellandosi a sua volta sui gomiti per tirarsi a sedere. -Se non vuoi più continuare a vederci, te l'ho detto, ti lascerò in pace. Basta dirlo-
-Non ho detto questo!- esclamò indispettita la ragazza, scuotendo il capo. -Sto solo dicendo che... dovremmo capire che cosa proviamo l'uno per l'altra- finì la frase in un flebile sussurro, sospirando e allontanandosi da lui per non doverlo guardare in faccia.
-Cosa proviamo l'uno per l'altra?- per poco non si mise a ridere, trovando tutto quello completamente assurdo. -Scusa, Granger, non penserai che questa cosa che c'è tra di noi sia amore, vero?- si raddrizzò, cercando di guardarla in volto anche se lei continuava a sfuggire al suo sguardo.
Hermione si sentì punta sul vivo. -Beh... no, ma...- si morse il labbro inferiore e, improvvisamente, si mise in piedi con un rapido balzo. -Senti, dimentica ciò che ho detto. Non ha senso. E comunque adesso devo andare, quindi...- anche in questo caso non finì la frase, trovandosi a boccheggiare in cerca di parole. Non riuscendo a trovare la conclusione adatta, decise di eclissarsi velocemente, aprendo la porta e fiondandosi all'esterno. Draco Malfoy rimase a guardarla con occhi vacui.

***

La stanza era buia, illuminata solo dalla fredda luce proveniente dal fuoco verde acceso nel camino. Draco era in piedi davanti ad esso, il viso pallido illuminato debolmente da quella luce verde, gli occhi azzurri divorati da pagliuzze argentee che, in quel momento, non mandavano i soliti bagliori chiari. Come sempre, era vestito completamente di nero, in un completo elegante che Narcissa si era preoccupata di fargli avere qualche giorno prima; sua madre lo aveva guardato con occhi ansiosi, gli aveva donato un piccolo e tremolante sorriso, ma era stata in silenzio. Nessuna sua parola, in fin dei conti, avrebbe migliorato la sua posizione. Narcissa Malfoy non poteva aiutarlo in alcun modo, dopotutto nessuno poteva aiutarlo. Doveva fare quella cosa e basta, ne era stato consapevole fin dal primo istante in cui l'aveva scoperto; non c'era una scelta da fare, qualcun altro si era preoccupato di tracciare già la strada per lui, e Draco doveva semplicemente seguirne il tracciato. Doveva seguire le orme del padre e di altri come lui. Doveva diventare un Mangiamorte.
Fin da piccolo era stato educato a pensare in un certo modo, per esempio a disprezzare i Mezzosangue. Lui aveva seguito il pensiero di Lucius Malfoy, senza porsi domande su ciò che era giusto e su ciò che, invece, era sbagliato. Per lui tutto quello era la normalità: i Purosangue erano quelli che dovevano dominare il Mondo della Magia, mentre i Mezzosangue dovevano sottostare ai loro ordini, vivendo come umili servi.
-Draco- la voce di suo padre risuonò alle sue spalle, portandolo a voltarsi verso l'uomo dai freddi occhi chiari, tali e quali ai suoi. -Vieni, è ora- sul volto di Lucius non c'era traccia di pentimento, per quello che stava per accadere. Forse, pensava che tutto quello fosse giusto, che fosse un onore che suo figlio seguisse le sue stesse orme... Draco non lo sapeva, non riusciva mai a distinguere bene quale emozione fosse celata dietro quella maschera di imperturbabilità.
Draco Malfoy si voltò interamente in direzione il padre, le mani allacciate dietro la schiena, il volto bianchissimo metteva in evidenza le profonde occhiaie che gli solcavano la pelle sotto gli occhi. Senza dire una parola, seguì il padre fuori dalla stanza, solo per entrare in un'altra che, apparentemente, era tale e quale a quella precedente. Il ragazzo sentì mille brividi percorrergli il corpo, entrandogli fin quasi nelle ossa, mentre i suoi occhi si posavano sull'oscura figura comodamente seduta davanti al focolare di quella stanza. La veste nera come l'oscurità gli accentuava il colorito cereo della pelle, gli occhi serpentini inniettati di sangue e le labbra sottili curvate in un maligno sorriso.
-Lucius...- la sua voce sibilante, come quella di un serpente, lo fece agghiacciare. Cercò di nascondere il proprio terrore, ma sapeva che lui poteva percepire l'odore della paura. -Tuo figlio è tale e quale a te, spero che non commetterà i tuoi stessi errori- dietro quelle parole, sia Draco che suo padre, sapevano che vi era celata una minaccia neanche poi tanto velata.
Lucius fece un profondo inchino, adesso sul suo viso aveva dipinta un'espressione di totale sottomissione. Draco non poté fare a meno di pensare che, in quel preciso momento, suo padre fosse patetico. -No, mio signore, posso assicurarle che Draco non fallirà- anche la sua voce trasudava remissività.
Il Signore Oscuro lo guardò quasi con disgusto, tuttavia quelle parole sembrarono accontentarlo, perché fece cenno con la mano a Draco di avvicinarsi. Il ragazzo non esitò nemmeno un minuto, per paura che Voldemort potesse alterarsi e ucciderlo all'istante. Draco Malfoy si avvicinò a Lord Voldemort, si inginocchiò davanti a lui e tenne lo sguardo basso, per non dover incrociare quegli occhi malvagi. -Il tuo braccio, ragazzo- gli sibilò la voce fredda del Signore Oscuro.
Draco porse il braccio sinistro a Voldemort, il quale gli alzò la manica dell'elegante giacca nera, e vi posò la punta della bacchetta che, fino a quel momento, aveva tenuto fra le lunghe dita bianche. Con un ghigno serpentino, Lord Voldemort pronunciò: -Morsmordre-.

                                 ***

Buongiorno a tutti!
Mentre scrivevo questi tre capitoli Hungry Heart di Bruce Springsteen è stata la mia colonna sonora (adoro).
So che in questi capitoli non succede nulla di spettacolare, ma ho in mente colpi di scena per i prossimi capitoli... nel frattempo, spero che questi vi piacciano.
Come sempre vi ringrazio e vi incito a votare, commentare e continuare a leggere la mia storia.
Vi adoro ♡

lastelladelmattino ✩


Perchè sei diversa questa sera? ||IN REVISIONE||Where stories live. Discover now