10. Al chiaro di luna | Past;

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"Shota ha sempre avuto uno strano ascendente su di me

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"Shota ha sempre avuto uno strano ascendente su di me. 
Ne ero attratta come il sole alla notte, 
pur sapendo che non avremmo mai potuto coesistere."

Passato

Il giorno in cui mi dimettono dall'ospedale, c'è All Might ad attendermi fuori dalla struttura. Dopo aver firmato molteplici fogli, mi viene consegnata una cartellina piena di documenti e referti medici, quindi vengo accompagnata verso l'uscita.

La luce del tramonto è soffice. Il sole è ancora caldo, nonostante stia lasciando posto all'oscurità della notte, che divorerà il mondo tra poco più di un'ora. È quasi inverno, le scuole sono cominciate ormai da un po', quindi ancora mi domando come abbia fatto All Might a iscrivermi a un corso a metà anno, per di più in una delle scuole per eroi più famose del paese. Mi chiedo se mi abbia raccomandata lui e, se così fosse, perché.

"Perché tutti meritano una seconda chance, Kasumi" - mi sembra di risentire le sue parole nell'orecchio.

Merito una seconda chance. Devo ancora imparare a convivere con questa realtà.

Ai piedi delle scale, che portano all'ingresso dell'ospedale, trovo un taxi giallo. Poggiato alla portiera posteriore già aperta c'è nient'altri che All Might. Questa volta è in abiti civili sul serio, ovvero una semplice t-shirt bianca e un paio di jeans. Quando mi avvicino a lui, rimango come sempre intimidita e sorpresa da quanto sia grosso in confronto a me.

Nelle ultime due settimane in ospedale, i medici si sono presi buona cura di me. Mi hanno rifocillata e rimessa in sesto e, anche se ancora non ho muscoli e sono secca come un chiodo, almeno ho un aspetto più sano, senza più occhiaie sulle palpebre inferiori o solchi sulle guance; persino la mia schiena, allo specchio del bagno, aveva un aspetto più decente, questa mattina: le piccole rocce sporgenti delle mie vertebre si sono un po' nascoste sotto pelle.

«Ehilà, giovane ragazzina» mi accoglie All Might. Quasi mi aspetto che si chini verso di me e mi abbracci, e ammetto che la cosa non mi dispiacerebbe, ma lui non lo fa e si limita a mostrarmi uno di quei suoi enormi e calorosi sorrisi, che mi scaldano comunque il cuore e mi attorcigliano le budella. «Pronta per la tua nuova vita?»

Scrollo le spalle e abbasso lo sguardo, senza rispondere. Nonostante tutto, mi sento ancora incredibilmente impacciata nei suoi confronti, senza contare che l'essere in debito con lui mi fa sempre avvertire un ingiustificato moto di rabbia, che devo sforzarmi di tenere a bada: non parlare e non guardarlo mi aiuta a non sbroccare senza motivo.

«Ancora di poche parole, eh?» commenta infatti All Might, ma non sembra arrabbiato, anzi nel suo tono avverto sfumature affettuose.

Si scosta dalla portiera e con un cenno del braccio mi invita a salire sul taxi. Ancora senza parlare, mi infilo nel veicolo e scivolo al posto più lontano. Lui si accomoda subito accanto a me, chiude la portiera e fa cenno al tassista di partire.

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