53. 𝐈𝐧𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐢, 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐈 (Tina)

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Lo strano lamentio proveniva da dietro una barriera di scogli appuntiti ad una trentina di metri dal punto nel quale erano seduti loro. Tina si voltò verso Newt, pregando che qualche risposta giacesse nascosta dietro a quello sguardo angosciato.
«Lo hai sentito?»
Newt non seppe come reagire. Tina studiò il suo viso: oltre al terrore vi lesse qualcos'altro, qualcosa da cui anche lei era stata colpita non appena quell'atmosfera di intimità era stata spezzata. Delusione.

Era amareggiata, inutile che lo negasse a se stessa. Per un minuscolo momento quando lui le aveva preso la mano aveva sperato nella conferma che il magizoologo ricambiasse i suoi sentimenti. Ma ovviamente la sfortuna doveva sempre immischiarsi nella sua vita e stravolgere ogni momento perfetto. Così ora lei non avrebbe forse mai saputo ciò che Newt stava per confessarle.

Se ne accorsero entrambi dopo qualche attimo: la luce intensa del sole non aveva mai cessato di illuminare le loro mani ancora unite. I due mollarono la presa imbarazzati e si alzarono dalla sabbia. La sola reazione che tutti quei pensieri e successivamente quel comportamento andarono a provocare fu la voce di Achilles, la quale da ore a quella parte si era tramutata in un coltello puntato minacciosamente contro il suo cuore.

«Le persone come te, quelle terrorizzate per paura poi di soffrire, semplicemente non sono tagliate per questo genere di cose. Guarda la realtà in faccia, Tina... l'amore non fa per te.»

"Lasciami in pace" supplicò lei silenziosamente, nonostante ormai si fosse resa conto che il suo desiderio non sarebbe stato avverato facilmente.

Il lamentio continuò ad intermittenza. Ora lei e Newt stavano in piedi sulla sabbia, circondati da un'aria spaventosamente immobile, mossa solamente dagli sbuffi della brezza.
«Che facciamo?» chiese lei.
Newt non le rispose. Prese a guardare attentamente gli scogli all'orizzonte, come se qualche rotella nel suo cervello stesse girando freneticamente per pianificare la mossa successiva.
«Newt, che cosa facciamo?» Tina ripeté la domanda, ma questa volta lui la interruppe.
«Silenzio. Ascolta.»

Qualunque cosa stessero udendo non pareva intenzionata a smettere di saturare l'atmosfera con il fragore della sua cantilena. Ma a poco a poco i versi divennero sempre più nitidi alle sue orecchie. Comprese solo allora ciò che Newt Scamander voleva dirle; dopo qualche minuto i due non ebbero più alcun dubbio che si trattasse del canto disperato di una creatura.

«Che cos'è?»
«Non lo so...» l'uomo parve esitare. «Ho qualche sospetto, ma dovremo andare a vedere.»
«Scherzi?»
«Forse è ferita...»
«Newt» Tina riuscì ad afferrare il polso del magizoologo prima che lui si allontanasse troppo. «Se fosse qualcosa di pericoloso?»
«Tina» la implorò lui «se davvero lì dietro c'è una creatura in pericolo allora non posso lasciarla lì. È il mio dovere, capisci? Quando ho scelto questo lavoro ho giurato di stare dalla loro parte a qualsiasi costo. Non permetterò che una sola creatura venga lasciata da sola.»

Era incredibile come la bontà immensa di Newt riuscisse sempre a coglierla alla sprovvista. Porpentina Goldstein, così orgogliosa e sicura di sé, che cedeva di fronte al cuore d'oro di un impacciato magizoologo? Sarebbe sembrato uno scherzo a chiunque. Ma non lo era. Semplicemente a quegli occhi verdi colmi di compassione verso il prossimo lei non sapeva dire di no.

Pickett uscì dal taschino del cappotto di Newt e squittì. «D'accordo, allora. Ma io vengo con te.»
Gettarono uno sguardo ai faraglioni in lontananza. «Non ti dirò di no, Tina Goldstein.»

A fatica riuscirono ad arrampicarsi sugli scogli. Per fortuna Newt fu abile a trovare gli appigli giusti e a farli arrivare dall'altra parte. Di smaterializzarsi non ne avevano nemmeno parlato: giravano No-Mag a quell'ora sul lungomare. Era meglio sembrare una coppia di scalatori improvvisati che mostrarsi a qualche malcapitato come maghi. Grindelwald aveva già esposto abbastanza la comunità magica. Non volevano di certo peggiorare ancora di più la situazione. In cuor suo la donna sperò che il Ministero fosse riuscito ad obliviare la maggior parte dei cittadini carioca che avevano assistito alla tempesta solo un mese prima.

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora